Anthem Anteprima

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Impressioni Lettura da 10 minuti

La conferenza Microsoft ormai si è conclusa, lasciando dunque alle spalle tantissimi interrogativi ma soprattutto certezze, almeno su alcune delle opere multipiattaforma che vedremo nel corso del prossimo anno. Il fiore all’occhiello del convegno è stata, senza ombra di dubbio, la nuova IP Bioware chiamata Anthem: il videogame è un gioco di ruolo TPS fantascientifico che strizza molto l’occhio per alcuni aspetti a Destiny. Ovviamente ci sono delle sostanziali differenze come la visuale in terza persona, l’open world e la possibilità di giocare sia in solitaria che in cooperativa. Dal trailer emerso durante l’evento di EA non nego il mio iniziale scetticismo verso l’opera ma, dopo il primo gameplay rilasciato, mi sono dovuto subito ricredere. La chiusura del progetto Mass Effect è stato un duro colpo per i fan e la software house ha avuto il coraggio di proporre un prodotto che rappresenta, per certi versi tutto quello che doveva essere, ma che non è stato, Andromeda. Dunque basta indugi, è giunta l’ora di analizzare gli elementi che abbiamo a disposizione di Anthem.

Un nuovo mondo

Il primo trailer rilasciato durante la conferenza EA è sostanzialmente una panoramica su questo nuovo mondo. Quello che sappiamo su di esso non è moltissimo: la natura regna sovrana ed i mostri girano indisturbati tra le lande desolate e incontaminate del pianeta. Il motore grafico Frosbite mostra davvero i muscoli con paesaggi maestosi decisamente ben elaborati. La storia di Anthem attualmente è ancora un mistero, le uniche informazioni che abbiamo in tal senso è che l’umanità è l’anello più basso della catena alimentare. Le popolazioni vivono all’interno di insediamenti, che fungono da HUB dedicati ai giocatori per modificare e personalizzare il proprio personaggio, protette all’interno di grandi mura che li separano dall’esterno selvaggio (quello mostrato durante il filmato si chiama Fort Tarsis). E’ inevitabile pensare che Horizon: Zero Dawn abbia condizionato anche Anthem: un’ambientazione post apocalittica totalmente sommersa dalla natura unita indissolubilmente ad una tecnologia avanzata. Il pianeta ed i suoi abitanti non sono solo elementi di secondo piano, Bioware infatti sta sviluppando un ecosistema vivo che reagisce agli stimoli che avvengono durante l’avventura: mandrie di animali che vi passeranno vicino senza disturbarvi o che scapperanno se avvertiranno un pericolo, popolazioni indigene aggressive e nemici ben più potenti creano un mix perfetto che aiuta l’immersività, tutto questo all’interno di un’esperienza che sembra curata in ogni singolo dettaglio, almeno all’apparenza.

Gli eroi che affronteranno tutte le insidie del mondo esterno sono chiamati Freelancer, una sorta di Iron Man che proteggono l’umanità e che indossano degli esoscheletri denominati Javelin, tecnologia retaggio di un passato glorioso che per tanti anni ha visto gli umani correre liberi e spensierati. Queste armature saranno personalizzabili e, da quanto visto nel trailer, divisibili in classi con diverse specialità. Ciò permetterà un’importante distinzione tra i giocatori, così che ognuno di essi possa vivere la sua esperienza come meglio crede e mettere in risalto le proprie skill. Il personaggio che vedevamo controllato nel filmato era il Ranger, un personaggio dalle caratteristiche bilanciate e adatto agli utenti che preferiscono essere preparati ad ogni situazione. L’eroe più grande e possente invece era il Colossus, dotato di una corazza resistente e spessa, sembra serva per concentrarsi sugli attacchi verso i nemici; una sorta di tank del gruppo che va a sottolineare la componente ruolistica all’interno del videogame. Il gioco è ambizioso, ben diverso dai vari titoli prodotti da EA e da tutti i giochi sviluppati da Bioware: una storia nuova ed un’esperienza cooperativa daranno vita ad un progetto che continuerà ad evolversi anche nel corso degli anni a seguire. Anche Destiny sembra abbia influenzato il titolo e pertanto anche Anthem sarà dotato di mondi condivisi. Nonostante questo, il videogioco è solidamente piantato su una base singleplayer che permetterà agli utenti non amanti del multiplayer di completare l’avventura in solitaria, concentrandosi così su una narrativa che da sempre è stata l’arma più potente di Bioware.

Iron Man, fai spazio!

