Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission – Recensione, in nome di Wutai!

Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission è un DLC fatto e finito per tutti i fan, ai quali consigliamo l'acquisto, ecco la recensione!

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Recensioni Lettura da 7 minuti

Final Fantasy VII Remake INTERgrade è finalmente disponibile su PS5 così come Episode INTERmission, DLC stand alone di cui vi proponiamo la recensione con protagonista la celebre Yuffie, la ninja di Wutai. Nel gioco originale incontravamo la ragazza in una sequenza opzionale, mentre adesso sembra chiaro l’intento del team di sviluppo di darci il party al completo. Quello che otteniamo in questo contenuto aggiuntivo è un piccolo assaggio della seconda parte, che ci dà un’idea su alcune vicende che saranno sicuramente approfondite in futuro. Il DLC non è imperdibile, ma sicuramente una buona scusa per i fan per tornare a Midgar e scoprire qualche importante retroscena che, inevitabilmente, arricchisce la conoscenza del mondo di gioco.

Here we go again

Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission parte già con Yuffie all’interno di Midgar, appena arrivata e alla ricerca dell’Avalanche, organizzazione terroristica anti-Shinra che abbiamo già imparato a conoscere. Proprio in INTERmission ci sarà un approfondimento sotto questo punto di vista, mettendo a fuoco in modo ancora più chiaro gli equilibri politici dell’Avalanche. La ragazza si unirà a Sonon, personaggio inedito che accompagnerà la accompagnerà a recuperare l’Ultimate Materia, una sfera creata dalla divisione bellica della Shinra che potrebbe cambiare le sorti della guerra contro Wutai. Dal trailer sapete già che ci sarà un focus molto importante sul Deepground, una fazione anch’essa della Shinra che, come potete intuire dal nome, opera sottotraccia lontana da occhi indiscreti.

Non vogliamo spingerci oltre con la trama, vista anche l’esigua durata del DLC e la sua struttura prettamente narrativa, ma vi basti sapere che non siamo particolarmente soddisfatti del racconto. Il motivo non è il Deepground in se per se, ma è proprio il susseguirsi generale degli eventi. In questo DLC il team ha giocato molto su alcune componenti narrative di Dirge of Cerberus, ma il risultato finale è confusionario persino per chi conosce bene la lore generale di Final Fantasy VII. I neofiti del settimo capitolo faranno una fatica pazzesca per fare i vari collegamenti, ritrovandosi ad avere più domande che risposte. Questo vale anche per gli appassionati di vecchia data: chi ha apprezzato la nuova direzione intrapresa con il Capitolo 18 del Remake probabilmente sarà incuriosito per quello che verrà, gli appassionati più accaniti invece riceveranno in compenso un forte mal di testa. Purtroppo, se esaminiamo unicamente la storia, anche qui troviamo un finale divisorio, che siamo sicuri farà scontrare parecchie persone.

Non chiamatemi Naruto

Yuffie è una ninja provetta, dotata di una buona forza e di una grande agilità, in più può sfruttare dei ninjutsu elementali che somigliano più a magia che a tecniche. Potrete scegliere se combattere da vicino sfruttano lo shuriken o da lontano con le sue abilità, trovando come feedback un sistema di combattimento familiare e fedele al gioco base. Il vero plus lo si ottiene dopo che Sonon entrerà nel party: insieme a questo guerriero potrete dar vita a scontri davvero spettacolari, fatti di mosse combinate e attacchi devastanti. Sonon è letteralmente il tank del gruppo, e sebbene non potrete controllarlo direttamente potrete sfruttarlo come tale grazie alle sue abilità. Il risultato finale è un combat system che diverte e, così come l’avventura principale, riesce ad intrattenere fino alla fine. Ovviamente impossibile non nominare gli scontri con i boss che ricalcano in modo perfetto quanto visto in questo remake, anzi, per certi versi un paio di boss fight sono anche più ispirate del previsto. Citazione d’onore anche per il minigioco di Fort Condor, tanto rivisitato dalla software house da diventare un’attività totalmente a sé stante e capace di intrattenere davvero per parecchie ore.

Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission si basa unicamente su due capitoli e, sebbene il livello di difficoltà non sia particolarmente alto, dovrete abituarvi ad utilizzare Yuffie al meglio: la ragazza non è Cloud, e allo stesso tempo non è Aerith. Dovrete trovare il giusto equilibrio tra attacchi corpo a corpo e distanza, cercando di leggere quelli del nemico e le varie situazioni. Finché non vi calerete nel personaggio anche i nemici apparentemente più semplici possono rivelarsi ostici. Per il resto, come detto in precedenza, il feedback è lo stesso così come lo sviluppo dei protagonisti. Ci saranno materie da assegnare, armi da trovare e “build” da fare, così da essere sempre pronti. Impossibile non nominare Ramuh, nuova invocazione che speriamo di rivedere anche in futuro. L’utilizzo di queste creature è pari a quella del gioco base, da questo punto di vista non ci sono state novità.

Conclusioni

Possiamo concludere la recensione dicendo con certezza che Final Fantasy VII Remake: Episode INTERmission è un buon DLC, che aggiunge parecchia carne al fuoco in ottica dei futuri capitoli. Abbiamo deciso in ogni caso di non inserire nessun voto nell’articolo, e siete interessati alla valutazione del gioco base vi rimandiamo alla nostra recensione per la natura del contenuto. Tuttavia, il DLC forse è un po’ troppo costoso per quello che propone in generale, ma indubbiamente, soprattutto nelle battute finali, emerge la qualità generale della produzione. Ripetiamo quello che abbiamo detto poco fa, chi sta amando questo nuovo corso adorerà INTERmission, chi invece non sta proprio digerendo quello che sta succedendo allora non cambierà la sua visione. L’unica cosa certa è che questo Remake sta mettendo in ballo tante cose della compilation, che volente o nolente ingrandisce la conoscenza dell’universo di gioco.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.