Come tutti quanti avrete sicuramente notato, Netflix continua a sfornare una serie dopo l’altra senza concedere un attimo di respiro. Da un po’ di tempo, non facciamo in tempo a goderci un titolo che ne compare subito un altro a fare scalpore. Se ci soffermiamo un attimo sulle uscite più chiacchierate, però, in effetti possiamo trovare un titolo che pur non essendo ancora stato rilasciato ha suscitato una serie infinita di emozioni contrastanti negli utenti. Il 10 dicembre 2020 sui social viene pubblicato un trailer, e fin qui niente di strano (come detto in precedenza, ormai ne vediamo a bizzeffe). Una serie come tante, ragazze e ragazzi, una scuola, amici, lezioni, poteri magici. Solamente una parola ha fatto subito rizzare le orecchie alla maggior parte delle persone: Bloom. A quel punto, tutti avevano già capito. Fate: The Winx Saga arriverà sui nostri schermi. Immediatamente sui social di tutto il mondo si sono formate due fazioni. Chi attende la serie in trepidante attesa e chi ripudia anche solo l’idea, visto il ricordo al quale è rimasto attaccato.
Winx Club, come molti sapranno, è una serie animata italiana nata dalla mente di Iginio Straffi e pubblicata nei canali Rai a partire dal 2004. Il successo fu immediato, al punto da diventare in poco tempo uno dei franchise più famosi al mondo. Alcune delle caratteristiche che rendono indimenticabile questo titolo sono proprio la sua leggerezza, i colori, e le canzoni accattivanti, qualità – almeno secondo quanto ci è stato mostrato nel trailer – visibilmente assenti nella nuova produzione. Noi abbiamo potuto vedere l’intera serie in anteprima e siamo qui per parlarvene (evitando ovviamente gli spoiler) e per lasciarvi decidere, a cuor leggero, la fazione verso la quale schierarsi.
Dimentichiamoci della serie originale
Fin dal primo episodio, se decidessimo di guardare Fate: The Winx Saga con occhio critico e cercando di paragonarlo in tutti i modi alla serie animata alla quale siamo abituati, non riusciremmo a guardarne neanche una puntata. Serve quindi sapere che è necessario, e consigliato, guardarla senza la minima aspettativa e con leggerezza, affiancandola alle altre centinaia di produzioni Netflix che ci vengono proposte ogni anno. Una volta entrati in quest’ottica, l’opera diventa piacevole e scorrevole, pur rimanendo molto adolescenziale. Potremmo, in effetti, paragonarla a titoli come Èlite o Baby, ma aggiungendo quel tocco di magia che non guasta mai.
Conosciamo immediatamente la protagonista Bloom (Abigail Cowen), una sedicenne dotata di poteri magici (una fata del fuoco) ma cresciuta nel mondo degli umani da genitori non magici. Una volta a conoscenza dell’esistenza di questa ragazza dalle capacità “eccessivamente potenti”, la preside della scuola di magia di Alfea decide di portarla con sé. Fin qui troviamo alcune similitudini con la storia, ma sfortunatamente non ne troveremo molte altre. Oltre a Bloom sarà necessario conoscere gli altri personaggi principali come Aisha (Precious Mustapha), ambiziosa fata dell’acqua ligia alle regole; Stella (Hannah van der Westhuysen), principessa di Solaria, fata della luce dal carattere particolare; Musa (Elisha Applebaum), fata della mente e amante della musica; Terra (Eliot Salt), cugina della più famosa Flora, fata della terra nata e cresciuta ad Alfea; Sky (Danny Griffin), miglior specialista della scuola ed ex fidanzato di Stella; Riven (Freddie Thorp), miglior amico di Sky ed eccessivamente ribelle; e infine Beatrix (Sadie Soverall), fata dell’aria contorta e misteriosa. La trama principale girerà intorno ad alcune vicende avvenute nel passato, e ad un pericolo che ancora oggi minaccia la scuola di Alfea e tutti i suoi studenti.
Sicuramente possiamo affermarvi che si tratta di una prima stagione introduttiva, necessaria per far entrare a pieno lo spettatore nel mondo delle Winx (fa sempre strano pronunciare questo nome). Per quanto riguarda determinate scelte di regia e l’evoluzione dei personaggi ci troviamo davanti ad un titolo leggermente confuso e acerbo. Nonostante sia stata realizzata da Netflix in collaborazione con Rainbow e lo stesso Iginio Straffi, alcune decisioni sarebbero da rivedere. Certi del fatto che alcune di queste siano state prese per rendere più veritieri i personaggi – adolescenti che si affacciano nel mondo degli adulti per la prima volta -, basta davvero poco per rendere il tutto solamente molto confususionario. Superando il fatto che attori di oltre vent’anni interpretino ragazzini neanche maggiorenni, il collegamento che gli sceneggiatori tentano di inserire con il mondo “umano” risulta alcune volte forzato, come riferimenti a maghi e fate quali Harry Potter e Campanellino.
Una serie adolescenziale ma non infantile
Una nota di merito che rende sicuramente il tutto più godibile è la trasformazione e la differenza che notiamo rispetto al titolo originale. Questo ci renderà più facile dimenticarci di Winx Club e concentrarci su Fate: The Winx Saga. Il primo nasce come serie animata per bambini e bambine, il che lo portò ovviamente a risultare infantile e ad evadere dalla realtà. Questa nuova produzione, al contrario, cerca di rendere il tutto quanto più verosimile possibile. Se parliamo di adolescenti di sedici, diciassette e diciott’anni è impossibile pensare di renderli tutti studenti modello la cui aspettativa è solamente quella di salvare il mondo. Durante le puntate saranno presenti discussioni accese, alcool, uccisioni, droghe leggere e scene più o meno esplicite. Ecco perché è necessario staccarsi dal cartone animato, poiché nessuno sarebbe in grado di immaginarsi le famose Winx alle prese con problemi adolescenziali. Anche in questo caso, però, le scelte fatte non risultano molto chiare. Non è semplice intuire l’idea originaria del regista se nel corso delle puntate, in particolare dell’ultima, l’evoluzione completa di alcuni personaggi e il plot twist generale dell’intera stagione viene riassunto in pochi minuti. Uno dei problemi più grandi, infatti, possiamo riassumerlo proprio con “l’ultima puntata”, lì dove viene a presentarsi la necessità di creare una suspance particolarmente forzata che finisce col rendere tutto fastidiosamente caotico e poco chiaro.
In conclusione, stiamo parlando di un titolo guardabile ma confuso. Sicuramente non tra le migliori produzioni di Netflix dell’ultimo tempo ma neanche così pessima come molti (senza neanche averla vista) vogliono farci credere. L’intera stagione è sviluppata in 6 episodi da sessanta minuti, la lunghezza giusta per non rendere tutto troppo ristretto o troppo diluito. Per chiunque dovesse essere interessato, vi ricordiamo che la produzione sarà disponibile a partire dal 22 gennaio 2021 sulla famosa piattaforma streaming. Allo stato attuale non è dato sapere se verrà confermata una seconda stagione, ma nel caso non vi nascondiamo che saremmo curiosi di scoprire come potrebbe continuare la storia di Fate: The Winx Saga.