Nel 2020, Oltre la Luce aveva preparato i giocatori di Destiny 2 all’arrivo delle Piramidi, simboli della contrapposizione con lo sferico Viaggiatore. Nel 2021, infatti, abbiamo avuto non solo modo di conoscere più approfonditamente le meraviglie dell’oscurità, ma anche cominciato a nutrire dubbi in merito alla natura e il comportamento dell’entità che sovrasta l’Ultima Città. Ciò che maggiormente avevamo apprezzato del comparto narrativo di Oltre la Luce fu proprio la capacità di farci immedesimare nell’antagonista e comprenderne le paure. Lasciandovi alla recensione della precedente espansione, e dopo tante ore passate nel Tronomondo, siamo pronti a parlarvi di Destiny 2 La Regina dei Sussurri.
Continuazione naturale dei recenti avvenimenti dell’universo di Bungie, le vicende de La Regina dei Sussurri si presentano così come si preannunciavano: un interessantissimo mix di misteri e scoperte, che sebbene riescano a dare una risposta ad alcune domande, ne aprono molte altre. La direzione narrativa si rifà molto a quanto già visto nella serie, ricollegandosi spesso a molti eventi del passato, tra cui l’amatissima espansione Il Re dei Corrotti del primissimo Destiny. Il giallo che si viene a creare genera sensazioni miste, a cavallo tra il conosciuto e l’ignoto, dove a trainare il comparto narrativo è sia la necessità di sconfiggere Savathun, sia l’importanza di scoprire i segreti dei suoi poteri.
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Il finale della Stagione dei Perduti aveva gettato le premesse narrative per La Regina dei Sussurri, introducendo l’elemento portante della trama. La Megera Regina è riuscita a ottenere la Luce del Viaggiatore e a condividerla con il suo esercito, portando alla creazione di guerrieri che, come noi, brandiscono le sottoclassi della luce: la Covata Lucente. Queste sono le fondamenta che muovono l’intero impianto narrativo de La Regina dei Sussurri e ne trainano esemplarmente il comparto ludico.
Considerando l’esorbitante quantità di attività a cui potremo prender parte, la campagna principale non sarà che una piccola porzione dell’offerta di Bungie con questa espansione. Tuttavia, abbiamo apprezzato molto il modo in cui essa è stata capace di dosare i ritmi degli assalti e soprattutto la loro varietà. Parliamo di missioni altamente godibili sia se giocate da soli sia assieme ad altri amici, specialmente se teniamo conto dell’ingegnoso level design messo a punto dal team di sviluppo. Potremo infatti prender parte ad assalti correttamente calibrati tra fasi di platforming mescolate a semplici (ma mai scontati) puzzle, ad altre dove a far da protagonista sarà un puro combattimento in classico stile Destiny.
Questi sono però solo alcuni dei motivi per cui possiamo affermare senza troppi problemi che la campagna principale di Destiny 2 La Regina dei Sussurri è ciò che ci ha convinto pienamente in fase di recensione. Trovare difetti è davvero arduo, anche se potremmo puntare il dito contro una Covata Lucente, i portatori di Luce dell’Alveare, che non sempre è agguerrita come ci si aspetterebbe, soprattutto se sfidata in multigiocatore. Tuttavia, anche in questo Bungie è stata capace di trovare un buon contrappeso.
La modalità leggenda, tra il limite e la sfida
Una delle più grandi novità è infatti la presenza di una modalità leggendaria per gli assalti della storia, che alza l’asticella della difficoltà e limita il potere dei Guardiani, costringendoli non solo a ideare strategie e tattiche migliori per proseguire nella storia, ma anche ad impegnarsi maggiormente. Si tratta di una modalità davvero molto ardua e che ci ha fatto sudare non poco, è vero, ma anche qui non possiamo che notare un’incredibile cura nel bilanciamento generale che non rende mai l’esperienza ingodibile ma, anzi, fa chiaro al giocatore che non si trova di fronte a una sfida impossibile, spronandolo invece a impegnarsi di più. La modalità leggendaria, come potreste immaginare, permette ai Guardiani di mettere le mani su un bottino di qualità superiore, premiando i giocatori che riusciranno a superare le sfide proposte.
Ad aggiungersi alla lista delle novità c’è anche un potenziamento generale alla sottoclasse del vuoto, ora identica al livello di personalizzazione cui poteva vantare quella della stasi. Potremo così modificare non solo le granate, le abilità corpo a corpo, schivate e doppi salti, ma anche le nature e i frammenti. Questo cambiamento offre chiaramente un motivo in più per tornare alle sottoclassi della luce, spronando il giocatore a mettere momentaneamente da parte la stasi per riscoprire il vuoto. Peccato però che al momento questa modifica valga solo per questa tipologia di danno, lasciando immutate le sottoclassi solari e ad arco. Chiaramente, in futuro Bungie offrirà questa maggiore libertà anche ad esse, ma ci avrebbe fatto piacere poterle provare sin da subito.
