Activision Blizzard, un fraintendimento rovina i rapporti con la Cina

In Cina non si ha più accesso ai giochi di Activision Blizzard ormai da gennaio ma sembra che questo problema sia nato da un fraintendimento.

Daniele Ferraro
Di Daniele Ferraro News Lettura da 2 minuti

World of Warcraft, Hearthstone, Diablo 3 e Overwatch; sono solo alcuni questi i giochi che ormai da gennaio in Cina non sono più accessibili alla vasta community di videogiocatori. Se i giochi Activision Blizzard sono ormai del tutto oscurati in Cina un motivo c’è e un recente articolo del New York Times prova a spiegarcelo.

Ad occuparsi della pubblicazione dei giochi Activision Blizzard in Cina è stata, fino a poco tempo fa, NetEase ma i rapporti fra le due aziende hanno iniziato a disgregarsi quando la seconda ha compiuto alcuni investimenti che la prima non approvava; nel 2018 NetEase avrebbe infatti investito ben 100 milioni di dollari in Bungie e Activision Blizzard era preoccupata del potere che l’azienda rivale avrebbe potuto raggiungere grazie a quei soldi. Problematica più recente riguarda invece le norme vigenti in Cina riguardo ai prodotti mediatici, NetEase avrebbe voluto più controllo sulle opere di Activision Blizzard ma gli è stato negato.

Nasce qui il famoso fraintendimento, durante una chiamata di negoziazione il CEO dell’azienda cinese William Ding avrebbe fatto presente come, concluso l’affare con Microsoft, sarebbe toccato a questi ultimi avere a che fare con loro e prendere determinate decisioni. Questa affermazione è stata reputata una minaccia ed i rapporti fra i due negozianti sono al momento ancora ai ferri corti.

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Appassionato a qualunque sfaccettatura della cultura pop si avvicina al mondo dei videogiochi con il Game Boy Advance. Cresciuto catturando centinaia di Pokémon e risolvendo tutti gli enigmi affrontati dal Professor Layton ha poi fatto di quella passione una delle sue ragioni di vita.