Biancaneve Recensione: il riadattamento in salsa contemporanea… senza una sua dimensione

Abbiamo visto Biancaneve con Rachel Zegler e Gal Gadot, remake del classico Disney uscito nel 1937. Un lavoro degno dell'originale? Ecco la nostra recensione.

Giorgio Maria Aloi
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5 Mediocre
Biancaneve

Biancaneve è un film del 2025 diretto da Marc Webb e con protagoniste Rachel Zegler e Gal Gadot. Si tratta dell’adattamento cinematografico della fiaba del remake in live-action del Classico Disney uscito nel 1937, che a sua volta era un adattamento cinematografico – e rivisitato – della fiaba dei fratelli Grimm. Nonostante il nome altisonante, purtroppo il risultato sembra essere troppo confusionario, alla ricerca di una dimensione che purtroppo non viene mai trovata. Ecco la nostra recensione di Biancaneve.

Specchio, Servo Delle Mie Brame: chi è la più bella del reame?

Biancaneve (Rachel Zegler) è una giovane fanciulla, dolce e gentile, che vive in un regno governato dalla sua matrigna (Gal Gadot). Quest’ultima è caratterizzata da una straordinaria bellezza, ma solo esteriormente, perché in realtà cela una “bruttezza” interiore, nata dalla sua malvagità e dalla sua invidia nei confronti di Biancaneve, definita dallo Specchio Delle Brame “La Più Bella Del Reame” e quindi anche della stessa Regina. Accecata da questa invidia, la Regina Cattiva vorrà liberarsi di Biancaneve definitivamente e la giovane fanciulla. Ella, dopo aver saputo del pericolo che corre, fugge dal castello e si rifugia in una foresta, per la precisione nella casa dei Sette Nani. Tuttavia la Regina non si arrenderà, e farà di tutto per trovarla, mentre la ragazza deciderà di mettere fine al suo Regno basato sulla tirannia.

 

Un riadattamento contemporaneo che va visto, nel bene e nel male

Fin dal suo annuncio, il film è stato criticato continuamente e soggetto a varie polemiche, sia per la scelta del cast che per il fatto che i Remake In Live-Action non sono stati sempre (e non da tutti) apprezzati. Appena è stata scelta Rachel Zegler, la scelta non è andata giù a molte persone per via della sua etnia, ma dopo la visione del film si può constatare che il colore della sua pelle non è assolutamente un problema (i problemi sono altri, in realtà).

In questo nuovo adattamento, si sono prese delle libertà narrative (anzi, tantissime) e lo hanno adattato con riferimenti a tematiche presenti nella società contemporanea e con un tocco più adatto alle nuove generazioni, ma quelle nostalgiche hanno trovato da ridire per via del timore che rovinassero il cartone animato. Non è così, perché il classico animato del 1937 resta sempre, come adesso esiste una versione più moderna arrivata nelle sale e tutto questo polverone inutile scatenato sul web dimostra che non è salutare avere queste reazioni (si sta parlando di film) e al di là di tutto, non si deve cascare nel pregiudizio e che un prodotto va visto, prima di poter dire se è valido o no. Il remake di Biancaneve, come ogni film, può avere la sua possibilità di essere visto e prima si fa ciò e dopo si potranno trarre le proprie considerazioni (e se ne possono trarre parecchie), nel bene e nel male.

Tra nostalgia e innovazione, senza trovare un’identità

Quando si fa un nuovo adattamento, si cerca sia di risvegliare la nostalgia alle vecchie generazioni, sia di far scoprire molte storie ad un pubblico giovane, ed ogni autore cerca sempre di lasciare la propria impronta. Questa formula adottata dalla Disney da alcuni anni, propone al pubblico dei Remake In Live-Action tratti dai Classici, collezionando risultati positivi, ma anche negativi. Voglia di fare soldi? Carenza di idee? Possono essere tante le ragioni, però nel bene e nel male attirano l’attenzione.

