Sognando a New York – Recensione del film musical dal creatore di Hamilton

Sognando a New York, film basato sul musical del 2008 In The Heights di Lin-Manuel Miranda (Hamilton) arriva nei cinema, ecco la recensione.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 9 minuti
8
Sognando a New York - In The Heights

Esiste un posto in Nueva York, un posto magico, Washington Heights. Le premesse fiabesche di Sognando a New York, nome italianizzato del film In The Heights uscito oggi nelle sale cinematografiche oggetto di questa recensione, che evidenzia fin da subito la tipologia di pellicola a cui ci troviamo davanti. Nato dalla mente (musicale) di Lin-Manuel Miranda, creatore del musical omonimo sbarcato a Broadway nel 2008, oltre che di Hamilton, musical di successo degli ultimi anni, dietro la cinepresa vede Jon M.Chu, regista di Crazy & Rich e di un paio di Step Up.

Ci sarebbe da parlare ore sull’importanza di tale pellicola, sull’idea che il musical fin dal principio ha avuto e su come questo film, dopo le mille beghe legate al tortuoso labirinto dei diritti, sia finalmente arrivato in sala. Altre dovremmo spenderle a discutere dei testi delle canzoni, delle musiche, di come Miranda usa le reprise e le linee melodiche per dare linguaggi diversi a diversi personaggi. Insomma, avremmo davvero modo di discutere per una giornata intera di tutto ciò, ma non possiamo farlo senza prima parlare del film in sé, di come questo – nel bene e nel male – sia nato con 13 anni di distanza e pronto ad arrivare ad un pubblico decisamente più smaliziato.

96.000

Il film racconta le vicende del quartiere Washington Heights, una zona di New York che mostra i mille colori di un insieme di persone provenienti da vari paesi latini: abbiamo la Repubblica Dominicana, Portorico, Cuba e Messico, tutto unito in un melting pot di personaggi caratterizzati quanto basta per mandare avanti il racconto. Come accennato, la pellicola è basata sul musical del 2008, e per questo la maggior parte dei contenuti viene narrata tramite canzoni, ognuna con il suo stile e scopo specifico.

Sognando a New York presenta dei personaggi principali su cui vogliamo porre l’accento in questa recensione, parliamo di Usnavi, ragazzo che ha il sogno di abbandonare la sua Bodega e tornare nel suo paese, Vanessa e la voglia di andare “downtown” a conquistare la moda, Nina e il suo sogno di diventare qualcuno e infine Benny, ragazzo volenteroso che vuole dimostrare di saperci fare nel business. Attorno a loro girano altrettante figure fantastiche, partendo dalla Abuela Claudia, la Nonna del quartiere che ha cresciuto questi giovani ragazzi, Sonny, il piccolo cugino che raffigura un po’ l’animo puro degli ideali che, nel tempo, vanno macchiandosi di vita vera, passando poi per moltissimi altri personaggi come il padre di Nina e capo di Benny, Kevin Rosario, le “Salon Lady”, Graffiti Pete e il fantastico Piraguero.

La vita di queste persone va avanti inseguendo “el Sueno”, ciò che spinge la gente a vivere perseguendo i propri obiettivi, e lo fanno senza farsi mancare un po’ di cafè con leche, un pan caliente e il tanto agognato biglietto della lotteria, che potrebbe far vincere a qualche fortunato ben 96.000 dollari.

Lo sapevi che…

Le parti di Usnavi e Benny, che qui sono intepretati da Anthony Ramos e Corey Hawkins, nel musical originale erano interpretate da Lin-Manuel Miranda e Christopher Jackson. Questi due attori, nella pellicola uscita oggi, interpretano invece il Piraguero e Mr. Softee, e seppur nel film si “scontrino” per il primato di venditore di granita/gelato del quartiere, sono nella vita reale molto amici.

La trama, seppur scontata sotto molti punti di vista, diventa quasi secondaria messa in paragone con le musiche e i testi, organi vitali del film: capire dove andrà a parare la pellicola è semplice, e forse proprio perché il progetto iniziale, il musical, non cercava di avere un racconto fatto di colpi di scena, ma un insieme di significati da trasmettere con musica e parole. Superato questo scoglio, il resto del film prosegue senza intoppi, proprio grazie ad un marcato senso della spettacolarità, fatta di canzoni memorabili e coreografie degne di nota.

Il nuovo prodotto differisce sotto alcuni aspetti dal musical: in primis, il cast è quasi completamente differente (anche perché nell’originale lo stesso Lin-Manuel Miranda interpretata Usnavi, mentre nel film il ragazzo è interpretato da Anthony Ramos, che ha lavorato con lo stesso Miranda in Hamilton nei panni di Laurens). Alcune parti della trama sono state riscritte, soprattutto per adattare i nuovi tempi: da qui alcune citazioni dentro alla pellicola, qualche cambio di testo nelle canzoni e alcune dinamiche di intreccio differenti, cambiate per dare più significato ad altre parti del film.

In The Heights

Sognando a New York porta in alto anche ideali molto importanti legati a diritti civili e immigrazione, senza scadere nel banale ma utilizzando un linguaggio comprensibile e vero; ogni personaggio inoltre non sembra una macchietta pronta per qualche scena strappalacrime, bensì mostra un carattere ben definito e un concetto di giusto differente. Se quindi per Benny l’obiettivo è diventare il migliore, mentre Usnavi afferma che i bei tempi di una volta sono ciò che cerca, Sonny diventa invece il giovane che ha a cuore gli ideali più puri di uguaglianza e diritti civili. Come vogliamo sottolineare in questa recensione di Sognando a New York, tutte le visioni differenti (che diventano chiare ed evolvono nel corso dei minuti) sono ciò che rende il film capace di raccontare del vero.

Essendo un musical, il film verte molto su ciò che viene detto nelle canzoni: se a questo ci aggiungiamo l’iconico stile di Lin-Manuel Miranda (i fan di Hamilton potrebbero trovare dei punti di contatto con l’opera, compreso un divertentissimo easter egg nell’istante in cui Kevin Rosario chiamerà Stanford), allora testo e musica diventano vitali. In tutto ciò, evidenziamo come lo stile delle canzoni spazi dal latino-americano all’R’n’B, Hip Hop e Rap, mescolando tutto a seconda del personaggio che si trova a cantare. Ecco quindi che Usnavi userà un Rap molto classico, Vanessa e Nina uno stile più da broadway, passando poi per il latino-americano delle parrucchiere, lo stile cubano per Abuela Claudia e via discorrendo.

Questi stili, che proseguono durante tutta la tracklist, si intrecciano nel corso delle canzoni mostrando varie linee melodiche sovrapposte, parlando non solo con musica e parole, ma anche con il modo in cui queste vengono riprodotte. È il caso di 96.000, canzone che in un preciso istante vede sovrapporsi il Rap di Usnavi, il Funky di Benny e il melodico di Vanessa, per poi unirsi all’ensemble chiudendo il pezzo in un turbinio coreografico e melodico fantastico. Come in Hamilton (qui il trailer), il saper cantare all’interno del film è visto come il saper parlare: per questo le frasi di Usnavi diventano più sconnesse quando vede Vanessa, oppure diventano botta e risposta nelle discussioni. Si tratta di una sola delle molte maniere in cui Miranda utilizza il cantato per dare dinamismo al film, così da trasmettere non solo ciò che si sente, ma anche il modo.

Le canzoni del Film

Sognando a New York - In The Heights
8
Voto 8.0
Condividi l'articolo
Editor in Chief
Segui:
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.