Fino a questo momento abbiamo parlato di quanto sia bello il mondo di gioco e di come è stato pensato ma, adesso, è arrivata l’ora di concentrarsi su quello che si prepara ad essere uno dei punti di forza della produzione, ovvero il gameplay. Come si nota dal trailer, la visuale in prima persona e la sicurezza di Fort Tartis vengono abbandonate una volta entrati nei Javelin, dove una sequenza molto scenica ci dona una splendida panoramica del pianeta. E’ bastato un secondo per capire come gli ambienti siano collegati tra loro da diverse strade, permettendo dunque al giocatore di accedere ad una determinata location in più modi: possiamo dunque affermare che per quanto riguarda il Level Design ci troviamo davanti un’opera ben stratificata e complessa, contornata da antiche rovine, fondali marini, grotte tipiche e tanto altro. Sicuramente il video in 4K della nuova Xbox One X rende tutto più accattivante ed il Frostbite Engine, motore grafico che abbiamo potuto ammirare in titoli come Star Wars: Battlefront e Battlefield 1, aiuta la produzione ad elevarsi verso vette tecniche mai raggiunte da una console. Dopo questa breve ma intensa sequenza è tempo di spiccare il volo, letteralmente! Il personaggio si libra in aria con una leggerezza e rapidità disarmante, passando dall’alto dei cieli alle profondità marine con una naturalezza che la dice ben lunga su come Bioware abbia pensato la libertà di movimento all’interno del videogame.

Il sistema di movimento dunque è reattivo, efficace ed è, per certi versi, il reale cuore del gameplay, poiché permette un’esplorazione totale incentivata dall’ottenere punti esperienza con una gratificazione a livello visivo davvero molto appagante. È inevitabile che, non avendo ancora provato il titolo, per quanto riguarda il sistema di combattimento possiamo soffermarci unicamente su quello che abbiamo visto. Ci sono alcune meccaniche che sono state portate e modificate dalla saga di Mass Effect: certe abilità mostrate sono molto simili e, come esse, si collocano all’interno di un’interfaccia minimale e poco invasiva, restituendo inevitabilmente alla mente quest’ultimo titolo appena citato. La fisica di gioco viene messa in evidenza fin dall’inizio: la caduta di una specie di gigante meccanico, incentivato dai colpi di un giocatore, ha portato la distruzione dell’ambiente intorno a lui, con solchi sul terreno ed alberi che crollavano, il tutto coperto da una nube di polvere che si sollevava dal terreno mostrando degli effetti particellari davvero invidiabili. I missili che gli utenti lanceranno ai nemici creeranno voragini sul suolo una volta esplosi, cambiando dunque anche l’ambiente che li circonda. Credere che tutto questo succeda in tempo reale è qualcosa di assolutamente clamoroso, il naturalismo riprodotto all’interno dell’opera, per quanto il contesto lo permetta, è senza precedenti, dimostrando dunque la voglia di sfruttare anche nei dettagli la potenza delle home console di attuale generazione. Le armature donano abilità decisamente interessanti, proponendo un mix tra aggressività e rapidità straordinariamente sorprendente. Razzi esplosivi, armi devastanti e abilità uniche: tutto questo per contornare un gameplay molto profondo, ma intuitivo. Abbiamo prima accennato alla modalità cooperativa, ora è il caso di approfondirla poiché probabilmente sarà uno dei punti di forza dell’IP: un massimo di quattro giocatori potranno unirsi dando vita ad una situazione che fa molto Avengers, tutti con le proprie classi e specialità.

In conclusione Anthem rappresenta tutto quello che Mass Effect Andromeda non è riuscito ad essere. Il titolo è una sorta di rivincita verso i detrattori di Bioware che, dopo le eccessive critiche ricevute, ha saputo sorprendere tutti con una nuova IP per certi versi rivoluzionaria. Ci troviamo davanti al più grande open world mai sviluppato, con potenzialità davvero elevate in grado di rilanciare, non solo la software house, ma anche il genere di appartenenza del videogame. Le influenze di Horizon: Zero Dawn e di Destiny sono palesi, ma il team ha saputo prendere il meglio da queste due produzioni e fonderlo in qualcosa di completamente originale e diverso. Per adesso abbiamo davvero poche informazioni riguardanti l’opera ma, l’unica cosa certa, è che la società potrebbe aver creato qualcosa di diverso all’interno del panorama videoludico. Speriamo che il titolo si riveli all’altezza delle aspettative, lasciamo dunque ai posteri l’ardua sentenza.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.