[Gamescom 2018] Kingdom Hearts III – Provato, tra l’Olimpo e la stanza di Andy

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Impressioni Lettura da 10 minuti

Durante gli ultimi giorni abbiamo partecipato alla Gamescom di Colonia nella sua decima edizione, e in loco abbiamo potuto provare con mano il tanto atteso Kingdom Hearts III. Il titolo Square Enix è sicuramente il più atteso di tutta la line up della società nipponica e, per questo motivo, le esigenze del pubblico sono piuttosto elevate. La software house ha non solo il compito di chiudere un cerchio perfetto, ma anche  quello di farlo nel migliore dei modi per tutti i giocatori che, nel corso degli anni, hanno seguito con assiduità la saga in tutte le sue uscite, dai capitoli su home console fino ad arrivare a quelli portatili. I trailer mostrati nel corso degli anni comunque hanno fatto ben sperare fin da subito, soprattutto vedendo i passi in avanti man mano che si pubblicavano aggiornamenti. Detto questo però, finché non si testa un’opera multimediale con le proprie mani, i propositi lasciano il tempo che trovano. I momenti a nostra disposizione con Sora e compagni sono stati parecchio risicati, ma sufficienti per farci un’idea chiara sul gioco e sulla fluidità di combo, magie, abilità speciali e tutte le altre feature che approfondiscono il sistema di combattimento.

Ce la posso fare

La nostra prova comincia sul Monte Olimpo, proprio nel momento esatto in cui il titano di roccia, preso da un’arrestabile fervore, comincia a distruggere tutto e lanciare macigni giganti. Come avrete visto nel rispettivo trailer, il nostro compito era quello di raggiungere la cima della montagna e distruggerlo. Tutta la sequenza era limitata, sostanzialmente si trattava di un corridoio dove si doveva unicamente sconfiggere gli Heartless e continuare ad arrivare in vetta. Era palese che ci trovassimo nelle prime fasi di gioco, con Sora vestito ancora come in Kingdom Hearts II e la sua fedele catena regale non munita di alcun tipo di trasformazione. Gli sviluppatori però hanno pensato bene che, sebbene lo storico Keyblade del protagonista non potesse cambiare forma, era giusto dotarlo di una specie di boost che potesse aiutare il giocatore negli scontri. Il sistema di combattimento ci è sembrato ben fluido fin da subito, con un elevato numero di combo da innescare sia a terra che in aria. Torna la schivata, esclusa in Kingdom Hearts II, e siamo sicuri che le abilità che si sbloccheranno più avanti aiuteranno il nostro eroe a diventare una vera e propria forza della natura, come nel perfetto stile della saga.

E’ stato impressionante vedere il gran numero di Heartless presenti su schermo, una quantità talmente elevata che gli scontri hanno un sapore totalmente diverso rispetto ai precedenti capitoli. Adesso le battaglie saranno ben più dinamiche, ma anche maggiormente rapide e adrenaliniche. Il tutto si arricchisce con l’utilizzo delle magie e delle mosse combinate con Pippo e Paperino: le prime sono molto più sceniche ed efficaci rispetto ai precedenti capitoli, molto simili in quanto visto in Kingdom Hearts 0.2, per quanto riguarda le seconde invece oltre a essere molto acrobatiche, non vi consumeranno il minimo punto magia. La barra del focus oltre a essere dotata di ben due mosse differenti, così per dare ulteriore differenziazione profondità al sistema di combattimento, sarà utilissima per sfoltire le fila nemiche, così da avere il terreno spianato e proseguire nel gioco. Per salire sulla cima della montagna e raggiungere il titano abbiamo testato il nuovo metodo di spostamento che conferisce a Sora la possibilità si spostarsi sulle pareti verticalmente e orizzontalmente, cosa molto utile in questa fase per poter schivare le rocce che ci venivano scagliate contro. L’ultima parte del mondo era incentrata sulla boss battle contro il titano. Il tutto si limitava a colpirgli le gambe per distruggerle e scaraventarlo a terra, così da poterci montare sopra tramite alcuni punti pre-stabiliti e iniziare ad attaccare le teste. Una volta fatto questo, Kingdom Hearts III automaticamente vi darà la possibilità di evocare il trenino e terminare la battaglia, grazie a un’ultima sequenza che ha trasformato completamente il gameplay.

