Disjunction è uno stealth game in 2D con elementi RPG ambientato in una distopica New York nell’anno 2048. Il gioco, in uscita il 28 gennaio 2021 su PS4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, è sviluppato da Ape Tribe Games e pubblicato da Sold Out. Il titolo ci catapulta in una storia cupa, fatta di cospirazioni e guerre tra cartelli della droga, il tutto impacchettato in un contesto Cyberpunk. Seguiremo le vicende di tre personaggi che, per motivi diversi, si ribelleranno al gioco di potere tra organizzazioni criminali che sta gettando il caos in una città già degradata da una crisi economica senza precedenti.
Narrazione o semplice espediente?
All’inizio della nostra avventura nella New York presentataci in Disjunction faremo la conoscenza dei tre protagonisti. Il detective privato Frank, un tempo poliziotto della NYPD e ora intento a risolvere casi in solitaria, cercando una giustizia che non preveda i vincoli troppo stretti della legge; Joe, ex pugile che dopo la morte di sua figlia in circostanze sconosciute si è lasciato andare ad una vita fatta di alcool e incontri clandestini di boxe; infine Spider, abile hacker con stretti legami con la mafia cinese, anche se cerca in tutti modi di non immischiarsi in tali contesti. I tre si ritroveranno in mezzo ad una violenta guerra tra clan per la supremazia della metropoli e, per una serie di eventi fortuiti, arriveranno a collaborare per fermare l’escalation di violenza e crimine nella grande mela.
Il contesto distopico scelto dal team di sviluppo è forse un po’ troppo derivativo e l’intero canovaccio narrativo Noir/Poliziesco, per quanto pieno di potenziale, si ritrova a fare i conti con una certa mancanza di mordente. Le vicende raccontateci sono piene di cliché e piuttosto prevedibili, dando al giocatore una continua sensazione di già visto. Tuttavia ad aiutare una narrazione decisamente scialba vi è la possibilità di decidere le sorti delle vicende di Disjunction attraverso un sistema di dialoghi a scelta multipla che porteranno a diversi finali di trama. Una gradita aggiunta che, soprattutto nelle ultime missioni, da modo di dimostrarsi coerente con le scelte prese durante il corso della storia, in più spinge il giocatore a compiere diverse run, donando una certa rigiocabilità al titolo. Anche i personaggi principali sanno di vecchio e risultano fin troppo stereotipati e bidimensionali per essere presi seriamente. Siamo comunque consapevoli che la narrazione non è l’elemento di spicco della produzione targata Ape Tribe Games, dunque possiamo chiudere un occhio sul alcuni scivoloni riguardanti quest’ultima. Tuttavia una migliore caratterizzazione dei protagonisti avrebbe di sicuro dato un valore aggiunto all’opera.
Meglio lenti che morti
L’aspetto ludico, che fonda le sue basi su meccaniche prettamente stealth, è la colonna portante dell’intero titolo. Nelle diverse missioni di Disjunction dovremo dar sfogo a tutta la nostra abilità nel passare inosservati, e applicare diverse strategie per minimizzare il contatto con i vari nemici che ci si pareranno davanti. Il titolo dunque premia i giocatori cauti e calcolatori, penalizzando invece chi vorrà tentare un tipo di approccio più diretto. Ogni personaggio ha la sua arma da fuoco di fiducia, tuttavia, fin dalle prime battute, il gioco suggerisce di utilizzare questo tipo di armi solo in casi estremi. Primo perché producono rumore, attirando i nemici, secondo perché morire in Disjunction è veramente facile: spesso un paio di colpi subiti portano alla morte del personaggio, costringendo il giocatore a ritornare all’ultimo Checkpoint. Questo, oltre ad aumentare il livello di sfida, costringe a reinventarsi, cercando di utilizzare le diverse abilità e i sofisticati Gadget che i nostri protagonisti hanno a disposizione.
Frank, Joe e Spider hanno a disposizione tre abilità attive e una passiva, tutte diverse tra loro. Queste, una volta usate, consumano una barra blu – detta energia – posta sotto a quella della salute. Avremo a disposizione granate fumogene, invisibilità temporanea, ologrammi e tanto altro. Inoltre potremo performare un attacco ravvicinato, non letale, per stordire i nemici, utile per farsi strada senza sprecare energia con i gadget o proiettili con le armi da fuoco. Entrando in modalità silenziosa, premendo l’apposito tasto, si ridurrà il rumore dei propri passi, e sarà possibile vedere il campo visivo dei nemici, aiutandoci a capire dove potremo muoverci senza il rischio di essere notati. Lo scopo delle varie missioni è quasi sempre lo stesso: attraversare i vari livelli per arrivare ad un obiettivo prestabilito, che può essere un personaggio importante, con cui interagire per il proseguimento della trama, o dei documenti top secret da trafugare. Durante l’esplorazione potremo trovare speciali capsule che, una volta raccolte e superato il livello, ci permetteranno di guadagnare esperienza, spendibile in dei power-up passivi volti a migliorare diverse statistiche del personaggio e delle sue armi in dotazione. Infine sono presenti diversi documenti opzionali nelle varie aree di gioco che permettono una maggiore comprensione della lore creata dal team di sviluppo.
Sostanzialmente, nel gameplay di Disjunction non è presente alcun tipo di virtuosismo o meccanica inedita. Tutte le varie tecniche di approccio disponibili in-game sono presenti in numerosi altri titoli dello stesso genere. Questo però non si traduce per forza in un lato negativo: I ragazzi di Ape Tribe Games hanno preferito cercare di perfezionare espedienti ludici già esistenti piuttosto che rischiare. Il risultato è un insieme ben amalgamato e bilanciato di sfida, varietà di approccio e divertimento. Nulla del gioco in questione fa di certo gridare al miracolo, tuttavia gli amanti del genere troveranno in Disjunction qualcosa di familiare e consono ai propri gusti.
Un difetto decisamente evitabile
Purtroppo c’è un grande neo da riportare che riguarda i controlli di gioco. Durante il gameplay si può accedere alla mappa dell’area che si sta esplorando attraverso la pressione della levetta analogica sinistra; purtroppo la scelta di questo tasto causa però, nella fasi più concitate, accidentali pressioni del suddetto comando, causando un’apertura non voluta della finestra informativa. Questa assurda scelta di mappatura del controller (che non può neanche essere modificata nelle opzioni di gioco) ha causato più di una volta il Game Over durante le nostra prove. Ci auguriamo che la software house cambi al più presto la posizione di questa funzione, magari con un aggiornamento postumo al lancio.
Il comparto artistico di Disjunction è piuttosto nella media, senza infamia e senza lode. Una buona pixel art deve fare i conti purtroppo con ambienti di gioco molto simili tra loro e poco ispirati. La palette cromatica utilizzata richiama toni freddi e asettici, abbastanza in linea con la distopia Cyberpunk creata dal team di sviluppo americano. La colonna sonora che ci accompagnerà per l’intera produzione è coerente con l’immaginario futuristico, grazie a orecchiabili tracce SynthWave e un Sound Design che ricrea piuttosto sapientemente rumori e suoni tipici di un contesto temporale lontano dal nostro presente.