Bright Memory – Recensione, un sorprendente antipasto per Xbox Series X

Abbiamo avuto modo di giocare e analizzare Bright Memory su Xbox Series X, ecco quanto riscontrato con l'opera di FYQD Studio.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Recensioni Lettura da 5 minuti

Nato quasi come un banco di prova per lo sviluppatore Zeng Xiancheng, Bright Memory ha già avuto modo di brillare nel mondo PC. Dopo una fase di Early Access infatti, l’unico membro che popola la software house FYQD Studio ha reso disponibile la versione definitiva del gioco. Sin dalle premesse, questo si presenta come un antipasto per Bright Memory: Infinite, qui la nostra anteprima, che include infatti il nuovo titolo in sviluppo nel prezzo del biglietto. Di che si tratta quindi? Quasi di una demo, dove il professionista ha deciso di mettere in campo le sue abilità con l’Unreal Engine 4, offrendo un’opera limitata sotto ogni ambito che punta però ad introdurre i giocatori in questo strambo e iconico universo, offrendo nel mentre alcune sezioni ludiche senza dubbio piacevoli.Bright Memory

Abbiamo avuto modo di completare il gioco su Xbox Series X, purtroppo si tratta di meno di un’ora di gameplay, di conseguenza vogliamo parlarvi del progetto e delle sue peculiarità. Specifichiamo sin da subito che non troverete alcun voto dopo le battute finali, in quanto quella che abbiamo avuto modo di vivere è a tutti gli effetti una demo, rimandiamo quindi il nostro giudizio al prossimo gioco completo.

Azione e stile in Bright Memory

Presentandosi sin da subito come una lettera di amore dallo sviluppatore al mondo dei videogiochi, l’opera ci offre un impatto visivo interessante, nonché moltissime citazioni ad altre opere come la saga di Dark Souls. La storia è particolarmente offuscata, si tratta solo di un accenno a dirla tutta, dove una ragazza si trova a combattere contro moltissimi avversari con oggetti futuristici, passando di zona in zona e investigando su alcuni misteri piuttosto interessanti, mentre ci si mettono di mezzo anche varie linee temporali. Speriamo chiaramente che il comparto narrativo venga potenziato e reso più chiaro nel corso della prossima iterazione del brand.

Bright Memory si configura come un FPS, non abbracciando però tutti i canoni del genere, in quanto porta in ballo moltissime abilità e un’azione frenetica davvero spettacolare. Colpi sismici e rampini per volare qua e là non mancano in nessuna sezione, che non ci si lasci poi scappare la spada laser con cui affettare i nemici e usare ulteriori combinazioni. Il sistema di shooting è davvero solido e offre un ottimo feedback, questo permette assieme alle varie potenzialità della protagonista di affettare le orde di nemici in men che non si dica, che purtroppo sono disponibili in pochissime sezioni ludiche.

Bright Memory Per fortuna il tutto rimane divertente per l’intera durata dell’esperienza, non considerando i due boss piuttosto ripetitivi, ma lascia chiaramente con l’amaro in bocca sul finale. La possibilità di effettuare salti poderosi apre il gioco anche a delle fasi platform, ancora una volta, davvero poche, ma piuttosto simpatiche e divertenti, proprio come per la manciata di enigmi ambientali presenti.

Pronti al nuovo progetto

Per quanto riguarda il lato grafico, l’opera si difende piuttosto bene, anche se nelle animazioni e nelle espressioni facciali si nota la fattura “indipendente” dell’esperienza. Il colpo d’occhio è ottimo, anche se la versione per Xbox Series X non brilla particolarmente sul campo tecnico, in quanto è letteralmente la stessa di quella PC. Il supporto a mouse e tastiera – miracoloso per un FPS – è implementato solo in parte, visto che nel menù è comunque necessario imbracciare un controller (che tra l’altro, ironia della sorte, si utilizza per muovere un cursore). Sono presenti diversi dettagli che fanno notare quanto questo porting sia approssimativo, dai cali di frame, ai comandi solo in parte tramutati per le varie periferiche, alla presenza delle stesse impostazioni grafiche della versione per computer, tra l’altro per qualche motivo addirittura modificabili.

In conclusione, vi conferiamo che come gioco in sé Bright Memory non riesce a centrare in pieno il bersaglio. Vuoi per la durata, vuoi per le moltissime limitazioni presenti in ogni ambito, il gioco non è altro che un antipasto piuttosto divertente, atto a preparare i giocatori per l’imminente Bright Memory: Infinite. Tuttavia possiamo assicurarvi che il lavoro, considerando che è stato svolto nella sua interezza da – quasi – un singolo individuo, è semplicemente impressionante, e non fa che creare la voglia giusta di mettere mano sul suo prossimo prodotto!

Condividi l'articolo
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.