Avete presente quello di cui abbiamo parlato già diverse volte all’interno di ben più di una recensione di questa stagione numero 11 di The Walking Dead? E a dirla tutta, non solo rispetto a questa stagione, ma anche nella precedente. Non abbiamo mai vissuto più di uno o due episodi consecutivi che fossero davvero interessanti. Anzi, questo show sembrava ormai essere scritto per essere intrattenente e noioso alternativamente, quasi a fare in modo che con una decina di episodi ben scritti e realizzati, se ne potessero invece produrre venti (e magari è stato proprio questo il pensiero dei produttori AMC).
L’ultimo terzo di questa ultima stagione, composto come i precedenti da otto episodi, è sembrato essere in parte così. Lasciate alle spalle le narrazioni inutili come quella dei Mietitori ed altre più o meno piccole cose di contorno, è rimasto solamente il Commonwealth e il suo destino.
Un Commonwealth in subbuglio, dentro il quale abbiamo scoperto nel primo terzo di stagione esistere un gruppo di cittadini, la cosiddetta Resistenza in opposizione al governo controllato da Pamela Milton. Nel secondo terzo, invece, scopriamo l’esistenza di una specie di Servizi Segreti che fanno capo a Lance Hornsby; di vari gruppi di soldati indipendenti controllati solo indirettamente da Mercer, ma direttamente da luogotenenti molto particolari e, soprattutto, delle attività illegali di Sebastian Milton, che hanno segnato il limite della sopportazione degli abitanti del Commonwealth, che ora si ribellano definitivamente contro il governo.
Questo episodio inizia dalla riconquista di Alexandria grazie al tentativo di sacrificio di Negan, che per salvare il suo gruppo, sua moglie e la sua casa, si ribella ai soldati del Commonwealth, dando invece inizio ad una ribellione comunitaria da parte di tutti gli esiliati, che riescono a prendere il controllo. In un’Alexandria fortificata e protetta come provincia del Commonwealth, si parte per una spedizione definitiva, alla ricerca dei bambini portati via dal governo Milton, verso il Commonwealth stesso. Al tempo stesso, finalmente Mercer prende una posizione concreta, anche grazie alla sorella Max, proteggendo Eugene dalla sentenza del processo e riuscendo ad assicurare la sua fuga.
Una parte dell’esercito, una luogotenente e la stessa Pamela Milton, sospettano però di lui ed ormai lo scontro è aperto. Avanzeremo un po’ più del solito in questa recensione, rischiando di fare qualche spoiler in cui, ma è per una buona causa, perché è essenziale parlare di ciò che rende questo episodio diverso da altri. Inizia una battaglia vera e propria tra una parte dell’esercito del Commonwealth, fedele ancora alla sua governatrice ed il gruppo di Alexandria, con la partecipazione di Judith, che apre questo episodio come voce fuori campo. La stessa Judith rimarrà ferita proprio a causa della Milton ed il gruppo di Alexandria è costretto alla ritirata. Nel frattempo, ai confini del Commonwealth le cose non vanno poi tanto bene…
https://www.youtube.com/watch?v=UdI61sS0X0k
Torna la lotta comune agli zombie
Aaron, Lydia, Jerry ed altri, sono in mezzo ad un’orda di zombie in modalità Sussurratori, ma ben presto ne rimangono sopraffatti e sono costretti alla fuga, mentre la stessa orda raggiunge il Commowealth. L’esercito non riesce più a controllarla, fino a causare involontariamente una breccia. L’entrata degli zombie, di cui fanno parte anche gli Arrampicatori che abbiamo visto qualche episodio fa e che siamo contenti di ritrovare per non essere fini a sé stessi, coincide con la fuga del gruppo di Alexandria, che si trova in grandissimo pericolo.
È qui che ritroviamo l’essenza di The Walking Dead, perché l’esercito del Commonwealth ora non caccia più Daryl, Carol e gli altri. Ora c’è un altro nemico da combattere, un nemico comune che minaccia tutti indistintamente e che in questo episodio, generalmente ben girato, fotografato e musicato, ci riporta indietro di molte stagioni. Si potrebbe dire, anche al clima della seconda stagione, in quella fattoria dove ospiti e padroni di casa convivevano con più di qualche difficoltà, ma si alleavano definitivamente contro l’orda che decimò il gruppo.
Ed ora, davvero, non resta che attendere il prossimo ed ultimo in uscita su Disney+, che chiuderà un ciclo durato ben 12 anni, ma che ne aprirà un altro, composto dalla bellezza di tre spin-off.