Il fascino della sopravvivenza non risiede soltanto nel confronto fra quello che si ha e tutto ciò che si è perso prima, ma nel continuare a mettere alla prova sé stessi in relazione a un contesto del tutto inedito o anomalo. Saper leggere il mondo che ci circonda, in una situazione del genere, è di vitale importanza, come anche il saperlo trasformare nelle materie prime che ci aiuteranno ad andare avanti giorno per giorno. Da ciò ogni protagonista di una storia di sopravvivenza che si rispetti, dovrà avere un minimo di conoscenza su un ampio spettro che varia dalla scienza, alla semplice logica matematica, con un’infarinatura per quanto concerne il saper riconoscere – o quantomeno leggere – flora e fauna.
Un videogioco survival che si rispetti, quindi, deve tenere conto di tutte queste cose, cercando però di distinguersi da tutti gli altri prodotti precedenti. Ecco che creare qualcosa di nuovo in questo genere di titoli diventa la vera e propria sfida dei suoi sviluppatori, in un panorama videoludico che ci ha praticamente portati ovunque, facendoci affrontare pressappoco ogni cosa. Abbiamo provato Beyond Contact in questi giorni, titolo sviluppato dai ragazzi di Playcorp Studios. Saranno sulla strada giusta per riuscire nell’impresa?
Un naufragio inaspettato
La trama di Beyond Contact si apre con uno dei pretesti più classici che ci si possa immaginare, soprattutto in relazione al genere di appartenenza. Il pianeta Ketern si trova in una situazione insostenibile, allo stremo delle proprie possibilità e forse vicino a un collasso. Così la protagonista del gioco Quinn Hicks, un’esperta nell’ambito della biologia (non a caso ovviamente), viene mandata in loco per via di un’anomalia cui dover tentare di far fronte. Con l’avvicinarsi al suddetto pianeta però, la situazione si fa sempre più indefinita.
Una strana energia orbitale impatta sull’astronave su cui si trova Quinn, conducendo lei e la sua squadra fuori rotta. Il naufragio è inevitabile. In seguito all’atterraggio di fortuna inizia la nostra avventura, la ricercatrice dovrà capire cosa è accaduto, cercando di far chiarezza sulle dinamiche precedenti e studiando ciò che sta avvenendo sul pianeta stesso.
Tutto ciò ci viene narrato attraverso alcune scene in 2D , il classico espediente del fumetto animato attraverso cui tutto si muove e prende una sua forma narrativa. La resa di questa scelta resta sospesa tra il semplicistico (date le pochissime animazioni generali), e la ricercatezza dello stile estetico dei disegni. Quest’ultimo è la primissima cosa a saltare all’occhio fin dall’introduzione, modulando l’identità di un lavoro che tenta di disegnare una propria strada partendo proprio dall’immersione estetica e sonora.
Non appena ripresa conoscenza si entrerà nel gameplay vero e proprio. Ketern non è un pianeta ospitale, è misterioso in ogni suo anfratto. Tutto ciò vi spingerà, fin dall’inizio, ad un’analisi spasmodica, attraverso lo scanner, di tutto quello che vi circonda. Questa è una prassi fondamentale e irrinunciabile specialmente all’inizio, dato che il saper leggere ciò che ci circonda farà la differenza tra la vita, la morte e la crescita tecnologica.
Lo scan sarà quindi il nostro primissimo e miglior amico negli iniziali approcci a Beyond Contact, (ricordandoci sempre che la conformazione del pianeta si basa su processi procedurali che varieranno di run in run). La paura verso un luogo sconosciuto e l’apprensione nei confronti del nostro equipaggio, apparentemente perduto, muoveranno i nostri primi passi, spingendoci all’esplorazione senza mai però dimenticarci di sopravvivere. Tutto ciò avviene se si sceglierà di costruire la partita in single player, imboccando nella campagna vera e propria.
Ogni nostro movimento avrà un peso sulla protagonista stessa, evidenziando nell’immediato la centralità di statistiche, come l’ossigeno, la temperatura del pianeta, la stamina… Ogni nostra scelta influirà continuamente sui parametri vitali di Quinn, fondamentali se si vuole continuare a giocare al meglio.
Al fianco della nostra eroina troviamo C.A.R.L., una sorta di intelligenza artificiale con l’estetica di un ologramma che ci seguirà passo passo, aiutandoci lungo il cammino. Il mondo di gioco, differentemente dalle scene d’intermezzo, è organizzato in modo tridimensionale, con una visuale isometrica perfetta per dare un’occhiata a tutto ciò che ci circonda.
Il saper leggere flora e fauna, come detto poco fa, è importantissimo, andando oltre quindi il timore “dell’ignoto”. Inizialmente, soprattutto se non si è avvezzi al genere, non risulterà semplicissimo raccapezzarsi con tutte le possibilità che Ketern offre. L’esperienza però è una buona guida, in un contesto che toglie tantissimo, ma allo stesso tempo dando.
Tuttavia la musica cambia quando si cominciano a padroneggiare le basi e a costruite le prime strutture di supporto.
Sono quest’ultime ad ampliare ulteriormente l’esperienza di Beyond Contact, aprendo la strada ad un sistema di gestione che richiede attenzione e dedizione, conducendo anche a notevoli risultati. Il fascino della sopravvivenza fuso a un mondo alieno spinge all’esplorazione, ispirando ogni singolo tentativo, ogni scelta avventata, tutto in funzione del sapere e non tanto della trama.
Attenzione, perché questo non è necessariamente un punto in sfavore: c’è infatti anche la possibilità di giocare in modalità multiplayer. Non cambia molto, al di fuori della mancanza di una trama alla radice, col titolo che resta comunque intatto, a dimostrazione che il cuore pulsante di Beyond Contact risiede soprattutto nella sua struttura ludica.