Forgotton Anne – Recensione, quando la teiera iniziò a parlarmi

Luca Di Carlo
Di Luca Di Carlo Recensioni Lettura da 12 minuti
7.5
Forgotton Anne

Quando Forgotton Anne ebbe modo di presentarsi per la prima volta al pubblico con un breve ma interessante teaser trailer nell’ormai lontano 2016, in molti rimasero subito affascinati dal suo peculiare stile grafico. Come specificato infatti anche dagli stessi sviluppatori, l’obiettivo principe di ThroughLine Games era quello di dar forma a un’epopea dal gusto visivo riconducibile allo stile anime che però fosse capace di mescolarsi con un appassionato storytelling e una struttura ludica funzionale al tipo d’esperienza offerta. Tra presentazioni e vari annunci, la creatura dello studio danese con sede in Copenaghen ha così preso lentamente forma imprimendosi con forza nell’immaginario collettivo di una nutrita nicchia d’utenti desiderosi di poter provare il tutto, fino a giungere finalmente anche nelle nostre mani.

L’avventura indie che abbiamo avuto modo di giocare si è dovuta far largo su di una strada irta di pericoli e ostacoli, lì dove un’industria tutt’altro che benevola continua a mietere impietosamente piccoli studi dal grande talento oramai schiacciati dal ciarpame che sovrasta incontrastato le diverse piattaforme di riferimento a noi tanto note. Dopo aver saggiato attentamente le diverse qualità di Forgotton Anne, siamo finalmente pronti a darvene una valutazione completa. I ragazzi di ThroughLine Games saranno riusciti a elevarsi oltre la mediocrità della massa videoludica, o la loro ambizione avrà infine dovuto fare i conti con un muro di solide realtà ben più sconfortanti? Per scoprirlo, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione.

Una fiaba da incubo

Quante volte vi è capitato di perdervi qualcosa? Indipendentemente che si parli di un calzino nascosto sotto il letto, una penna caduta dietro la scrivania o un mobile abbandonato in soffitta, sono innumerevoli le occasioni in cui un oggetto di nostra proprietà ci sparisce da sotto al naso per poi venire irrimediabilmente dimenticato. Non c’è nulla di strano in tutto ciò, è semplicemente naturale che occasionalmente qualcosa vada perduto per una nostra distrazione, eppure qualcuno di voi si è mai chiesto cosa accada a tutte quelle cianfrusaglie che, una volta allontanatesi dal nostro sguardo, non vengono più ritrovate? Ebbene, Forgotton Anne punta a volerci dare una spiegazione proprio in tal senso. I primi istanti in-game ci presentano infatti una normalissima città dove migliaia di persone si muovono indaffaratamente verso i propri impegni. Clacson e voci biascicate si alzano da ogni dove con il loro assordante brusio, mentre fumi di scarico contaminano l’aria con i loro maleodoranti odori; un veloce stacco ed ecco che l’inquadratura ci mostra una piccola casa ormai totalmente abbandonata, ma al suo interno ancora ricca di cimeli. Poi, d’un tratto, un piccolo orologio si smaterializza silenziosamente lasciando dietro di sé solo qualche flebile scintilla. Altro cambio d’inquadratura, altra dimora; questa volta ci troviamo sotto a un letto d’appartamento dove un calzino ormai abbandonato giace da tempo immemore. Rumori di passi riecheggiano nella stanza, fin quando una porta non si chiude riportandoci all’assoluto silenzio. Passano solo pochi secondi, però, prima che innanzi a noi si palesi un déjà-vu; una luce abbagliante permea l’aria e d’un tratto anche il calzino sparisce… e noi con lui.

Non sappiamo dove siamo né cosa stia succedendo, ma in un battito di ciglia ci siamo ritrovati catapultati nel vuoto insieme a quello stesso indumento, oramai in procinto di precipitare sul terreno. I dubbi sono tanti, le risposte scarseggiano, ma ecco che la nostra mente confusa si arricchisce di una nuova domanda. Perché il calzino urla? Finito il movimentato viaggio, eccoci immersi in quella che sembra una stazione ferroviaria, popolata però non da persone, bensì da oggetti di tutti i tipi. Sedie, tavoli, appendiabiti, sciarpe, teiere e molto altro ancora, tutte capaci d’intendere e di volere. Neanche il tempo di sistemare le idee, che dal nulla sopraggiunge un’esplosione che sveglia di soprassalto Anne, l’umana protagonista della nostra avventura. Diamo uno sguardo veloce all’esterno, dove il fumo delle esplosioni si alza minaccioso, e subito capiamo che dobbiamo cercare di risolvere la situazione. Partendo da un incipit tutt’altro che chiaro, Forgotton Anne riesce fin da subito a metterci a nostro agio con una storia dalle premesse quantomeno confuse che però si rivela capace di dare immediatamente risposta a molte delle nostre domande. Dove siamo? Chi siamo? Cosa sta succedendo? Questi sono solo alcuni dei quesiti a cui l’opera saprà dare efficacemente un senso, di fatto mettendoci innanzi a un lavoro narrativo tutt’altro che scontato. Una fiaba nelle premesse, ma che nei fatti nasconde molto di più.

