[Gamescom 2018] Darksiders III – Provato il titolo di THQ Nordic

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Impressioni Lettura da 2 minuti

Torna la saga dei Cavalieri dell’Apocalisse, Darksiders III è pronto a colpire nel segno e contrariamente a quanto si pensa, il titolo è ben diverso dai predecessori. Con l’espansione del brand e della storia, gli sviluppatori di THQ Nordic hanno pensato ad un ennesimo e diverso stile di gameplay per questo nuovo capitolo della saga: infatti vestire i panni di Furia sarà completamente diverso, allontanandosi da quanto fatto con Morte e Guerra, i due fratelli che abbiamo visto nelle due storie precedenti.

Darksiders III

Furia è l’unica donna dei quattro cavalieri, questo la pone su un piedistallo senza dubbio, ma non fatevi ingannare dal gentil sesso: la ragazza è ben più pericolosa di quanto possiate pensare. La donna con cui avrete a che fare è l’unica maga del gruppo, questo la rende un personaggio poliedrico diverso dagli altri. Nel corso del gioco la vedrete cambiare capelli e forma in base agli elementi che controlla in quel momento, come ad esempio il fuoco che farà risplendere la sua chioma con fiamme e lapilli. Il cambio di elementi che potrete applicare nel gioco, cambierà il vostro rapporto con il paesaggio e i punti da raggiungere, ad esempio potrete dare fuoco ad una ragnatela che bruciando impatterà su un insetto esplosivo che a sua volta distruggerà un cancello a voi precluso.

Darksiders III

Il titolo punta ad essere un Souls Like, ovvero vi toccherà imparare molto circa i pattern dei nemici e le azioni che compieranno che cambieranno a loro volta in base al livello di salute che gli rimane. Le criticità viste al momento riguardano il settaggio dei tasti, spesso anacronistico ed in genelare molto scomodo, e un’altra nota di demerito potrebbe essere legata al sistema ibrido di gioco, a metà tra un Souls game ed un Darksiders Game. Appuntamento alla release del gioco insomma.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.