Verso l’infinito e oltre

La seconda e ultima parte della demo di Kingdom Hearts III a nostra disposizione era dedicata al mondo di Toy Story. Siamo pariti con un breve filmato dove introduceva la storia: i giocattoli stanno sparendo misteriosamente, l’apparizione degli Hartless non sembra una coincidenza e Woody e Buzz sono pronti per indagare. L’arrivo di Sora Pippo e Paperino scombussola leggermente i loro piani, ma sicuramente in meglio visto che poi decido di allearsi per capire cosa stia succedendo. Dopo una breve lotta in cui abbiamo potuto approfondire ulteriormente la nostra conoscenza con il sistema di combattimento siamo pronti per raggiungere il negozio di giocattoli. Neanche a dirlo li facciamo la prima conoscenza con Young Xheanort, che decide di rivelarci il suo piano di creare una copia esatta dei pianeti che stiamo visitando, cosa che spiegherebbe anche la scomparsa di alcuni pupazzi. Purtroppo per quanto concerne la trama le informazioni sono limitate a questo, anche perché la storia, vero oggetto di culto per tutti i fan più accaniti, è ancora avvolta nel mistero con continui dubbi che sorgono a ogni trailer divulgato dalla casa di sviluppo.

Prima vi abbiamo parlato di un sistema di combattimento più approfondito e variegato. La feature che più ha sorpreso è quella legata alla possibilità di cambiare, tramite i tasti direzionali del pad, il keyblade a nostra disposizione. Quest’ultimi potranno essere equipaggiati fino a 3 contemporaneamente, ognuno con caratteristiche uniche che variano in maniera concreta e non approssimativa l’intero gameplay. Dal move set delle varie trasformazioni fino all’utilizzo della barra del focus, tutto sarà unico in base all’arma che deciderete di brandire. Ovviamente anche in questo caso abbiamo potuto fare mosse combinate, non solo con Pippo e Paperino ma anche con Woody e Buzz, un totale di 5 membri del party, un numero elevato mai visto nella storia del gioco. In base alla situazione e al vostro comportamento potrete evocare le Attraction Flow, ovvero le attrazioni Disney presenti nel parco divertimenti come la nave dei pirati o le tazze. Abbiamo inoltre potuto vedere anche l’unicità di questo mondo, ovvero la possibilità di controllare gli Heartless giocattolo per trasformare il gameplay del gioco in quello di un vero e proprio FPS.

Il Regno delle luci

Dal punto di vista grafico è una vera e propria gioia per gli occhi, sia nella fase dedicata al titano in cui si passava dal giorno caldo a una notte piovosa, si potevano vedere i cambiamenti dell’ambiente persino sul vestito di Sora che per ovvie ragioni si bagnava e diventava zuppo. In quello di Toy Story invece è stato bello vedere come le aree si siano espanse in maniera sostanziale, tanto che il passaggio dalla stanza di Andy alla strada non ha richiesto nessun caricamento. Il sonoro si conferma di livelli altissimi, con le musiche iconiche sempre in grado di dare forti emozioni ai fan e quelle nuove che caratterizzano in modo perfetto i vari ambienti.

In conclusine possiamo dire con certezza che i lavori su Kingdom Hearts III procedono a gonfie vele e, a parte un piccolo bug davvero di poco conto, la nostra esperienza non ha riscontrato nessun tipo di problema, risultato piacevolmente fluida e profonda sotto ogni aspetto. Ci sono particolari funzioni ancora da chiarire ovviamente, come il sistema di livellamento, la gestione della abilità, l’equipaggiamento e tanto altro, ma per quanto concerne quanto visto le nostre impressioni sono davvero ottime. La data d’uscita ufficiale, ovvero il 29 gennaio, è ancora distante, dunque le possibilità di migliorare ulteriormente il prodotto ci sono tutte. Sicuramente il salto qualitativo rispetto ai vecchi trailer rilasciati c’è stato, dunque crediamo che tutto potrebbe concludersi senza particolare problemi. La chiusura della saga di Xehanort si avvicina, il destino di Sora si sta finalmente per compiere e noi non vediamo l’ora di mettere le mani sul gioco completo.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.