È sorprendente come in pochissimi anni le disavventure del giovane Tanjiro Kamado e di sua sorella Nezuko abbiano stregato gli appassionati di tutto il mondo. Un successo tale che dal manga originale sono stati tratti anche una serie anime, un film animato distribuito perfino nelle sale cinematografiche italiane (che ne segue gli avvenimenti, ecco la nostra recensione) e un videogioco pubblicato da SEGA. La recensione in questione si dedica proprio a Demon Slayer: The Hinokami Chronicles, più precisamente al porting dedicato alla console ibrida Nintendo Switch, la cui uscita è prevista per domani 10 giugno 2022 a quasi sette mese di distanza dalla pubblicazione originale.
Un ammazzademoni ibrido
Una delle prime domande che ci si pone in operazioni di questo genere, è come il team di sviluppo sia riuscito a “comprimere” l’intera esperienza adattandola alla console Nintendo. Come ormai è ampiamente noto, Switch non è una piattaforma tecnicamente avanzata, tanto da rendere difficoltose anche le trasposizioni di opere della generazione PlayStation 4 e Xbox One. La sfida intrapresa da Cyberconnect2 non è quindi stata una passeggiata, ma il risultato è più che soddisfacente, col gioco che gira senza alcun calo di frame rate, sia nella modalità portatile che quella casalinga.
Demon Slayer: The Hinokami Chronicles si divide principalmente in tre fasi di gameplay: l’esplorazioni della mappa, i QTE animati e le fasi di combattimento. Le prima si presenta con una struttura semplice e non proprio al passo con i videogiochi moderni, attraverso ambienti lineari con una completa assenza di interazione con l’ambiente ed evidenti “muri invisibili”. Un vero e proprio diversivo per dare respiro al giocatore, dove trovare alcuni collezionabili e completare qualche attività secondaria. In questa parte si dimostrano i limiti del lavoro inserito nel porting, visto che le texture degli NPC presentano maggiori o inferiori dettagli, in base alla posizione della telecamera, oltre a un certo offuscamento della visuale in lontananza. Niente di preoccupante comunque, ma sono piccoli dettagli che mettono in evidenzia i compromessi visivi rispetto alle altre edizioni console e quella PC.
La seconda fase è quella dei cosiddetti QTE. Qui è dove si evidenzia in pieno lo stile di Cyberconnect2, con cutscene dinamiche e perfettamente animate che oltre a riprodurre elegantemente l’azione dell’opera originale, offre un certo impatto agli occhi del giocatore. In questo caso il tempo di reazione richiesto al giocatore è abbastanza permissivo, avvicinandosi così ad uno standard di utenti meno esperti.
Il punto di forza dell’opera però rimane, ovviamente, la fase di combattimento. Qui il lavoro di trasposizione mostra il meglio di sé senza alcun genere di problema tecnico tra scontri singoli, in coppia, con avversari giganti o con una maggiore presenza di nemici a schermo. Un combat system per niente tecnico e che punta all’immediatezza e al divertimento, adattandosi così a partite mordi e fuggi perfette per una piattaforma come Switch. Non importa quindi conoscere a memoria combo o tecniche dalle complesse combinazioni di comandi, ma tenere in mente la base e comprendere il moveset dei molteplici personaggi presenti nel roster del gioco. Il risultato è una grande soddisfazione ludica, grazie anche all’immediata reattività dei comandi e l’azione nello schermo. All’interno delle opzioni è perfino possibile cambiare i comandi, conferendo un ottimo grado di adattamento e personalizzazione.
Switch non rimane indietro
Come raccontato anche nella recensione delle precedenti versioni, Demon Slayer The Hinokami Chronicles presenta diverse modalità. La prima tra tutte è la modalità storia, che oltre alle battaglie principali e tutto ciò che vi abbiamo descritto, presenta scontri secondari e i frammenti di ricordo. Questi ultimi sono come filmati completamente opzionali che raccontano, quasi sempre dal punto di vista di Tanjiro, momenti che per un motivo o per un altro sono saltati nella parte principale della storia.
Per quanto ottimi – per chi magari è estraneo alla versione su carta o televisiva di questa storia – risultano comunque un tentativo leggermente pigro, tanto da usare immagini statiche interamente riprese dall’anime. Tutto un altro discorso le cutscene con il motore di gioco, che esprimono quella classica cinematografia e l’impeccabile stile visivo di Cyberconnect2.
Il menù di gioco permette poi di selezionare anche la modalità Scontro, dove affrontare altri avversari sia online che offline. In particolare ci sono anche le missioni giornaliere settimanali e stagionali, che richiedono di completare una serie di azioni negli scontri con gli altri giocatori di tutto il mondo. Le sfide multiplayer offline, invece, si difendono molto bene senza alcun genere di problema tecnico.
La modalità Ricompense, invece, permette di visualizzare una serie di tabelle con ogni genere di sbloccabile nel gioco. Ispirandosi in parte ad esempio alla struttura di alcuni capitoli di Super Smash Bros, si hanno due modi per ottenere i diversi contenuti sbloccabili: raggiungere un determinato obbiettivo, oppure spendere i propri punti Kimetsu ottenuti giocando. Un modo che offre una certa libertà al giocatore, così da determinare in che modo ottenere determinati contenuti. In generale il procedimento risulta forse troppo permissivo, e in parte questo si vede anche nella modalità storia. Infatti, raggiungere il grado S negli scontri risulta anche troppo semplice, almeno al grado di difficoltà normale.
Il menù principale si completa con l’addestramento, dove poter provare ogni singolo personaggio a piacimento, l’archivio, dove è possibile visualizzare i diversi contenuti sbloccati, e l’immancabile tutorial. Insomma, in questa recensione abbiamo notato come, a livello contenutistico, Demon Slayer: The Hinokami Chronicles su Nintendo Switch sia identico alle precedenti versioni, ma con una gradita aggiunta: sin dal day one presenta perfino sei personaggi aggiuntivi nel roster, inizialmente presenti come aggiornamento gratuito sulle altre console e su PC, non include però tutti i combattenti DLC.
Arte demoniaca
Nel puro lato stilistico, questo Demon Slayer è un vero piacere per gli occhi. Attraverso l’Uneral Engine 4 il team di sviluppo è riuscito a creare un mondo estremamente simile all’opera originale, trasportando i disegni di Koyoharu Gotōge con degli ottimi modelli poligonali. Certo, al suo interno è presente qualche compromesso e alcune texture sotto le righe, ma nell’insieme risulta essere un prodotto dall’impressionante qualità visiva. La colonna sonora originale è inoltre molto evocativa, che si adatta perfettamente ai contesti, che siano comici, drammatici, tranquilli, o di pura azione nei combattimenti. Il doppiaggio è di buona qualità, per quanto alcune voci non si adattino bene all’età dei personaggi rappresentati.
Infine confermiamo comunque la presenza di sottotitoli e interfaccia in lingua italiana, e altre del territorio europeo, per quanto non perfettamente in linea con i dialoghi inglesi. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la traduzione nostrana si basa sulla sceneggiatura giapponese originale, quindi può far storcere il naso ascoltare di un determinato dialogo, e nel mentre leggere un differente sottotitolo.