For the Queen Recensione: un viaggio d’improvvisazione dove tutto è possibile

Un viaggio pericoloso, dove i rischi non sono dati da agenti esterni, ma dalla storia che vi lega con la Regina: questo è For The Queen.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 5 minuti

Immaginate di essere in viaggio: un percorso pericoloso il giusto, qualcosa di richiesto che però non vi spaventa più di tanto. Eppure, proprio questo viaggio vi da la possibilità di riflettere sulla persona che state accompagnando: perché effettivamente voi giocatori siete degli accompagnatori della Regina, la stessa che condivide con voi una storia fatta di momenti belli e brutti, e verso cui provate un sentimento di bene davvero enorme.

Questo è l’incipit di For the Queen, il gioco riedito da Darrington Press, l’etichetta di pubblicazione di Critical Role, che con questa nuova edizione ci riporta a farci domande: ne vale davvero la pena?

Un viaggio per ricordare

Il gioco è molto semplice: i giocatori saranno gli accompagnatori della Regina, richiesta in un certo luogo, e che quindi prevede una scorta per poterla proteggere. La Regina si creerà completamente durante il gioco: potrete però buttare giù delle idee e fare un piccolo brainstorming, sfruttando anche le molte carte che raffigurano diverse regine di varie tipologie, sia storiche che futuristiche, dandovi quindi spunti interessanti da poter applicare al vostro “character building”.

Una volta trovata, il gioco richiederà un settaggio molto veloce: mescolare il mazzo di carte con le domande, e inserirci in mezzo la carta finale, che vi spiegheremo dopo. Questa potrà essere messa a metà, a tre quarti o in fondo, a seconda della lunghezza della vostra partita, di fatto dandovi la chance di gestire il tempo di gioco in modo dinamico.

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Una volta fatte queste scelte, il resto del gioco procederà in modo molto semplice: dovrete prendere una carta, leggere la domanda e rispondere raccontando quell’evento nello specifico. Perché le carte saranno a tutti gli effetti delle domande che vi faranno ricostruire il vostro passato con la Regina: starà a voi scegliere come, se mettendoci momenti lieti o tristi, magari dandovi qualche motivo per odiarla e amarla allo stesso tempo, oppure semplicemente descrivendo degli episodi che potrebbero persino far cambiare idea agli altri giocatori.

In questa fase, è importante che la scelta sia del giocatore che ha pescato, ma come dice il gioco i suggerimenti sono ben accetti, magari dando delle concatenazioni agli eventi tra i vari personaggi, e inserendoci persino qualche colpo di scena inaspettato.

Il viaggio è più importante della meta

For the Queen si dispone come un viaggio da percorrere: l’esperienza che il gioco da è qualcosa di divertente e non troppo complesso da gestire, ma che potrà tirare fuori momenti davvero intensi. Starà a voi scegliere anche un po’ l’atmosfera da dargli, e a venire in aiuto ci sarà anche una carta X da poter usare per segnalare eventuali tematiche o situazioni scomode per un giocatore, che magari non vuole vengano trattate.

La nostra esperienza è stata interessante, considerato che spesso questi giochi diventano complessi da gestire se non c’è una voglia generale del gruppo di raccontare una storia condivisa. Nonostante tutto, il gioco si pone in modo netto, dando i giusti spazi alla creatività e il modo in cui il prodotto è fatto aiuta, e anche molto.

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Le carte, 91, sono di ottima qualità e comprendono le domande, gli artwork di alcune regine (fronte retro) e delle carte che spiegano le regole di gioco. Tutte sono poi comprese in una confezione piccola e comoda da trasportare, un vantaggio considerato come il gioco si presti a sessioni organizzate velocemente, avendo preparazione pari a zero.

For the Queen è un’esperienza di ruolo davvero intrigante, che elimina dadi e preparazione in favore di improvvisazione e creatività, due dei punti fondamentali nei Giochi di Ruolo. Rimane comunque un’esperienza molto legata al tipo di giocatori con cui la farete, ma per il resto il prodotto è valido e un must per chi ama questo tipo di giochi.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.