Prendete un detective scontroso ma dannatamente capace, prendete una donna forte, ma che egli vorrà sempre e comunque proteggere, e prendete un serial killer brutale e machiavellico. Aggiungete a tuto ciò un’ambientazione futuristica, una città distopica soggiogata dalla politica e dalla censura, e uno sviluppo narrativo intrigante che passo passo si fa sempre più fitto. Dry Drowning, è un’avventura investigativa molto particolare, dalle tinte – tra atmosfera e disegni – decisamente noir, ma con un setting tutt’altro che anni 30′. Il gioco di Studio V e VLG Publishing proposto da Leonardo Interactive è una produzione italiana, che dopo l’esordio su piattaforme digitali per PC quali Steam e GOG è pronta oggi a fare il suo esordio anche sulla console ibrida Nintendo. Data la natura del prodotto, viene facile pensare che si sposi bene con la comodità di una console – anche – portatile, ma il pronostico, come legerete di seguito, sembra essere stato rispettato solo in parte.
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Ologrammi e sigarette
Dry Drowning, come già detto, è un’avventura narrativa dalle forti tinte noir, ma che sfrutta caratteristiche decisamente diverse rispetto a quelle solitamente adottate nel genere di riferimento: il gioco infatti ci fa vivere le vicende di Mordred Foley, un talentuoso detective con una “capacità” molto particolare, all’interno di una città futuristica contraddistinta dalla quasi totale chiusura dei contatti con l’estero, da forti politiche contro gli immigrati e i disoccupati, e dalla censura. La distopica città di Nova Polemos è in un certo senso schiava della tecnologia, ma soprattutto possiede laboratori e menti geniali. Siete abbastanza utili alla società? Quale ruolo potreste ricoprire in essa? Un test vi darà la risposta, una risposta che deciderà il vostro futuro. Senza dilungarci oltre sul panorama sociopolitico che il gioco saprà minuziosamente descrivere, sappiate che saranno diverse le vicende che andranno ad intrecciarsi, e alcune in particolare vedranno coinvolti in prima persona Mordred e la sua assistente Hera. Un presente schiacciato dal soffocante peso del passato, legato a triplo nodo alle vicende legate ad un serial killer: Pandora. Anche in questo caso preferiamo non scendere nei dettagli, descrivendo il modus operandi di quest’ultimo e ciò che caratterizza le sue “opere”, ma possiamo dirvi che la sceneggiatura per alcuni dettagli – legati soprattutto alla figura del killer – strizza l’occhio anche a grandi nomi del cinema, primo tra tutti Seven di David Fincher.
Risvolti inaspettati
Nonostante si tratti all’effettivo di una visual novel abbastanza lineare, Dry Drowning possiede diverse caratteristiche e meccaniche che fanno interagire il giocatore sia con i vari fondali di gioco, sia con gli oggetti a disposizione nell’inventario. Il gameplay si attesta abbastanza guidato nei suoi vari step, quindi sono davvero pochi i momenti in cui il giocatore si troverà “bloccato”. Le sezioni dove all’effettivo dovremo dare prova delle nostre capacità deduttive o di giudizio sono di due tipi: nel primo caso, il gioco ci metterà di pronte a delle scelte da fare “di pancia”, dei bivi messi di fronte a noi che possono cambiare il proseguimento della storia e il destino di alcuni personaggi, nel bene e nel male (attenzione, non esistono risposte giuste o sbagliate in questo caso, ma contribuiranno a creare la vostra personale storia con tutte le conseguenze delle vostre azioni); nel secondo caso invece ci troviamo di fronte a dei veri scambi di battute e deduzioni contro alcuni personaggi, e starà a noi presentare le giuste prove per “togliere la maschera” alla verità (ma dopo tre errori in totale, in ogni dibattito, otterrete un game over).
Se vi state chiedendo se il gioco vi farà leggere molto, la risposta è si: sia chiaro, non parliamo di infiniti walltext, ma essendo un titolo dove tutti i dialoghi e i documenti sono in forma testuale e privi di doppiaggio, va da sé che dovrete prepararvi ad analizzare ogni singolo dettaglio. A tranquillizzare la nostra utenza vogliamo segnalare che il gioco è completamente localizzato in italiano (non poteva essere altrimenti data la nazionalità della produzione), e quindi non ci sono problemi di sorta per quanto riguarda la comprensione dei testi.
Dry Drowning su Switch
Come abbiamo accennato in apertura, è molto facile accostare Dry Drowning alla comodità di una console portatile, e all’effettivo su questo piano non abbiamo nulla da recriminare: il gioco di Studio V è fortemente narrativo, non ha ritmi forsennati e, nonostante dovremo fare delle scelte, non avremo mai dei tempi limite o fretta per farle; è per questo che la possibilità di seguire il gioco comodamente mentre si è fuori, o in viaggio, o anche nei pochi minuti di pausa dal lavoro, si sposa perfettamente con la modalità di riposo di Nintendo Switch. Viene meno tuttavia la possibilità di controllare il gioco tramite i comandi tattili dello schermo, cosa che avrebbe giustificato maggiormente l’acquisto del gioco sulla console ibrida: essendo questa un’avventura con fondali e puntamento di oggetti su schermo, poter utilizzare le dita invece delle levette sarebbe stato un plus niente male. Altra mancanza, ma totalmente ininfluente, è quella della vibrazione dei joy-con. Il difetto più grande della modalità portatile rimane tuttavia la dimensione delle scritte nei menù: sia il font usato, sia l’effettiva piccolezza delle lettere, rendono decisamente pesante la lettura, cosa non da poco dato che come dicevamo c’è molto da leggere, e che poteva essere facilmente risolta con una sezione nelle opzioni di gioco dedicata alla loro grandezza. Per fortuna, le linee di dialogo invece non soffrono dello stesso problema. In modalità docked non ci sono grane da segnalare, ma anzi si riesce a godere al massimo dell’ispiratissima arte – animata e non – del gioco.