Prime Video ci regala una piccola perla volta al contemporaneo ma con quel sapore del passato: Samaritan è il nuovo action movie diretto da Julius Avery che porta in casa di tutti il celeberrimo Sylvester Stallone che alla “giovane” età di 76 anni ci mostra ancora una volta un personaggio sfaccettato e forte come solo lui sa fare.
Due fratelli, un unico destino
Il prologo del film parte con una grafica in stile fumetto, raccontata dalla voce fuori campo del co-protagonista Sam Cleary (Javon “Wanna” Walton – The Umbrella Academy ed Utopia) che ci racconta l’antefatto ovvero la storia di Samaritan e di suo fratello Nemesis, due facce della stessa medaglia, il primo votato al bene ed alla salvaguardia delle persone, il secondo più ribelle ed incline all’anarchia. I due fratelli si scontrarono da che la gente aveva memoria ma la forza e la resistenza di Samaritan impedivano a Nemesis di trionfare finché quest’ultimo non forgiò un martello nel quale infuse tutto il suo odio. Come in un mito greco, i due si diedero battaglia e perirono in uno scontro fratricida. Nei giorni d’oggi, Sam vive nella periferia di una non meglio specificata città dall’aria industriale, un misto tra New York e Detroit: il ragazzino di 13 anni non se la passa benissimo tra sfratti ricorrenti e l’assenza del padre – morto sfortunatamente – ma con una madre che fa di tutto per mantenerlo. Purtroppo la mancanza di denaro e la vita non del tutto semplice spinge il ragazzino a compiere piccoli furti ed associarsi con quelli che sono i gangster di quartiere, sebbene utilizzi i soldi per sopperire alle mancanze familiari e non per il proprio diletto. Sam non ha mai rinunciato alla ricerca di Samaritan, personaggio che secondo lui può risollevare la città dal degrado in cui verte: tutto cambia quando inizia a dare credito al suo vicino di casa John (Sylvester “Sly” Stallone), un uomo sulla sessantina inoltrata, taciturno e poco socievole ma forte oltre ogni dire.
Gli anni ’90 incontrano il 2022
La pellicola magistralmente diretta da Julius Avery racconta una storia in stile anni ’90 nei quali, un super-eroe era sempre o quasi affiancato da un ragazzino. Sistema utilizzato dapprima nei libri, poi nei fumetti ed infine nella settima arte per permettere al pubblico più giovane di identificarsi con uno dei protagonisti ed avere un rapporto empatico con il film. Il rapporto tra Sylvester Stallone e Javon Walton non è distante da quello che avevano i due protagonisti de Last Action Hero pellicola del 1993 con Arnold Schwarzenegger che interpretava l’eroe indiscusso dei film ed un ragazzino, al tempo interpretato da Austin O’Brien, che doveva aiutarlo a muoversi nel mondo reale. Per certi versi il ritmo di Samaritan è quello visto in Iron Man 3 dove l’eroe caduto cerca di riprendersi grazie all’aiuto del ragazzino di turno, in questo caso Sam. In poco più di un’ora e trenta minuti la pellicola si dipana in diverse situaizoni, da quelle più concitate del puro action movie con elementi da cinecomic a quelli meno movimentati, fatti di discorsi sulla vita e su come si cresce; ovviamente sono i discorsi che affrontano John e Sam anche se come spesso accade non è solo il ragazzino a trarre un insegnamento dalla conversazione, anzi talvolta è l’adulto che pronunciando certe parole si rende conto di star parlando a se stesso.
Tornare a combattere
Sylvester Stallone, 76 anni e non sentirli: l’attore sembra essere immune allo scorrere del tempo, sebbene ovviamente in passato lo avremmo visto senza maglietta nelle scene più concitate, qui risulta comunque come un ex palestrato in formissima per l’età che porta. Sly è capace di farci emozionare con i discorsi che fa al suo co-protagonista quanto di farci vivere momenti di vera azione da fumetto malmenando i criminali e prendendo colpi su colpi senza mai cedere il passo. Javon Walton cerca di fare del suo meglio e sebbene l’attore sia giovanissimo cerca di dare il suo contributo alla pellicola: non che gli sia riuscito benissimo in quanto si, vive all’ombra di del suo collega più grande ma in passato ruoli simili a quello di Sam li abbiamo ricordati molto meglio, probabilmente ripensando al film quasi ci dimenticheremo del ragazzino. La pellicola parla intrinsecamente di cambiamento e di scelte che la vita ci pone davanti, del resto gli eroi sono solo un simbolo, un faro che ci indica la via ma sta a noi scegliere quale strada prendere.