Oggi vi vogliamo parlare dettagliatamente dell’ultima fatica di Armature Studio, Dead Star. Questo piccolo ma grintoso studio americano di Austin, Texas, è nato nell’aprile 2008 al termine dei lavori su Metroid Prime 3: Corruption. Il direttore del titolo Mark Pacini, insieme al suo art director Todd Keller e qualche altro seguace, lasciarono Retro Studios per mettersi in proprio, iniziando a lavorare subito forte con la produzione di Metal Gear Solid Collection HD su PlayStation Vita. Dopo lo splendido lavoro fatto con il titolo Konami, anche la Warner Bros. Interactive decise di affidargli l’ancora più difficile produzione di Batman: Arkham Origins Blackgate anche questo rilasciato sulla portatile di casa Sony e subito dopo anche su Nintendo 3DS. Dopo questi due grandi titoli lo studio continuò a produrre regolarmente ogni anno almeno un videogioco fino ad arrivare all’entusiasmante Dead Star.
E’ stato necessario introdurre l’esperienza di Armature Studio, per farvi capire quanto questo possa essere giovane ma al suo interno molto esperto, tanto da creare un’esperienza di gioco elettrizzante e in grado di fondere tantissimi stili di gioco al suo interno: hanno unito elementi tipici degli shooter a particolari caratteristiche tattiche nel guscio ancora più ricco di tutti gli elementi cardine di un qualsiasi MOBA. Iniziare l’avventura spaziale di Dead Star non è affatto uno scherzo, noi ci siamo cimentati con la versione PlayStation 4 del titolo, ma questo è presente anche in versione PC, acquistabile tramite la piattaforma di Steam. Questo piccolo ma grande gioco, che fa proprio del mix di tante caratteristiche la sua forza, ci immerge all’interno di grandi battaglie spaziali, nelle quali strategia e compagni di squadra saranno fondamentali per andare avanti. Il titolo come quasi tutti i MOBA ha una fortissima componente online, e non fa di certo la trama il suo punto forte, visto che questa viene descritta da tre schermate testuali che ci raccontano di una storia ambientata nei confini più remoti dello spazio, all’interno di un sistema allo sbando, dove alcuni detenuti sono costretti a sopravvivere scontando la loro particolare pena: essere controllati da un’intelligenza artificiale che non permette loro di scappare. Suddivisi in due fazioni avversarie, i Meccanici e gli Scavenger questi dovranno affrontarsi per cercare nei resti dispersi nello spazio gli unici motori a curvatura esistenti e tentare la fuga cercando un mondo migliore. Insomma una storia per niente impegnativa.
Dopo avervi introdotto nella breve storia del titolo, è ora di spiegarvi in maniera più dettagliata cosa troveremo all’interno di questo. Come anticipato in precedenza quello che potremo fare da soli o meglio nella scarsa modalità single player, non sarà altro un breve tutorial esplicativo delle meccaniche del gioco e provare le uniche nove astronavi a nostra disposizione. Sarà utile solo per capire quali caratteristiche abbiano le singole navi, e come possono essere sfruttate al meglio in partita. Dopo questa breve e concisa spiegazione si parte direttamente con l’unica modalità inizialmente disponibile intitolata “Conquista”, da affrontare in 5v5 o 10v10 in partite che non arrivano quasi mai a superare più di 25-30 minuti di gioco, anzi il più delle volte si possono chiudere entro il quarto d’ora. In questa modalità la scelta delle mappe non sarà a nostra disposizione, ma verrà gestita in maniera del tutto casuale, e sarà costituita a sua volta di un numero variabile di di settori esagonali, al cui centro troveremo un’avamposto. L’obiettivo principale del match sarà quello ovviamente di conquistare e sconfiggere l’avamposto nemico situato nell’estremità opposta alla nostra della mappa. Non vinceremo però unicamente distruggendo tutto e tutti quelli che si pareranno di fronte a noi, perché nel corso del match la strategia non sarà una componente da sottovalutare: infatti potremmo raggiungere la vittoria totalizzando un punteggio prestabilito prima dell’avversario per far sì che un cannone difensivo distrugga la base nemica. Tutt’altro che scontate le partite seppur veloci, cosa che contraddistingue il titolo da tutti gli altri MOBA, in ogni momento sarà importare controllare l’andamento generale del match, così da approcciarsi in maniera furba, e dividendo i compiti tra i cinque o i dieci alleati. Nel caso di partite molto equilibrate non sarà una cattiva idea intrattenere i nostri nemici con manovre evasive o altre tattiche le navi avversarie mentre il nostro scout raccoglierà i punti e gli obiettivi in maniera veloce così da regalarci una vittoria tattica più che distruttiva; al contrario se siamo molto più bravi del team nemico dovremo accorgerci delle loro intenzioni bloccandogli il farm e distruggendoli quando possibili, prendendo velocemente il controllo di tutti gli avamposti. Questo ci fornirà un corridoio perfetto per entrare e distruggere la base nemica. Una volta vinto un determinato numero di partite e conquistato il famigerato motore a curvatura, sbloccheremo la seconda e unica modalità del titolo, denominata Fuga.
