Ne avevo già parlato: il mistero più grande del nuovo Assassin’s Creed Odyssey riguarda senza dubbio la scelta del periodo d’ambientazione. Dopo le nostre illazioni (che potete trovare qui) alla fine la verità è saltata fuori: il gioco sarà ambientato intorno al 400 a.C., e questo porta tutto Odyssey con le lancette dietro ad Assassin’s Creed Origins, titolo che ha narrato l’anno scorso le origini del credo. Ma se le origini del credo non sono ancora nate, cosa tratterà Assassin’s Creed Odyssey? Andiamo a scoprire tutto ciò che è uscito fuori da questo E3 2018.
Le origini delle origini
Il punto focale su cui voglio soffermarmi riguarda proprio l’epoca scelta: la saga Ubisoft ha sempre mostrato una certa accuratezza nello scegliere epoche, dettagli e informazioni da inserire per rendere la storia avvincente e coerente. Il fatto che stavolta la trama riguardante il futuro sarà obbligatoria da giocare fa capire come Ubisoft stia tornando a rendere importante quella sezione che all’epoca era dedicata a Desmond Miles, e che ora finalmente potrebbe rivelare il futuro di questa lotta infinita. Le divinità inoltre potrebbero giocare un ruolo fondamentale: ricordiamo come Minerva fosse centrica nella trama originale, e divinità greche o romane potrebbero comparire nelle loro forme originali delle epoche passate (aggiungendo di nuovo quella mitologia da tempo dimenticata).
Per la coerenza storica, grazie al fatto che la lotta tra libertà e controllo avanza da millenni, nascendo proprio nell’Eden, Assassin’s Creed Odyssey potrebbe raccontare dei fatti collegati direttamente a quell’epoca, e fungere da collante tra quella storia e quella vista in Origins. D’altronde ne abbiamo già parlato, Darius, primo utilizzatore della lama celata, uccise Serse grazie ad essa, molto prima che Bayek la scoprisse nella sua avventura. Insomma, le origini del credo potremmo averle viste molti anni dopo, ma questo non esclude che le due fazioni esistessero già all’epoca, e Assassin’s Creed non ha bisogno di una nomenclatura ufficiale, bensì di far vivere al giocatore quei momenti appassionanti a cui ci ha abituato.
Tornano le battaglie navali
Una cosa che davvero appassionò i fan (ma molto di più i nuovi giocatori) di Assassin’s Creed: Black Flag, furono le battaglie navali, veramente ben studiate e dettagliate. Torneranno in Assassin’s Creed Odyssey, anche grazie all’ambientazione, ma stavolta saranno più complesse, libere in termini di scelte e personalizzabili. Il meteo dinamico e il ciclo giorno-notte influenzerà questa componente, portando tutto verso un realismo elevato. D’altronde all’epoca le battaglie navali (lette e raccontate su molti scritti) erano qualcosa di necessario per poter sconfiggere il nemico.
Le battaglie in larga scala però non si fermeranno solo sul mare, arrivando anche sulla terra ferma: potrete infatti cimentarvi nelle conquest battle, vere carneficine che non richiederanno solo di uccidere il campione avversario, bensì sposteranno la lancetta del genere verso lo strategico, simulando delle battaglie molto più pensate di quelle standard.
Canone o non canone
Molti capitoli di Assassin’s Creed hanno raccontato storie canoniche legate alla fazione degli Assassini. Rogue ha mostrato qualcosa di diverso, Black Flag ha disegnato un personaggio ben distante dal credo, e i due prodotti hanno funzionato a loro modo. Assassin’s Creed Odyssey farà entrambe le cose: se Kassandra impersonerà la storia canonica (descritta anche sul libro futuro che uscirà), Alexios invece avrà un ruolo più marginale, non in termini di presenza, bensì di descrizione degli avvenimenti. Tutto comunque girerà intorno al giocatore: le scelte che farete, infatti, influenzeranno la trama cambiando addirittura i finali, rendendo Assassin’s Creed Odyssey un titolo molto più RPG dei precedenti. La scelta del personaggio cambierà alcuni dettagli, ma la vera trama verrà scritta dal giocatore.
I dialoghi saranno uno dei motori portanti per questo stile, che i nipoti diretti del Re Leonida dovranno superare cambiando addirittura i rapporti con gli NPC incontrati. Non prevediamo una pletora di finali diversi, anche perché Assassin’s Creed si è sempre basato su una storia importante e definita, e renderla totalmente modificabile dal giocatore porterebbe solo a confusione.
L’Assassin’s Creed più RPG di sempre
Abbiamo parlato di gioco di ruolo per quanto riguarda le scelte della trama, ma la vera componente che dovrebbe intaccare la scelta presa dagli sviluppatori è il gameplay. Effettivamente, un passo ulteriore in avanti rispetto a Origins è stato fatto: i combattimenti sono infatti diventati leggermente più tattici e la mole di combattenti che vi troverete contro sarà più ampia di prima. Ad aiutarvi, la scelta di come personalizzare il vostro eroe girerà intorno a tre sottoclassi: Hunter, Warrior e Assassin. Potenziare o meno queste tre sezioni porterà a sbloccare abilità uniche: è così che potrete sbloccare mosse come il calcio di Leonida (reso noto da 300), abilità difensive o offensive, oppure qualche attacco d’assassino vecchio stile.
Tutto quanto sarà calato dentro i panni del gameplay visto in Assassin’s Creed Origins: al posto di Senu avremo Ikaros, che avrà le stesse funzioni in termini di gameplay, e il combat system sarà sempre free flow, con tanto di menù pressoché identico al precedente.
Eppur si muove
Non disperate però: molti utenti si erano lamentati nel giocare Origins, proprio a causa della mancanza di quello scheletro reso noto con i precedenti capitoli, e lamentavano tra tutte la mancanza del parkour come anima del gioco. In Assassin’s Creed Odyssey i puzzle parkour torneranno forti e prorompenti, sfruttando di più la verticalità della mappa, almeno più di quanto è stato fatto in Assassin’s Creed Origins. Torna inoltre la possibilità di reclutare NPC, potenziando quindi le vostre forze alleate.
Tutto personalizzabile ma… niente eroe customizzabile. Si vociferava la presenza dell’editor di personaggio, ma la scelta presa da Ubisoft, a mio parere giusta, renderà il tutto molto più fedele all’idea degli sviluppatori.
Insomma, sembra proprio che Ubisoft abbia imparato bene dagli errori passati: d’altronde l’idea di rendere la saga non annuale non influisce sulla filiera produttiva del gioco, soprattutto considerando che ogni studio di sviluppo lavora per anni sul titolo, alternandosi nella pubblicazione. Assassin’s Creed Odyssey vuole definire uno step successivo della saga, e se Origins è stato il terreno di prova, ora Odyssey diverrà la consolidazione del tutto. Ispirandosi a titoli come The Witcher 3, Fallout e Skyrim, l’anima RPG del gioco diventerà sempre più preponderante: d’altronde Assassin’s Creed ha sempre raccontato una storia di uomini con degli ideali, e cosa c’è di meglio che vivere quegli ideali nel modo che il giocatore vuole?