L’universo videoludico è costellato da meteore e promesse infrante: lo sanno bene gli acquirenti Microsoft Xbox One che si sono visti, nel corso del tempo, cancellare titoli altisonanti dichiarati come pronti per essere rilasciati sul mercato e poi dimenticati o estirpati senza una spiegazione chiara. Sony PlayStation 4 non è stata da meno della concorrenza: Deep Down ne è l’esempio perfetto! Annunciato nel lontanissimo 2013, il titolo si professava come un souls like che ci avrebbe fatto partire da un mondo quasi futuristico per poi sprofondare in un universo medieval fantasy di tutto rispetto, a caccia di draghi e di chissà quale demone. Non nego che fui molto emozionato all’epoca: una grafica pazzesca, un titolo che avrebbe sfruttato le caratteristiche di un gioco souls (all’epoca si trovava all’apice della popolarità) su una nuova console, un nuovo pad a cui abituarsi e con cui “crescere”; il tutto disponibile al lancio della nuova nata in casa Sony: rimasi sbalordito e ricordo bene che pensai “anche se dovesse uscire poco dopo andrebbe bene, purché sia un buon prodotto e che mi intrighi!”, ovviamente non potevo sapere quanto fossi lontano dal possedere in collezione un simile titolo.
Nei mesi a seguire, dopo quel fatidico E3, arrivarono diverse informazioni circa Deep Down: iniziai a scoprire in modo certosino il motore grafico, del tutto nuovo il Panta Rhei che prometteva meraviglie in campo di illuminazione e di resa a schermo degli effetti di luce, proprio come i riflessi sulle armature, la fantasia non ci mise molto a diventare realtà quando spulciando il video di presentazione scoprii che si potevano notare i riflessi delle fiamme sputate da un drago danzare sull’armatura del soldato che cercava di fronteggiarlo. Le armature: un vero must have per tutti i giochi medieval fantasy, si scoprì che il titolo avrebbe preso le sembianze dell’epoca vittoriana, che erano stati condotti studi specifici circa la composizione di tali vestiti, ricerche sui tessuti e sulle mode del periodo storico in questione. Immancabili le armi: promesse di stili differenti per ogni singola arma presa in esame, del resto alle spalle del gioco c’era il genio di Yoshinori Ono, già conosciuto per Street Fighter IV a cui si può imputare di tutto ma di certo nulla si può recriminare circa la cura posta nei differenti stili di combattimento.
Deep Down sarebbe stato uno dei primi titoli gratuiti presente sul servizio Sony PlayStation Plus, il che accese l’interesse di tutti, anche di chi come me già pagava il servizio su PS3 in quanto si percepiva un offerta davvero ricca se si pensa che al lancio erano previsti diversi giochi gratuiti tramite quel servizio, quasi uno per genere, e i fan del mondo action/rpg di stampo souls come me, avrebbero avuto la loro fetta della torta.
Le cose si fecero grige quando verso il marzo del 2014 il titolo tardava ad arrivare e gli sviluppatori smisero di dare informazioni: pensai che avessero scelto la linea del silenzio, per sbalordire tutti con un gioco al di fuori dall’ordinario. Nulla di tutto questo: il titolo è rimasto bloccato nel così detto “development hell” ovvero un limbo in cui non si sa se lo sviluppo sia in prosecuzione o definitivamente interrotto. Perché parlare di un titolo simile allora? Cosa porta di nuovo alla nostra tavola? Ebbene il motivo è che qualche giorno fa, la licenza per Deep Down è stata rinnovata, il che significa che Capcom ha tempo fino al prossimo 2020 per far uscire sugli scaffali il gioco. Data la presunta esclusiva su PS4 e l’immagine che uscì tempo fa nella quale apparve la scritta “le ombre muoiono sempre due volte”, non mi stupirei troppo se vedessimo il gioco all’E3 di quest’anno.
I tempi sono maturi e considerando che non è previsto un altro gioco souls per questa generazione, sono quasi certo che Capcom sia pronta per far entrare la sua creatura in questo genere di giochi. Cosa aspettarsi dopo tanto tempo? Certamente una grafica strabiliante, la possibilità di decidere cosa potenziare su PlayStation 4 Pro, dato che all’epoca dell’annuncio non esisteva ancora questo supporto, sarebbe logico pensare ad un potenziamento HDR ed un maggior controllo sul frame rate. Cooperazione sarà la parola d’ordine ma non escludo nemmeno una sorta di arena pvp perché se Capcom è stata abbastanza attenta al mercato, potremmo trovarci davanti ad un gioco poliedrico che possa dare filo da torcere anche al miglior For Honor in circolazione. Escludo a priori la formula del Free-To-Play: non ho personalmente mai creduto che un souls like possa rientrare in questa strategia di mercato. Tempo al tempo: magari “dal profondo” sorgerà un titolo davvero emozionante, appuntamento a questo E3 per saperne di più!