Riprendiamo a parlare di The Walking Dead 11 proprio da dove ci siamo interrotti l’ultima volta, con una nuova recensione che parla dell’episodio numero 3, che segue la season premiere, divisa in due parti. Ricordiamo di non continuare la lettura nel caso non abbiate ancora visto l’episodio in questione, poiché saranno presenti spoiler! L’undicesima stagione di The Walking Dead, che ricordiamo essere l’ultima e divisa in ben tre parti da otto episodi ciascuna, ha già introdotto il Commonwalth, quello che nel fumetto risulta essere l’ultimo scenario prima della conclusione, ma ora torna su Alexandria, dove Carol e Aaron organizzano una vera e propria missione di salvataggio per la comunità, che si ritrova in grave carenza di cibo. È necessario recuperare dei cavalli che sono fuggiti precedentemente, utili soprattutto a muoversi velocemente per cercare cibo o scambiare merci tra le comunità e propedeutici alla ricostruzione di Alexandria stessa. Intanto il gruppo che nella premiere si era avventurato alla metropolitana di Meridian, è stato attaccato da un’inedita comunità di sopravvissuti, denominato I Mietitori, che sembrano non avere né particolarmente a cuore la vita di Daryl, Maggie, Negan, Gabriel e gli altri né i canoni estetici, viste le maschere e le vesti. Inizia uno scontro che fa disperdere i protagonisti e, nel vero senso della parola, li decima.
The Walking Dead 11 sta osando con le scenografie
Dopo una premiere di altissimo livello, che porta i protagonisti in ambientazioni mai viste prima – una metropolitana e la grande comunità del Commonwealth – si ritorna un po’ sul pianeta terra con quello che si rivela essere sicuramente un episodio di transizione, più vicino agli standard di “metà stagione”. Un episodio di raccordo che continua comunque a sperimentare con le scenografie, che in questo inizio di stagione sono davvero molto promettenti. Mentre da una parte esploriamo i soliti boschi con la ricerca dei cavalli da parte del gruppo di Alexandria, durante invece la fuga di Maggie e compagnia, esploriamo posti inquietanti, tra cui spicca l’ombra di un centro commerciale.
Nell’ottica di un’undicesima ed ultima stagione in cui ci si aspetta vengano tirate le somme, si approfondisca la questione Commonwealth e, soprattutto, riappaia Rick, sembra palesarsi l’ennesima ripetizione: l’inizio di un nuovo filone narrativo potenzialmente problematico. Parliamo proprio dei Mietitori che, tra l’altro, hanno compiuto la necessaria sforbiciata del gruppo e del budget di produzione, eliminando i soliti personaggi e attori inutili aggiunti tra una stagione e l’altra (donandoci almeno l’eventuale speranza di una probabile morte di Aiden). Come la comunità del Governatore, quella di Terminus, i Claimers, i Salvatori di Negan ed i Sussurratori di Alpha, sembra che in The Walking Dead i cattivi non possano mancare, nonostante già si combatta contro gli zombie e la fame e nonostante a volte basterebbe semplicemente raccontare la lotta alla sopravvivenza di una comunità, al posto dello scontro contro un altro gruppo. Mentre quindi da una parte si teme un rallentamento della narrazione che possa portare al classico e fisiologico calo di attenzione dei primi episodi, dall’altra, proprio la fuga dai Mietitori, ci dà l’opportunità di approfondire il rapporto tra Maggie e Negan, che sta pian piano evolvendosi. Da nemici giurati fin dal termine della decima stagione, quando Maggie torna nella comunità, a odiatori professionisti all’inizio dell’undicesima; in questo terzo episodio si intravede un barlume di rispetto. Forse Negan si sta iniziando a redimere anche agli occhi di Maggie e, se conosciamo bene gli sceneggiatori, vogliamo scommettere che in qualche modo il rapporto tra i due avrà degli sviluppi veramente inaspettati? Siamo sempre più convinti, a prescindere, che ormai The Walking Dead sia Negan.
Intanto, l’appuntamento con una nuova recensione di The Walking Dead 11 è il prossimo lunedì 13 settembre, quando su Disney+ uscirà il quarto episodio!