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Filament – Recensione del sorprendente puzzle game

Verso la fine dello scorso anno avemmo la possibilità di mettere mano su Filament, un particolare titolo dell’industria indie estremamente promettente, nonostante i vari problemi tecnici riscontrati nella nostra anteprima. Parliamo di un’opera sviluppata da Beard Envy, software house novizia del settore con un organico alquanto ristretto, la quale debutta sul mercato proprio con quest’opera. A qualche mese di distanza, abbiamo potuto giocare a fondo con l’ultima versione di Filament, dopo che un lavoro di polishing è stato svolto e il software è stato finalizzato e reso pronto per il debutto. Filament, infatti, è già disponibile a partire da oggi, visto che la finestra di lancio Q1 2020 è stata pienamente rispettata dal team. Vediamo insieme di che pasta è fatto questo puzzle game!

A spasso per l’Alabaster

Come già detto nella nostra anteprima, l’idea di Filament si avvicina parecchio a quanto visto con il famoso The Witness. Si tratta di un gioco che vede tutta la sua fortuna negli enigmi, e che presenta una narrazione criptica e diluita, ma ben calibrata considerando la velocità con cui questa viene pian piano accennata, fino a venire completata. Il tutto non avviene con dei ritmi vivaci, anzi, poiché un alone di mistero e segretezza contorna l’intera avventura del protagonista.Filament

Parliamo di un “semplice” tecnico, specializzato tuttavia in navicelle spaziali, che una volta approdato nella nave dove l’avventura si svolge, troverà innanzi a sé uno sconcertante mistero, di cui verrà messo al corrente da un’intelligenza artificiale. Tutto l’equipaggio sembra infatti essersi volatilizzato, lasciandosi dietro solamente degli indizi su cosa possa effettivamente essere successo, come anche qualcosa di più. Parliamo di Juniper, una donna ancora a bordo della nave che comunicherà per tutta l’avventura con il protagonista, senza tuttavia farsi vedere e lasciando quindi il giocatore con l’enorme dubbio relativo all’aspetto di tale personaggi.

Tuttavia, man mano che avanzeremo, tutto diventerà sempre più chiaro, e non mancheranno di certo i dovuti approfondimenti per una trama davvero coinvolgente e in grado di creare curiosità come poche altre opere. La sceneggiatura, però, verrà continuamente tagliata dal gameplay che lo sviluppatore ha voluto approfondire particolarmente, il quale stranamente non si sposa a pieno con la narrazione portata alla luce. In tutto questo, il carattere e il carisma del protagonista non vengono praticamente presi in considerazione, ma le decine di minuti in chiacchierata con Juniper la renderanno sempre più reale, quasi come fosse vicino a noi e potessimo arrivare a vederla, visto anche l’ottimo lavoro svolto in fase di doppiaggio.

La narrazione di Filament presenta la giusta intensità e cattura il giocatore grazie ai suoi temi misteriosi e affascinanti

Il tutto viene poi arricchito da decine di documenti sparsi per l’astronave con cui potremo imbatterci nel mentre che avanzeremo nell’avventura, utili collezionabili che ci permetteranno di approfondire maggiormente la storia di quest’intrigante stazione e scoprire al contempo interessanti curiosità che finiranno spesso per moltiplicare le nostre domande senza però fornire delle risposte particolarmente concrete, garantendo tuttavia un senso d’immersione tutt’altro che trascurabile e anzi, piuttosto iconico per l’opera.Filament

Gli enigmi di Filament

L’infinito territorio dell’Alabaster – esplorabile con una lentezza un po’ esagerata anche se adottata per alimentare l’immersione – è ricolmo di enigmi da completare per accedere a ulteriori aree, i quali nella maggior parte dei casi possono essere anche saltati o vissuti nell’ordine che si preferisce. Parliamo di un puzzle game, che potrebbe quindi richiedere ore per la risoluzione di un singolo indovinello nel caso in cui il giocatore non riesca a trovare subito la soluzione, fattore che ovviamente porta a garantire svariate ore di gioco difficilmente calcolabili ma sicuramente più che coerenti considerando il prezzo del biglietto ampiamente reso accessibile.

Il vero difetto degli enigmi sta nella loro ripetitività, in un’idea di fondo semplicemente geniale ma che, pur venendo variata ed espansa di volta in volta, non riesce a garantire nuovi stimoli e sensazioni, portando in diversi casi a immaginare di trovarsi in una situazione già vista nonostante non sia effettivamente così. Il personaggio, partendo da un determinato punto in ogni livello, deve collegare attraverso i suoi filamenti dei pilastri, per poi sbloccare l’uscita e tagliare la corda per il prossimo livello.

Pur mostrandosi come un’idea consistente e vincente, la ripetitività degli enigmi è purtroppo presente, nonostante questi vengano comunque ampliati con molte meccaniche.

I filamenti sono proprio la base degli enigmi, dato che dovranno essere analizzati e capiti in base alla fisica che gli è stata donata, e se non ben calibrati bloccheranno il passaggio del protagonista, costringendo il giocatore a riformulare la soluzione. La formula è estremamente innovativa e funzionale, ma con l’aumentare dei colori a schermo e delle possibilità verrà facendosi sentire un certo senso di ripetitività a lungo andare piuttosto fastidioso. Una varietà di enigmi più espansa, che avesse visto l’utilizzo dei filamenti sotto altre ottiche, sarebbe sicuramente stata in grado di dare una ventata d’aria fresca alle moltissime ore di gioco possibili. Tuttavia, il sistema è in sé per sé solido e saprà mettere qualunque giocatore in difficoltà.

Maestria di polishing 

La software house è riuscita a limare e perfezionare la sua opera nel comparto tecnico e grafico

Il gameplay provato nella primissima versione del gioco è stato fin da subito convincente, al contrario di alcuni fattori tecnici. Tutti i numerosi bug presenti sono però ora stati ridotti all’osso, e si ripresentano in occasioni più che sporadiche e trascurabili nelle varie sezioni in-game. Possiamo dire addio allo scarno menù con cui ci siamo interfacciati, perché adesso moltissime impostazioni sono state aggiunte e il comparto grafico è finalmente personalizzabile con abbastanza opzioni, finendo per essere ancora più gradevole. Si tratta di textures in stile low-poly, magnificamente colorate e sgargianti, le quali acquistano tonalità con il passare delle ore e capaci di rendere Filament riconoscibile già a prima vista. La colonna sonora è semplicemente mozzafiato, anche se alla lunga ripetitiva, e riesce ad accompagnare discretamente l’utente.

Filament

8.4

Filament è un progetto indie indubbiamente promosso, anche se con qualche piccolo difetto nella sua produzione. Gli enigmi all'inizio freschi e geniali finiscono con il mostrarsi a lungo andare piuttosto ripetitivi, nonostante le continue aggiunte che forniscono nuove meccaniche. La narrazione è stata curata maniacalmente e riesce a fornire la giusta atmosfera e oscurità alle vicende dell'Alabaster, creando la sensazione perfetta perché si voglia portare a termine l'opera per scoprirne tutti i misteri, ampiamente approfondibili avanzando nell'avventura. Una menzione d'onore va anche al doppiaggio di Juniper, quasi una co-protagonista che accompagna ci accompagnerà dall'inizio fino ai titoli di coda.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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