Dopo aver raggiunto l’apice del successo con Far Cry 3 ed averlo confermato, seppur con molte riserve, con il quarto capitolo tra le cime innevate del Kyrat Ubisoft Montreal, a sorpresa, ha voluto fortemente stravolgere il concetto base della saga presentandoci Far Cry Primal, una vera e propria scommessa oserei dire. L’avrà vinta? Scopriamolo assieme!
Takkar, il prescelto Maestro di Belve
Protagonista di questa storia, ambientata in Europa Centrale, circa 10.000 Avanti Cristo, è Takkar. Nel momento più buio della storia dei Wenja causato da una orrida carestia che ne ha decimato una buona parte della tribù, il prescelto Maestro di Belve dovrà riunirsi con i suoi fratelli e sorelle nativi di Oros, una terra piena di speranza e di avversi pericoli, per salvare il proprio popolo.
Se da una parte i Wenja muoiono di stenti, qui ad Oros invece i pochi superstiti di questa debole tribù vengono costantemente presi di mira dagli Udam, forti guerrieri cannibali, possenti e spietati e dagli agili Izila, definiti anche la “Gente di Sole”, folli barbari accecati da un orrido fanatismo religioso e maestri del fuoco. Takkar, grazie al costante aiuto di fidati alleati, dovrà riunire tutta la popolazione Wenja e dar loro un futuro prospero e sopratutto sereno.
La natura, amica e nemica
Sin dall’inizio, e per tutto il corso della nostra esperienza di gioco, approcciare e sopratutto comprendere la natura che ci circonda sarà vitale. Essendo un periodo storico particolarmente duro per l’Homo Neanderthalensis, a quei tempi era si il predatore ma sopratutto la preda di feroci animali selvaggi, non sarà facile approcciarsi a questa realtà. Personalmente l’impatto a questa realtà, ripensando sopratutto alle esperienze passate degli altri capitoli delle serie Far Cry, è stato duro. Abituato ad avere arsenali di armi da fuoco, lanciafiamme e tanto altro, ritrovarmi a fronteggiare un Mammuth con una lancia o al massimo con delle frecce incendiare è stato da una parte traumatico ma dall’altro decisamente avvincente ed appagante dato il risultato finale.
“Ma come, un Far Cry senza tanto piombo da sparare?”. Già, lo ammetto, è stato il mio primo pensiero. Se fino al giorno della prova di Far Cry Primal ero titubante a causa dell’arsenale di armi messo a disposizione, dopo neanche 30 minuti di gioco mi sono innamorato follemente del mio rudimentale arco e della possente clava; peccato come la differenza di qualità tra uno scontro con armi da lancio e quelle da vicino sia veramente accentuata dell’assenza di qualche animazione in più e sopratutto da una fisica dei colpi inferti e ricevuti non al livello richiesto; è forse uno dei punti carenti del gioco. L’arsenale che avrete a vostra disposizione non sarà di certo variopinto come nei precedenti capitoli, dunque la vera difficoltà starà nel saperlo sfruttare sempre al meglio a seconda della situazione. Le risorse per creare sempre frecce, bombe di api pungenti o lance non mancheranno di certo, una pecca a mio avviso che ha tolto quella percentuale di spasmodica sopravvivenza che avrebbe reso l’esperienza di gioco frustrante al punto giusto e che dunque avrebbe sottoposto il giocatore a cimentarsi in una bella sfida. Come detto, avrete una classica sezione nel menù di gioco dove, catalogando precisamente i materiali presenti nella vostra sacca, potrete serenamente creare munizioni e nuove armi o oggetti come ad esempio un importantissimo rampino.
La natura può essere amica e nemica in Far Cry Primal. Il fuoco ad esempio sarà il vostro alleato più prezioso, vi permetterà di sopravvivere alle insidie notturne (sconsiglio vivamente di andare in giro, una bella dormita nel vostro rifugio è sicuramente la scelta più saggia) dettate da animali assetati del vostro sangue e della vostra succulenta carne. É proprio il rapporto tra le Belve e Takkar la novità forse più divertente introdotta nel titolo. Grazie infatti a speciali abilità sbloccate interagendo con un singolare ed anche folle sciamano, l’impavido protagonista potrà ad esempio domare bestie selvagge come l’Orso Bruno o un Lupo Selvaggio, oppure cavalcare Tigri o Pantere sfruttando la loro pregevole agilità o decidere di usare la forza bruta cavalcando dei giovani Mammuth. Personalmente, l’abilità più utile, è quella di utilizzare un gufo per poter sorvolare una determinata zona e contrassegnare accampamenti, animali da catturare o nemici da eliminare.
Cacciare ed esplorare, il connubio perfetto per sopravvivere
Come detto, Oros è una terra piena di insidie. Data la sua grande vastità, saremo costantemente invogliati ad esplorare valli immense, percorrere a nuoto lunghi fiumi o avventurarsi in caverne buie e profonde. Sfruttando la risorse messe a disposizione da Madre Natura, legno/erbe varie e pellame scuoiato dai vari animali uccisi potremo migliorare il nostro Villaggio.
Interagendo con determinati alleati, potremo potenziare le loro abitazioni e dunque poter sbloccare nuove missioni primarie/secondarie e bonus che permetteranno a Takkar di sbloccare determinati slot abilità che a loro volta dovranno essere sbloccati mediante la spesa di punti abilità, tali punti verranno guadagnati tramite un classico accrescimento di punti esperienza conseguiti da determinati eventi svolti, missioni completate, luoghi ed animali scoperti ed uccisi e varie missioni secondarie.
Una cosa alla volta
Far Cry Primal segue ovviamente la falsa riga dei suoi predecessori, Ubisoft Montreal ha infatti ripreso il classico concetto di gioco open-world estremizzandolo fino ai limiti possibili. Grazie anche all’introduzione di numerosi alleati, ciascuno con una lore differente dall’altra, ed alla miriade di azioni ed eventi da poter e dover svolgere non si riesce a far tutto con il giusto ordine. Se ad esempio sarete immersi in una silenziosa caccia all’uomo o ad un animale per domarlo, ecco che a pochi passi inizierà un evento straordinario di attacco o difesa tra i Wenja e le tribù nemiche; a volte questa sensazione di caos rovina l’atmosfera creatosi grazie anche agli splendidi silenzi e rumori della natura che l’ambiente offre. Fortuna vuole che il radar di gioco e sopratutto la mappa siano resi in maniera eccellente.
Come accadeva anche negli altri Far Cry anche qui, per sbloccare nuove aree di gioco e sopratutto renderle sicure ed adatte alla vita della vostra pacifica popolazione, dovrete attaccare da soli o accompagni da una vostra fidata bestia dei classici accampamenti nemici; determinate conquiste saranno veramente dure e dovrete sfruttando il vostro ingegno anziché la forza bruta, provare per credere. Vi lascio infine ad uno spettacolare trailer live-action del titolo, godetevelo: