In un universo videoludico online che si è ormai scisso definitivamente in due parti, ovvero quella dei multiplayer competitivi dedicati ad hardcore gamer che aspirano a fare della competitività una professione, e quella dei social games online, non stupiscono le meccaniche con le quali Eville è stato pensato. Questa è l’era dei multiplayer la cui componente maggiore è l’interazione tra giocatori, volta a creare una condivisione pressoché totale dell’esperienza e che di volta in volta è capace di rinnovarsi. In questa recensione andiamo appunto ad analizzare Eville, titolo sviluppato da VestGames e pubblicato da Versus Evil, che prende ispirazione dalle meccaniche di giochi da social game da tavolo come Lupus in Fabula. Cosa ci offre il gioco?
Un gameplay agile
La forza di questo multiplayer risiede sicuramente nel gameplay, privo di meccaniche che lo rendano incollato e stagnante, al contrario è stato pensato bene di semplificare al massimo il comparto tecnico per permettere al social game di venire fuori e prendersi la scena che merita. Le pochissime meccaniche di gameplay sono quelle necessarie all’avanzamento dei match. Come un vero e proprio Lupus in Fabula il nostro obiettivo è scovare l’assassino ferale che si aggira nel villaggio, cercando al contempo di sopravvivere oppure, al contrario, di depistare le attenzioni degli altri giocatori per poter continuare indisturbati a fare del villaggio il proprio terreno di battaglia. Le fasi del gioco somigliano fortemente al gioco da tavolo, con sessioni diurne in cui dobbiamo conversare con gli altri giocatori e risolvere piccole side quest per poter acquistare Items utili al gioco, fino a che non si arriva al momento della discussione in pubblica piazza. Qui potremo iniziare ad accusare gli altri, o in altri casi difenderci dalle accuse, oppure ancora potremmo vestire i panni dell’investigatore e snocciolare gli indizi che abbiamo raccolto.
Una volta che saremo convinti della nostra decisione, non resta che comunicare il colpevole alla giuria e mandare al patibolo la persona scelta. L’unico modo per sapere se avremo svolto al meglio il nostro ruolo sarà riposare nella nostra casa e scoprire quali conseguenze avranno avuto le nostre decisioni.
Come dicevo, per aumentare la complessità lieve del gioco, sono stati aggiunti una serie di oggetti consumabili comprabili dal vendor, che aumentano e semplificano la buona riuscita del gioco (a seconda dei casi). Ogni oggetto ha funzionalità uniche e si esaurisce nel momento in cui lo usiamo. Per sopperire ai costi degli oggetti che troviamo in gioco, sono state pensate alcune side quest di raccolta materiali che di volta in volta ci permetteranno di accantonare somme di denaro da devolvere al venditore in cambio di item utili. Una volta scovato e ucciso il traditore, oppure una volta brutalmente uccisi tutti i civili, ci sarà il game over, con conseguente attribuzione di punteggio, che serve per aumentare di livello e acquisire altre abilità.
Social Game
La vera forza di Eville risiede nella sua componente sociale. Tutta la struttura stessa del multiplayer si presta molto bene al dialogo tra giocatori, come era desumibile considerato il gioco da cui è tratto, e la potenzia in una costante libertà di dialogo che di volta in volta permetterà di avere sessioni sempre diverse e particolareggiate. È tutto nelle mani dei giocatori, e questo può essere uno sprono molto esaltante. La vena creativa e recitativa che si respira nelle lobby con gli altri players permette di godere appieno dell’esperienza offerta.
Niente da invidiare quindi a fratelloni più blasonati quali Sea of Thieves o Among Us, ammesso che venga messa mano sulla lobby e sui server: pochi e troppo lenti a far entrare nel vivo del gioco. In più di un caso ci siamo ritrovati bloccati in una lobby, in quanto il gioco non principia fino a che tutti i giocatori coinvolti non si rendano “pronti”. Certo, interessante lo scambio colloquiale, che permette di conoscersi meglio, far amicizia e tutto il resto, ma ad una certa… beh, bisogna giocare. Da questo punto di vista ci siamo resi conto sin da subito di come, seppure le sessioni di gioco possano essere veloci e immediate, tutto dipenda dal livello di coinvolgimento dei giocatori e dal tipo di giocatori che avremo nella nostra partita. Insomma a volte bene, e talvolta non benissimo.
La veste grafica
La prima cosa che ci si presenta davanti agli occhi del giocatore però è il comparto grafico. Partendo dalla splash page sino al primo tutorial, che serve per saggiare unicamente le poche meccaniche presenti nel gioco, ci troviamo in un contesto grafico già visto e rivisto. Chiara ispirazione la possiamo trovare in giochi più recenti quali Sea of Thieves e Heartstone (e in un passato glorioso, remoto e consolidato quale la saga di Fable) con le loro grafiche cartoonose e sbeccate. La complessità delle texture e degli asset di gioco è ovviamente ridotta all’osso, permettendo al titolo di essere giocato su piattaforme nuove o datate, e ne guadagna in fluidità di comandi e di interazione con l’ambiente di gioco. In alcuni momenti, soprattutto in lobby, ci siamo accorti di come si presentino alcuni piccoli “freeze” grafici dati forse dalla forma ancora embrionale e non definitiva del gioco. Si specifica che abbiamo testato Eville su una workmachine con una Rtx 3070 e 32 GB di Ram.