Blood on the Clocktower Recensione: di chi potrai fidarti quando tutti vogliono ucciderti?

Ricordati che non sempre l’idea che ti sei fatto di un giocatore è quella vera: se te lo sei dimenticato, ci pensa Blood on the Clocktower.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 8 minuti

L’esperienza de “l’assassino” l’abbiamo già vissuta: c’è chi usava le carte da briscola, chi poi ha spolpato in lungo e in largo Lupus in Tabula e le eventuali varianti. E se vi dicessi che esiste la versione definitiva, quella di cui non potrete più fare a meno, pensata in tutto e per tutto per dare un’esperienza di tutt’altro livello? E se vi dicessi inoltre che c’è tanto di master che gestisce la giocata, e una serie di meccaniche che vi porteranno a dubitare persino del vostro migliore amico? Scopriamo Blood on the Clocktower.

Blood on the Clocktower è un gioco da tavolo di deduzione sociale ideato da Steven Medway e pubblicato da The Pandemonium Institute. La confezione, che emula un grande libro, contiene all’interno 4 moduli diversi, oltre a moltissimi plichi con i ruoli e regole varie. Il gioco è in lingua inglese, ma non è difficile da comprendere, e una volta entrati nel vivo non serviranno così tanto i testi.

I giocatori si divideranno tra ruoli positivi e negativi: come nei migliori Lupus in Tabula, l’obiettivo dei giocatori buoni sarà quello di mandare al rogo i cattivi, mentre quest’ultimi dovranno far fuori uno dopo l’altro i giocatori. Dove però molti si fermano, Blood on the Clocktower innova inserendo varie regole diverse dal solito.

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I giocatori cattivi consisteranno in un capo e dei minion: il primo avrà un potere dirompente, non sempre legato al semplice uccidere, mentre i minion avranno meccaniche diverse a seconda di quale classe faranno parte. Esatto, qui ogni personaggio è unico, non ci sono cittadini o minion comuni, e questa cosa si rispecchia anche nei giocatori buoni, che avranno varie abilità diverse a seconda di quale personaggio gli capiterà. Tra i buoni però troveremo anche gli Outsider, dei giocatori che avranno sì il compito di mandare al rogo i cattivi, ma che avranno poteri negativi.

Questa dinamica comporta un continuo stare sull’attenti, considerato che chiunque potrebbe bluffare in qualsiasi momento. Capire poi quali ruoli ci sono in gioco non solo porterà ad una consapevolezza in grado di dare uno spessore aggiuntivo alla partita, ma permetterà di portare sul tavolo delle giocate degne del miglior mastermind della storia. Tutto questo all’interno di 3 set diversi: uno dedicato ai classici del genere, uno a fate e streghe, e uno ai mostri.

Per fare degli esempi, tra i cattivi troveremo un boss capace di uccidersi da solo facendo diventare boss uno dei minion, o minion che potranno camuffarsi come buoni nei vari test di abilità degli altri giocatori, o che potranno vedere il tabellone (di cui vi parleremo a breve). Tra i buoni invece avremo giocatori capaci di ricevere informazioni parziali, o addirittura in grado di uccidere un altro cittadino se nominati.

Nomination!

Nel corso del gioco, quando sarà notte, i cattivi potranno fare i loro comodi e i buoni attivare le loro abilità. Ma quando è giorno, i giocatori buoni e cattivi saranno sullo stesso piano, pronti a discutere. Qui avviene la magia: a differenza delle informazioni che si ricevono negli altri giochi del genere, in questo caso ce ne sono molte di più e capaci di incastrarsi una con l’altra, o addirittura a volte contraddirsi. Vi abbiamo descritto gli Outsider: tra questi abbiamo l’ubriaco, un giocatore che penserà di avere un ruolo ma che riceverà dal Master informazioni sbagliate. La scelta qui sarà a discrezione del Master stesso, magari dando info contrastanti o mettendo un po’ di pepe nella partita.

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Tutto questo ovviamente nel set base: salendo infatti, potrete avere ruoli molto più complessi, e nel caso finiste a giocare in molti (e si parla quasi 20 come massimale) potrete accedere alla quarta espansione, che comprende viaggiatori e NPC. Nel primo caso, saranno giocatori che potranno patteggiare per i buoni o per i cattivi a seconda della loro volontà, entrare in partita quando vogliono e uscirne altrettanto. I secondi saranno invece presenti nel gioco e permetteranno di fare azioni aggiuntive nel corso della partita.

Nella fase di nomination, i giocatori potranno nominare una volta per uno un altro giocatore: qui si passerà quindi ai voti, e alla fine delle varie nomination e votazioni, chi avrà ricevuto più voti andrà al rogo (e già vi dico che tra i cattivi c’è un boss che anche quando muore, rimane in vita facendo finta di non giocare e uccide la notte, ovvero il Non Morto).

Parliamo ora dei fantasmi: nel corso del gioco, uno alla volta, i giocatori inizieranno a morire. Per questo però, mentre in vita i giocatori potranno votare per il rogo quante volte vogliono, come fantasmi potranno farlo una sola volta. Ovviamente dovranno rimanere in partita, chiudere gli occhi quando serve e fare tutto il resto. Questo comporta di conseguenza una presenza in partita di tutti i giocatori anche una volta uccisi, una dinamica che alza il coinvolgimento generale.

In termini di setting, dentro al kit avrete tutto il necessario per giocare: schede plastificate con i ruoli per ogni giocatore, regole, token, segnalini e tanto altro ancora, tutto diviso in scatole ben curate e poste all’interno di una scatola più grande che, se aperta e unita con delle mollette (anch’esse all’interno), diventerà il grimorio del master, dove potrete mettere i vari ruoli e le varie segnalazioni che vi dovete annotare (e che la Spia, come dicevamo, potrà vedere).

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I set più avanzati infine ampliano le meccaniche: ecco che arrivano minion capaci di rendere ubriachi o avvelenati per un turno, o boss che scegliendo la vittima l’avvelenano al primo turno (e quindi il suo ruolo diventa errato, ricevendo informazioni false) e muore a quello dopo. Tutto questo non è poi limitato solo ai ruoli presenti nella scatola (che fidatevi, sono TANTISSIMI): sul sito è possibile trovarne di altri di set fatti da altri giocatori, che magari usano ruoli homebrew e ruoli già esistenti, creando setting sempre nuovi.

Insomma, si tratta di un’esperienza completa, il non plus ultra del genere, venduta ad un prezzo attorno ai 150€, una cifra non economica ma che una volta spesa, vi darà ore e ore di divertimento. Si tratta di un titolo che davvero rivoluziona il genere con delle regole capaci di elevare il livello di analisi e deduzione a tutt’altro standard, e che una volta provato non vi permetterà mai di tornare indietro.

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Editor in Chief
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.