Oggetti di Scena – Recensione dell’intrigante documentario targato Disney+

Dopo averne potuto visionare le varie puntate, siamo ora pronti a darvi il nostro giudizio su Oggetti di Scena, documentario targato Disney.

Pierfranco Allegri
Di Pierfranco Allegri Recensioni Lettura da 6 minuti
7.5
Oggetti di Scena

E’ ormai chiaro che nessuna sinossi o idea, messa nelle mani della Disney, potrà essere un clamoroso fallimento, salvo rivelarsi invece un grande successo di pubblica e critica nel migliore dei casi, in un’ esperienza interessante e decisamente piacevole in tutti gli altri. Lasciate per esempio fare alla Disney una docu-fiction autocelebrativa e ne nascerà una serie carica di nostalgia e meraviglia infantile.

Alla scoperta della magia cinematografica

Dal 1 maggio verrà reso disponibile su Disney+ un nuovo documentario pregno di buon umore e fantasia intitolato Oggetti di Scena (originariamente intitolato Prop Culture, gioco di parole tra pop culture e il prop cinematografico, l’oggetto di scena), serie che esplora la storia, i personaggi e i professionisti di alcuni tra i più amati film della Disney, attraverso preziosi pezzi di collezionismo, articoli d’archivio e numerose curiosità. A condurre la serie il collezionista Dan Lanigan (noto ai più per un cortometraggio documentario di gran de successo sulla serie Futurama di Matt Groening, Fan-O-Rama: A Futurama Fan Film del 2016), che ci accompagnerà in questa serie antologica dallo spiccato gusto post-postmoderno. Partendo da un articolo della propria collezione personale o da un film da lui particolarmente amato, Lanigan ci guida attraverso una rete disomogenea di professionisti del settore che hanno contribuito alla realizzazione di alcuni dei film più amati della nostra infanzia e non solo (tra cui, solo per citarne alcuni, il compositore Danny Elfman e il maestro della stop motion Henry Selick)

Prop Culture

Si parla di un film per puntata, anche in questo caso disomogenei per genere e periodo storico; da Mary Poppins a Pirati dei Caraibi, da Tron a Nightmare Before Christmas e altri classici amati tra cui Chi ha incastrato Roger Rabbit? o Le Cronache di Narnia: Il leone, la Strega e l’armadio. Lanigan parla della genesi di questo progetto:

“Ho lavorato nella produzione televisiva per un po’. Nel frattempo, ho collezionato oggetti di scena, costumi originali e cimeli cinematografici per oltre 20 anni. Però, ho sempre avuto l’impressione che in quest’industria vi fossero innumerevoli persone che, pur facendo un importantissimo lavoro, non ottenessero mai la luce dei riflettori. Per questo ho pensato che sarebbe stato bello fare uno show che li celebrasse. Anche se lo show si chiama Prop Culture e il focus della serie sono gli oggetti di scena visti nelle varie pellicole analizzate, i veri protagonisti del tutto sono in realtà le persone dietro tali oggetti.”

Le  puntate si fanno seguire con estrema curiosità, capaci di tenere incollati allo schermo grazie alle tante informazioni, agli aneddoti e al genuino interesse che va formandosi dietro ognuno dei classici Disney. La serie, ovviamente, non sarebbe riuscita ad offrire lo stesso carisma se a una buona idea non avesse fatto seguito un buon conduttore: Lanigan s’immette sulla scene con forza, riesce ad apparire proprio come lo spettatore desideroso di scoprire quante più nozioni possibili della sua opera preferita. Parliamo dopotutto di un collezionista di razza, di un appassionato del ricco mondo cinematografico disneyano che in primis desidera entrare in quei mondi che tanto lo hanno affascinato e , soprattutto, mettere mano e ammirare preziosissimi articoli da collezione e pezzi d’antiquariato. Parlando della sua passione passione per il collezionismo, l’uomo ha anche affermato:

“Ho iniziato a collezionare quando ero solo un bambino. Come molti ragazzini della mia età, avevo molte figure di Star Wars. Quando ero nella mia fase adolescenziale, mia madre li diede tutti ai figli di mio fratello. E non ero felice della cosa. Era sempre nella parte posteriore della mia testa, tipo… perché queste cose hanno così tanto significato per me? Non stavo più giocando con loro, ma erano ancora importanti per me.

Invecchiando, ho iniziato a collezionare pezzi quali repliche di oggetti di scena. Ho sempre guardato i dietro le quinte [specials], e sono sempre stato interessato alle persone che hanno lavorato in questo mondo, ma l’idea di poterne in qualche modo far parte possedendone un pezzettino e preservandolo nel tempo la trovo assai affascinante. Quindi, per farla breve, ho raccolto quello che pensavo fosse un’originale pistola ottenuta da una persona che ha lavorato al film Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Mi è stato venduto come un pezzo originale con alcune maquette dei proiettili. Molti anni dopo, ho scoperto che era una replica, un regalo offerto allo staff e ciò mi deluse profondamente… ma al contempo, ha contribuito a rendermi ancor più desideroso d’esplorare questo mondo.”

Prop Culture

Prop Culture è un prodotto decisamente gradevole, privo sicuramente di grandi ambizioni, ma comunque degno di lodi. La Disney non preme eccessivamente sul suo gusto tipicamente zuccherino che da anni contraddistingue buona parte delle sue opere, ma il fattore nostalgia è a tratti decisamente equilibrato e in taluni frangenti quasi opprimente. Cinefili e non si troveranno probabilmente a loro agio, salvo forse rimanere delusi dall’andamento sconclusionato e dalla breve durata degli episodi, forse incapaci di raggiungere il loro massimo potenziale o di tirare il meglio da tutte le magnifiche personalità e dai mezzi messi a disposizione.

Oggetti di Scena
7.5
Voto 7.5
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Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it