L’avventura scorre così senza intoppi, offrendo spunti narrativi decisamente intriganti a cui fanno capolino colpi di scena utili a tenere alto l’interesse del giocatore, il quale giungerà alle battute finali con il genuino desiderio di scoprire come si andrà a chiudere il tutto. Magie mistiche e mondi fantastici abitati da personaggi ottimamente caratterizzati si vanno così a legare con violenze, dittature e forze ribelli che, nell’arco delle circa nove ore necessarie per completare il tutto, vi porteranno a domandarvi quanto siano effettivamente etiche le vostre azioni, se il fine giustifichi davvero i mezzi. L’epopea targata ThroughLine Games può però far sfoggio anche di una certa libertà d’approccio tutt’altro che scontata e capace di andare a modificare in maniera più o meno pesante l’esperienza che andrete a vivere. Non solo dialoghi a scelta multipla faranno insomma la loro comparsa, ma in diverse occasione avrete anche l’opportunità di comportarvi in maniera differente a seconda della vostra indole. Per fare un esempio esplicativo, durante i primi secondi in-game sarà vostro compito decidere se mettere eternamente a nanna una sciarpa parlante intrufolatasi in casa vostra o se sia il caso di lasciarla andare, scelta che chiaramente avrà ripercussioni sul lungo periodo. Tale livello aggiuntivo di complessità nell’intreccio narrativo non solo contribuisce a dare al giocatore un motivo in più per rivivere l’avventura – che una volta completata, tra l’altro, tramite uno specifico espediente vi permetterà di riavvolgere il tempo in modo tale da andare a riscrivere gli avvenimenti del vostro viaggio dalla fase ludica che preferirete –, ma conferisce all’intero intreccio narrativo un ulteriore strato di complessità e personalità, di fatto facendo sentire al giocatore il reale peso delle proprie decisioni.

È il viaggio che conta

Come scritto poco sopra, ludicamente parlando Forgotton Anne punta a identificarsi come esperienza platform 2D inframezzata da enigmi spesso basati sull’Anima, la particolare energia che possiamo utilizzare a nostro piacere tramite il braccialetto che abbiamo al polso. Come spiegato dal gioco stesso, l’Anima non solo serve a mantenere attivi i tanti macchinari e sistemi elettrici del paese, bensì rappresenta anche la linfa vitale dei Forgotlings, nome usato per indicare proprio tutti gli oggetti che hanno preso vita subito dopo essere finiti in questo mondo sconosciuto. Il veloce tutorial del titolo ci insegna come utilizzare l’Anima, mettendoci davanti a qualche semplice enigma da dover completare per poter avanzare. Si supera qualche sezione platform, ridirezioniamo l’energia tramite piccoli puzzle e si conoscono meglio alcuni dei personaggi. Padroneggiata ormai l’opera, ecco però che ci vengono subito donate delle utili ali meccaniche da poter utilizzare per spiccare lunghi balzi in avanti o verso l’alto per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. Partendo dagli strumenti datici in dotazione, l’avventura scorre tranquillamente per tutta la sua durata mostrando però velocemente il fianco ad alcune criticità tutt’altro che secondarie. In primis, sarà immediatamente chiaro a tutti come il livello di difficoltà generale sia tarato decisamente verso il basso. Non solo morire si rivelerà essere sostanzialmente impossibile, ma l’insieme d’enigmi e fasi platform da dover affrontare non risulteranno mai complesse o soddisfacenti da completare. In sostanza, sembra quasi siano state inserite per ricordare al giocatore che quello che gli si sta parando innanzi non è un cartone animato, bensì un videogioco.

Peggio ancora, dopo la soddisfacente quantità di meccaniche ludiche inizialmente offerte all’utente, dispiace dover constatare come l’opera non tenti mai d’offrire qualcosa di nuovo, preferendo piuttosto tenersi ben stretto quello che è già stato approfonditamente rodato. Così facendo, la seconda parte dell’avventura risulta quantomeno ridondante e piuttosto monotona, di fatto continuando a presentarci situazioni ludiche già superate in passato. Ogni tanto il team tenta anche di dar vita a una qualche scintilla carica di novità, ma il tutto si conclude sempre fin troppo velocemente, alla fine dei conti lasciando il giocatore di turno con un certo senso d’amaro in bocca per quello che si sarebbe potuto fare ma che si è preferito lasciare da parte. Sia chiaro che l’esperienza scorre comunque piacevolmente dall’inizio fino ai titoli di coda, ma dispiace constatare come il risultato finale non sia stato capace di compiere quel balzo qualitativo a cui i ragazzi di ThroughLine Games puntavano.

Se ludicamente parlando Forgotton Anne non riesce a stupire, è invece sotto il profilo grafico che la favola dello studio danese mostra i suoi assi nella manica. Facendo ampio uso di tecniche e artefici note nell’ambito dell’animazione giapponese, l’opera riesce a restituire un impatto visivo semplicemente delizioso. Dalle ambientazioni fino ai personaggi, tutto è stato lavorato con la massima cura per ottenere una splendida resa generale, lì dove fasi di gioco e cutscene si mescolano senza soluzione di continuità offrendo momenti capaci d’appagare anche l’occhio più esigente. Il tratto utilizzato, i giochi di luci e ombre, i fondali e i tanti effetti visibili in-game danno vita a scorci di grande impatto ma sempre caratterizzati da toni malinconici e opprimenti, con una palette dei colori che punta tutto su scure tonalità. Di ottimo livello si è poi rivelato essere anche il comparto sonoro, con una soundtrack indubbiamente capace di seguire efficacemente il giocatore di scena in scena seguita in parallelo da un doppiaggio inglese – localizzato nei sottotitoli in italiano – di pregevole fattura, con voci convincenti e spesso volutamente caricaturali capaci di dare ancor più spessore caratteriale ai personaggi.

Forgotton Anne
7.5
Voto 7.5
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Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.