Vampyr: i vampiri di Focus Home Interactive

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò GL Originals Lettura da 7 minuti

Era un po’ che nel mondo dei media e dell’intrattenimento i vampiri non apparivano: molti di voi di certo ricorderanno come ultimi quelli della saga di Twilight che, nonostante possa piacere o meno, snatura completamente l’essenza del mostro gotico. Ora invece ci troviamo di fronte a Vampyr, un titolo che, dal punto di vista puramente artistico-narrativo, sembra voler far tornare alle origini le creature assetate di sangue modernizzandole, evitando però di togliere a esse le storiche caratteristiche.Vampyr

Partiamo dalle basi quindi: cos’è un vampiro? Il vampiro nasce come figura durante il periodo romantico, in cui gli scrittori britannici adottarono la tendenza di creare nuove immagini di terrore che andassero in antitesi al mondo clericale, collocandoli in contrasto al mondo religioso. I due esempi più importanti furono il Frankenstein di Mary Shelley e Il Conte Dracula di Bram Stocker. Come ben sappiamo, gli artisti raramente inventano; spesso tendono a ispirarsi e a prendere spunto da altro, e questo fu proprio il caso di Dracul, il quale venne preso e rinfilato in tutte le salse, dalla letteratura al pittorico, dal teatro al cinema. Andando avanti col tempo però la figura del vampiro è mutata più e più volte, in modi anche diversi tra loro: ci sono stati casi in cui questi erano dei semplici umani con forza sovrannaturale e caratteristiche come la pelle pallida e il ripudio della luce, oppure vere e proprie creature fantastiche con poteri magici. 

Passando dunque al titolo di Focus Home Interactive, che approccio adotta riguardo alla definizione del vampiro in sé per sé? Sappiamo per certo che Vampyr cerca di ricreare un’atmosfera dark caratteristica del romanticismo britannico, poiché esso è la genesi del suo protagonista, calandoci in una Londra tenebrosa, scura e macabra, caratterizzata dal buio, da omicidi, sangue e disperazione. Non possiamo dire che Vampyr sia ai livelli di cruenza teorica di un Bloodborne, ma sicuramente gli si avvicina molto, anche perché qui l’arco narrativo è il fulcro su cui si basa l’opera. Vivremo infatti da vicino le vicende del nostro protagonista, il dottor Jonathan Reid, esperto ematologo che, nel 1918, viene infettato diventando di conseguenza un vampiro. Qui notiamo subito il primo cambiamento attuato dagli scrittori nei confronti del vampiro classico: il vampirismo è una malattia, viene trasmessa e non si nasce direttamente sotto forma di demone dalla pelle chiara; inoltre il dr. Reid mantiene il senno, preservando il suo lato umano, seppur con tutte le condizioni della sua malattia.

Vampyr

Giungiamo quindi a un’altra importante caratteristica, che è in realtà il perno attorno al quale ruota tutto l’arco narrativo della vicenda: il vampirismo può esser curato o si è condannati a vita? Sappiamo infatti che il protagonista di Vampyr, disperato per questa “maledizione”, tenterà in tutti i modi di scoprire i segreti della condizione che lo affligge al fine di capire se essa è curabile o meno. Abbiamo già visto qualche altro videogioco ipotizzare che un vampiro possa opporsi alla propria condizione, come ad esempio ricordiamo Skyrim, dove era possibile farsi curare entro il quarto giorno di infezione, prima che la mutazione fosse completa; qui però si parla addirittura di un antidoto, di un rimedio definitivo, una “vaccinazione” che permetterebbe ai londinesi di estirpare il vampirismo per sempre. Altro dettaglio importante e ben rimarcato è la possibilità di scegliere se cedere alla nostra natura vampirica o meno: mentre i vampiri se non si nutrono di sangue tendono a indebolirsi fino alla morte, qui ciò non avviene, anche se naturalmente nutrirci di sangue altrui ci potenzierebbe notevolmente rispetto alla nostra forza umana. Interessante è stata la scelta di inserire la possibilità di nutrirsi unicamente del proprio sangue: probabilmente è un’idea contemplabile, se pensiamo che stiamo parlando di un dottore che ha mantenuto il suo senno umano e che non vorrebbe recar danni al prossimo a causa della sua maledizione; di conseguenza prova a soddisfare tramite se stesso la sete di sangue, per placare almeno un minimo tale desiderio.

Se c’è un elemento che in Vampyr sarà totalmente moderno per il mondo dei vampiri, sicuramente è la presenza dei cacciatori. Ciò richiama in parte le storie classiche e anche lo stesso Dracula, dove il popolo della Transilvania rifiuta la presenza del mostro, ma al contempo non si arma per cacciarlo e si affida unicamente alla fede e alla Chiesa. Qui è come se quest’ostacolo fosse stato superato: col tempo i vampiri sono stati conosciuti e studiati al meglio, quindi si è formata una branca di cacciatori esperti in materia che non ha timore di affrontarli e di rischiare contro di essi. Ovviamente questo concilia molto bene anche con l’ambientazione storica della trama: in quegli anni lo spirito d’azione usciva fuori sempre maggiormente nei cittadini degli Stati europei; è quindi normale pensare che anche i vampiri siano stati obbiettivo di azionisti e combattenti.

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Non vediamo l’ora di sapere cosa ha in serbo per noi Vampyr: Focus Home Interactive ha sempre svolto un ottimo lavoro nella caratterizzazione del proprio mondo, creando filoni narrativi studiati minuziosamente e conciliando il tutto con un gameplay funzionale e piacevole, che permetta al giocatore di sentirsi coinvolto nella vicenda, come se accompagnasse il dottor Reid mano per mano durante le sue avventure. Vampyr uscirà il 5 Giugno 2018, dunque non manca così tanto; ricordate di tenere la luce accesa, loro possono attaccare quando meno ce lo aspettiamo.

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