Ci sono stati remake che erano quasi identici ai cartoni animati, ma altri in cui le libertà artistiche prese sono state un po’ troppe. C’è stato pure qualche film che ha trovato il giusto compromesso tra la fedeltà e la modernità, ma c’è una cosa su cui si concorda: i Classici d’animazione resteranno sempre un passo avanti (anche al miglior Live-Action). In qualche occasione, con un tocco elementare, hanno anche reso più chiari dei dettagli narrativi per essere compresi in maniera più semplice (a tratti forzata), e anche Biancaneve lo ha fatto, ma si perde un po’ strada facendo perché cerca di richiamare la nostalgia riproponendo alcune scene iconiche del classico (a volte non benissimo), ma allo stesso tempo presenta dei cambiamenti che portano il film a non avere un proprio equilibrio.

Il messaggio è chiaro, ma la storia…

Una cosa carina attuata per il film è quello di rendere chiaro e semplice, risultando anche didascalico, il messaggio di fondo della fiaba: la bellezza interiore presente (o assente) in ogni individuo. Il messaggio è importante ed incarna lo spirito della fiaba, ma il diffondere il messaggio e il fare dei cambiamenti in favore della cosiddetta “cultura woke” non dovrebbero impedire di raccontare bene la storia.

Le troppe libertà narrative e il comparto tecnico sono la dimostrazione che si sono impegnati di più a diffondere un messaggio che a cercare di raccontare per bene la storia. A proposito del comparto tecnico, si ha di fronte una scrittura non brillante, una regia non eccelsa e una CGI davvero pessima.

Una Biancaneve “leader”, una Regina invidiosa, e dei comprimari dimenticabili

Tornando alle libertà narrative, ci sono delle differenze evidenti tra questo remake e il classico del 1937. Qui, Biancaneve ottiene il nome per una motivazione differente (scontata o addirittura forzata?) e non aspetta di essere salvata, perché ha più a cuore guidare un popolo per salvare un regno. Hanno anche cambiato la figura maschile, sostituendo il principe con un bandito di nome Jonathan, e questo ha permesso di far nascere la storia d’amore in maniera graduale ma senza lasciare molte emozioni.

Biancaneve, seppur abbia atteggiamenti da leader, rimane comunque una persona dolce e gentile e queste caratteristiche la rendono “La Più Bella Del Reame”, a discapito della Regina Cattiva. Quest’ultima, una donna molto bella (ed è giusto così, visto il senso della storia) mostra tutta la sua perfidia, causata dall’invidia e dalla paura dello “scorrere del tempo”, e Gal Gadot riesce a dare una performance così convincente tanto da spingere il pubblico a non tifare per lei e far provare addirittura odio nei suoi confronti.

A livello di recitazione, ruba la scena anche alla stessa Rachel Zegler. Quest’ultima non si è impegnata molto, e la sua recitazione non eccelsa dimostra che il problema non sta nella sua etnia, perché non è fondamentale, ma nel come abbia interpretato Biancaneve.

Gli unici personaggi che risultano veramente simpatici sono i nani, e in un certo senso anche loro rispecchiano il senso della storia: esteriormente non sono un bello spettacolo perché la CGI li ha resi pessimi da vedere, ma interiormente sono molto simpatici e rispecchiano più o meno la stessa caratterizzazione che avevano nella versione animata.

Le canzoni tradizionali risvegliano la nostalgia, e le nuove?

Per quanto riguarda le canzoni, ci sono sia quelle presenti nel classico animato con alcune modifiche ai testi, e fa davvero piacere sentirle, sia perché risvegliano la nostalgia, sia perché sono anche state messe in scena discretamente. Nel doppiaggio italiano non si ha modo di sentire le voci originali degli attori nelle canzoni, ma si può constatare che i doppiatori ingaggiati hanno fatto bene il loro lavoro, in primis Eleonora Segaluscio (Biancaneve) e Serena Rossi (Regina Cattiva).

Le canzoni inedite, invece, risultano ingombranti e forzate, per poi divenire dimenticabili subito dopo l’ascolto. Insomma, Biancaneve poteva giocarsi meglio le sue carte ed invece di raccontare meglio la storia, si è preferito puntare su alcune forzature. Non è il peggior Remake in Live-Action tratto da un Classico Disney, ma negli ultimi anni ne sono stati realizzati altri che sono nettamente superiori.

Biancaneve
Mediocre 5
Voto 5
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