In questa simpaticissima modalità chiamata “Fuga“, che si bloccherà solamente quando avremo ottenuto il tanto famigerato quanto raro motore a curvatura funzionante, il compito del nostro team sarà quello di proteggere una nave ammiraglia che si appresta a scappare dalla sperduta galassia in cerca di mondi e sistemi più accoglienti. In questo caso, la nave ammiraglia verrà proiettata all’interno di una serie di partite in corso di altri utenti e voi ed il vostro gruppo verrete assegnati ognuno ad una torretta difensiva che dovrà resistere e respingere le incursioni delle navi nemiche, fino al momento decisivo in cui la grande astronave attraverserà lo spazio tempo. La cosa interessante di questa particolare modalità (oltre al fatto che passeremo per diverse partite classificate di altri utenti) è lo scontro non assicurato: ovvero i nostri avversari verranno allertati dell’invasione del nostro grande e ultimo baluardo galattico, e potranno decidere se ignorarci e continuare il loro scontro o allearsi con l’altro team e cercare di affondare la nostra nave; questo con lo scopo più grande di recuperare ricompense rare che potranno velocizzare di molto la loro evoluzione.
Non solo navicelle
Dead Star non brilla certo per specifiche dinamiche ben sviluppate, anzi, gli sviluppatori hanno creato un titolo molto lineare che mixa diverse componenti in un unico titolo, cercando di puntare sulla semplicità e l’immediatezza delle dinamiche classiche dei twin-stick shooter facili ed intuitivi. Con lo stick sinistro muoviamo la nave, con quello destro miriamo e con gli altri pulsanti facciamo fuoco, fino ad arrivare a dinamiche già più evolute di farming e scelta adeguata della nave nelle diverse situazioni di gioco, ed il tutto condito dal sale della competitività multiplayer. Ciò che lo rende un titolo divertente da giocare è sicuramente la modalità cooperativa molto presente nel corso dei match. Sarà importante avere sempre un’approccio strategico al gioco, infatti già dalla schermata del matchmaking inizieremo a scegliere quali navi caricare per la partita, potremo scegliere come già detto in precedenza solamente tra nove navi, che si suddividono in tre classi diverse che a loro volta si suddividono in tre modelli per ognuna. Questo perché nel corso del match ogni giocatore potrà posizionarsi sopra una base alleata e cambiare la nave scegliendo quella che si adatterà meglio alla fase di gioco, un’intuizione questa che lo rende diverso da tutti gli altri MOBA in circolazione. Le tre classi sono così composte:
– Scout: astronavi piccole ma veloci, molto utili nelle fasi iniziali dei match dove sarà importante concretizzare subito un vantaggio di avamposti conquistati nei confronti dei nemici
– Raider: utili sopratutto per potenziare i nostri avamposti grazie alla loro capacità di farming elevata;
– Fregate: le astronavi con la maggiore potenza di fuoco, utili per sferrare il colpo finale sugli ultimi avamposti nemici
Visti i rapidi cambi e alla durata non certo lunghissima dei match sarà importante che i giocatori prendano sempre la scelta migliore nel più breve tempo possibile, così da limitare o contenere i danni e fronteggiare al meglio la strategia avversaria, o in caso di grande conoscenza o esperienza del titolo progettare strategie che mettano continuamente sotto pressione gli avversari sfruttando ogni loro punto debole. Questo perché il titolo offre un sistema di potenziamento strutturato, che oltre a sistemarlo prima della partita verrà continuamente aggiornato nel vivo del gioco. Ogni astronave del titolo infatti possiede cinque slot correlati alle caratteristiche di attacco e difesa, possiede un sistema di fuoco primario e secondario, diversi tipi di scudi e alcuni oggetti di cura per se o per gli alleati oltre ad alcune funzionalità stealth che ci permetteranno di aggirare ostacoli, attaccare di nascosto sorprendendo gli alleati o più semplicemente darsela a gambe salvandosi la vita.
Una buona idea ma…
Il titolo mixa in maniera soddisfacente come già detto le varie dinamiche twin-stick shooter, strategiche e dei MOBA, riuscendo a trasportare i giocatori appassionati di titoli similari e non solo, anche i più competitivi siamo sicuri troveranno pane per i loro denti. Tutto con un sistema di progressione delle partite profondo e veloce, nel quale ogni giocatore dovrà prendersi tutte le responsabilità del ruolo da ricoprire giocando al meglio ogni partita. Inoltre il sistema di matchmaking durante le nostre ore di gioco, non ha mai dato problemi, anche grazie al fatto che questo da la possibilità di selezionare la voce “Crossplay” incrociando così l’utenza del titolo su PC e quella PlayStation 4. Uniche note negative del titolo risiedono nel fatto che questo non possieda chissà quante componenti aggiuntive, le sole due modalità di cui una si sblocca solo dopo un certo numero di partite potrebbero annoiare sul lungo periodo molti utenti, e forse potremmo dire che alcune partite vinte con le stesse tempistiche sono state giocate con le stesse strategie, quindi una volta esperti del titolo rischiamo di ripetere partite praticamente sempre uguali. Per questo ci sentiamo di dire che Dead Star è sicuramente una valida opportunità per tutti gli amanti dei twin-stick shooter più convenzionali, garantendovi comunque tantissime ore di svago e di puro divertimento, non solo giocando affianco ai vostri amici ma anche con svariati compagni di ventura. In definitiva crediamo che l’idea degli sviluppatori non è per niente male anzi, speriamo e crediamo che nel corso del tempo il titolo riesca ad ottenere il giusto successo così da poter crescere e migliorare in quelle piccole pecche che oggi ancora ne macchiano il giudizio.