Call of Duty Black Ops III: Zombie Chronicles Recensione

Nicolò "Nico" Fratangeli
Di Nicolò "Nico" Fratangeli Recensioni Lettura da 5 minuti

Parlare di Call of Duty è una cosa piuttosto complicata quest’oggi; il brand, nell’ultimo decennio, è praticamente diventato la gallina d’oro di Activision, basti pensare alla serie Modern Warfare che nella scorsa generazione ha superato qualsiasi tipo di record di vendite e di giocatori online. Activision non ha però avuto quella lungimiranza nel ripetere tali esperienze e innovazioni nei capitoli del franchise current gen, che infatti stanno vivendo un momento molto difficile a livello di community e riconoscenze. Unici baluardi a tenere botta attualmente sono i capitoli della serie Black Ops, titoli sviluppati da Treyarch che si alternano con cadenza biannuale al brand principale. Ed è probabilmente per questo che Activision, per la prima volta, ha deciso di supportare un Call of Duty ben oltre il suo ciclo vitale: stiamo parlando di Call of Duty: Black Ops III, che ha visto in questi giorni l’arrivo del DLC Zombie Chronicles. Questo contenuto aggiuntivo porta con sé ben otto delle più belle mappe presenti all’interno della famosa saga zombie legata alla serie Black Ops, ovviamente rimasterizzate per l’occasione. Scopriamo insieme se vale la pena di rispolverare questa “oramai” vecchia gloria!

Call of Duty Black Ops III: Zombie ChroniclesLa notte dei morti viventi

Call of Duty Black Ops III: Zombie Chronicles prevede otto mappe appartenente alla storica saga zombie caratteristica della serie Black Ops; è indubbio che, a prima vista, il lavoro di restyle effettuato da Treyarch sia stato più che buono: le mappe, grazie al nuovo impianto di illuminazione, godono oggi di una luce nuova e sono condite poi da nuove texture, effetti e modelli poligonali molto più curati. Se l’effetto risulta gradevole già con Origins, mappa originariamente presente in Black Ops II, il risultato è ancor più marcato con Nacht der Untoten, Verruckt e Shi No Numa dall’ormai decennale World at War. A completare il pacchetto abbiamo poi Kino Der Toten, Ascension, Shangri-la e Moon, mappe tratte dal mai dimenticato Black Ops. Il feeling risulta quello delle prime volte, segno che la formula che fu vincente al tempo, risulta più che mai attuale al giorno d’oggi: un contenuto dunque “collaudato” a dovere, che riesce tutt’oggi a non sentire il peso degli anni. L’unica nota stonata è la scelta di Treyarch di mantenere l’arsenale del futuristico Black Ops III anche nelle mappe appartenenti alla seconda guerra mondiale: una scelta che abbassa leggermente il grado di difficoltà e rovina in parte l’atmosfera e il fascino rétro che si respirava in tali ambientazioni.Call of Duty Black Ops III: Zombie Chronicles

Non è tutto oro quello che luccica…

Veniamo ora ai lati negativi della scelta commerciale dietro Call of Duty Black Ops III: Zombie Chronicles che, a dirla tutta, non sono proprio pochi. Supportare un titolo dopo fine del suo ciclo vitale è sempre una cosa rischiosa, soprattutto considerando che i Call of Duty funzionano in gran parte come i titoli sportivi: infatti, come quest’ultimi, ad ogni anno succede la versione più recente, col rischio che il titolo precedente venga reso, venduto o comunque messo da parte in favore del nuovo che avanza. E’ probabile che Activision, prima di effettuare una manovra del genere, abbia fatto i suoi conti, ma un titolo che punta il 99% sulla cooperativa implica spesso che quattro amici possiedano la copia del titolo installata sulle loro console. Se a questo fatto uniamo il prezzo del DLC, le prospettive non sono delle più rosee: Call of Duty Black Ops III: Zombie Chronicles viene infatti venduto al prezzo di 29,99 Euro, decisamente troppo alto per l’offerta proposta, ma comunque in linea con la politica storica di Activision; se pensiamo che a quel prezzo sono oggi acquistabili titoli come Overwatch e Battlefield 1, i consumatori probabilmente un paio di domande se le faranno. Il gioco diverte e questo è fuori discussione. Le otto mappe, grazie alla loro complessità, rendono ogni partita diversa, ma la difficoltà generale piuttosto alta che, come già detto, “costringe” a giocare rigorosamente con amici in cuffia, tende a scoraggiare l’acquirente singolo moderno, il quale grazie a internet e ai potenti mezzi oggi a disposizione è sempre attento a offerte migliori e più convenienti.

Condividi l'articolo
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario, riceve un paio di anno dopo l'amore della sua vita: Sony PlayStation. Console che l'accompagnerà per tutta la sua carriera videoludica, tantè che la ritroviamo attaccata e funzionante nella sua cameretta, appena sotto le sorelle maggiori. Da buon collezionista e amante di retrogaming passa parte del tempo su Ebay a cercare qualche chicca Retrò, ritrovandosi ogni volta in lacrime alla vista del prezzo di Suikoden II PAL.