La forgia e il falcione
Non possiamo omettere di citare però la forgia, un’interessantissima e molto promettente dinamica di gioco che offre ai Guardiani la possibilità di creare delle armi personalizzate partendo da dei modelli e – da buon MMO – da alcuni materiali che otterremo durante il gameplay. In questo modo, avremo una libertà di crafting a dir poco notevole, che richiede però il buon vecchio grinding per poter essere compresa e migliorata. L’unico modello cui avremo accesso immediatamente è quello per la nuova tipologia di arma, il falcione, che è stato più volte ripresentato da Bungie come una valida alternativa per il combattimento ravvicinato, e tanto è.
Sebbene presenti peculiarità che ricordano molto le classiche spade, il falcione viene utilizzato interamente in prima persona e, in primis, può sparare anche un colpo a distanza. I proiettili, di tipo speciale, sono lenti e con una discreta cadenza, ma se riusciremo a potenziare a dovere l’arma potremo arrecare danni importanti a più nemici contemporaneamente, specialmente ai più grandi e difficili da avvicinare. Ogni colpo andato a segno caricherà una barra che ci permetterà di attivare uno scudo che parerà completamente tutti i proiettili in arrivo.
Abbiamo utilizzato il falcione per varie tipologie di sessioni, e abbiamo constatato che si tratta di un’arma particolarmente adatta ad alcune situazioni specifiche. Naturalmente potreste anche tenerla attiva durante l’intera campagna, ma in generale non crediamo che avrà un impatto particolarmente grande all’interno del sistema ludico di Destiny 2. Tuttavia, ve lo diremo con totale onestà, va più che bene così, perché ancora una volta, Bungie si dimostra capace di equilibrare correttamente il gameplay e di ascoltare il feedback dei giocatori. Trovarsi davanti una nuova arma che non è invincibile, è una delle tante prove di come Destiny 2 La Regina dei Sussurri sia magistralmente bilanciato in ogni suo aspetto, e non vi nascondiamo di esser rimasti molto sorpresi da ciò durante la nostra recensione.
Il Tronomondo di Savathun
Uno degli elementi che più ci erano piaciuti di Oltre la Luce erano proprio le terre desolate della superficie di Europa. Con La Regina dei Sussurri, Bungie è andata con decisione in una direzione opposta, scegliendo di mostrare un regno in cui il Guardiano è totalmente straniero. Le macro aree del Tronomondo sono esteticamente riconducibili a personaggi e avvenimenti della campagna, e allo stesso tempo riescono ad essere molto ben collegate tra di loro. La grandezza del level design di Bungie si evince dal fatto che perdersi nel Tronomondo è assai difficile proprio perché ogni area riesce ad essere memorabile e perfettamente caratterizzata. Nulla da ridire in merito alle attività in cui potremo prendere parte, della stessa quantità e qualità cui il team di sviluppo ci ha abituati negli anni.
Peraltro, sebbene elogiamo il level design del Tronomondo, potremmo fare lo stesso discorso anche – se non di più – per i settori perduti e le aree in cui si svolgeranno gli assalti. La caratterizzazione e differenziazione di ogni ambiente resta un elemento cardine a dimostrazione della bravura di Bungie e, oltre alla fenomenale colonna sonora di Michael Salvatori, donano un’identità unica a ogni singolo luogo. Per la recensione, crediamo sia importante elogiare particolarmente questi pregi di Destiny 2 La Regina dei Sussurri proprio perché nessuna attività sembrerà mai davvero ripetitiva o già vista, a riprova di una magistrale cura di ogni dettaglio.
La sfida della Promessa del Discepolo
La ciliegina sulla torta dell’offerta è però la Promessa del Discepolo, il nuovo raid introdotto solo negli ultimi giorni. L’anno scorso fu la Cripta di Pietrafonda a tenerci incollati allo schermo per moltissime ore, mentre adesso tocca all’incursione della nuova espansione a sfidare i giocatori in modi a dir poco estremi. La struttura del gameplay segue in modo diretto quanto fatto in passato, proponendo in ogni singola fase meccaniche puzzle quasi sempre differenti.
Il livello di difficoltà resterà elevatissimo per l’intera durata del raid, grazie anche alla peculiarità – così come altri in passato – di lasciare al giocatore pochissimi indizi, quasi nessuno. La Promessa del Discepolo mantiene l’alone di mistero e gli enigmi che hanno caratterizzato la campagna, estremizzando la complessità dei rompicapi che dovranno sempre essere completati assieme ad altri nostri amici.
Più di una volta potrebbe capitarvi di non avere alcuna idea di come procedere, e la soluzione a un puzzle potrebbe non essere ovvia neanche se l’avreste sotto il naso. Tuttavia, con un pizzico di trial-and-error e una costante organizzazione con i membri del team, riuscirete a completare progressivamente le fasi dell’incursione. Non vi nasconderemo, infatti, che impiegherete molte ore per completare la Promessa del Discepolo, ma la presenza di enigmi simili tra di loro renderà l’avanzamento sempre meno punitivo. Si tratta senza dubbio di un’esperienza che non potete lasciarvi scappare, soprattutto dopo aver completato la campagna principale e messo le mani su armamenti di qualità superiore. Tenetevi però pronti a una difficoltà molto elevata e per nulla permissiva, dove ogni errore potrà risultare in un wipe e nel riavvio della fase in cui vi trovavate.