Nintendoes: ecco come cambia la grande N

Gianluca "Gianz" Bianchini
Di Gianluca "Gianz" Bianchini GL Originals Lettura da 8 minuti

Ci sono voluti un anno e otto mesi, ma finalmente, l’accordo tra Nintendo e Dena, ha letteralmente preso forma in Super Mario Run, il mobile game in esclusiva su device Apple che rientra nel genere degli infinite runner ma che ne modifica leggermente la formula. Fino a qualche anno fà sembrava eretica la sola ipotesi che l’azienda di Kyoto potesse sbarcare sul mercato degli smart phone, ma così è, Nintendo è cambiata e si è interfacciata per meglio affrontare quello che potremmo definire l’anno della sua rivincita, ovvero quello che sta per iniziare. Tutto ciò è però legato ad un cambiamento di Nintendo che tocca diversi ambiti. Sicuramente ampliare il proprio range di mercato ha proiettato l’azienda verso un gruppo di acquirenti che mai avrebbero pensato di poter raggiungere, secondo un ragionamento basato sulla volontà di farsi conoscere e soprattutto far conoscere il mondo Nintendo: se Miitomo è stato solo l’antipasto, Pokémon GO e questo Super Mario Run hanno già dimostrato quanto possano essere potenti le IP di Nintendo anche in un contesto a cui non faremmo riferimento come videogiocatori. D’altronde, non poteva essere altrimenti.

Nintendo sa bene che cambiare non vuol dire tagliare necessariamente i ponti col passato, e solo la grande N, tra tutti, può attingerne a piene mani. Certo, non sono dei prodotti paragonabili ad esperienze più complesse, hanno dei limiti evidenti ma i numeri sono sicuramente dalla parte di Nintendo. Parlando di Pokémon GO, non solo le testate di settore se ne sono occupate ma anche ad esempio il reparto tech di Panorama ha dedicato un articolo proprio sui numeri impressionanti che ha raggiunto l’applicazione nella settimana in cui è stata lanciata. Un fenomeno che probabilmente ha preso un po’ tutti alla sprovvista, e che ha sparato i titoli in borsa di Nitnendo nella stratosfera. Passando a Super Mario Run invece, non è certo che il successo possa essere altrettanto fragoroso, complice anche il vertiginoso costo dell’app su iPhone, ma di sicuro se ne parlerà nei mesi a venire, come è già avvenuto in seguito all’annuncio avvenuto a settembre.

In passato abbiamo spesso visto Nintendo approcciarsi al pubblico con i Direct, un’invenzione partorita da Iwata che serviva dapprima per presentare nuovi prodotti della compagnia e, in seguito, hanno letteralmente monopolizzato le comunicazioni di Nintendo verso l’esterno. Anche l’E3, tipico appuntamento che prevedeva una Nintendo presente sul palco del Nokia Theatre, si è trasformato in un vero e proprio Digital Event. Questa politica ha segnato dei passaggi positivi, ma a volte si è anche ritorta contro Nintendo stessa, facendola in qualche modo sentire “assente” rispetto ai propri utenti. Ma anche qui, la casa nipponica si è reinventata: all’E3 di quest’anno, per esempio, non abbiamo visto annunci, ma solo gameplay, gameplay e ancora gameplay di titoli annunciati e non, tra cui Breath of the Wild e Pokémon Sole e Luna, che hanno lasciato sicuramente il segno e che, al contrario di quello che ci si poteva aspettare, hanno fatto emergere Nintendo nonostante le basse premesse. Questa “inversione” di rotta è da ricondurre secondo me allo sviluppo di Star Fox Zero: l’avventura di McCloud e compagni ha avuto uno sviluppo travagliato e le occasioni in cui è stato mostrato, sia nei trailer che nelle dimostrazioni, lasciavano sempre più perplessità che certezze.

Questo può aver fatto nascere l’esigenza di comunicare le proprie future uscite in maniera diversa: ne è un esempio la campagna pubblicitaria di Sole e Luna, che annunciavano sempre qualche dettaglio in più ma mantenevano sempre un velo di mistero sul gioco. Certo, poi c’è da valutare il peso specifico e l’oggettiva qualità sia di Star Fox che dei nuovi Pokémon, ma non è difficile immaginare come poteva essere accolto Zero se si fossero scelti tempi e modi migliori per presentarlo al pubbico. E qui mi rifaccio anche alla scintilla che ha acceso la miccia, ovvero il teaser di annuncio di Sole e Luna, uno spot di pochi minuti che riprendeva non tanto il gioco quanto i giocatori, fotografando bene lo spirito del brand anche senza mostrare troppo. Ormai trailer del genere non se ne vedono più, ma negli ormai lontani anni ’80 c’era molta attenzione a proporre uno scenario “da salotto” in cui si vedevano gli utenti finali del prodotto, per lo più adolescenti o ragazzini, giocare ai vari NES, Atari Jaguar o Sega Megadrive.

https://www.youtube.com/watch?v=hmzDL1l3Fag

E se pensate che questo sia stato un esempio isolato, provate a pensare alla reveal di Switch. Come abbiamo potuto vedere, il trailer, a prescindere dai giochi che sono stati mostrati, propone dei casi simili: in casa, fuori, con amici, tutte queste situazioni cercano di proporre un contesto verosimile in cui inserire la nuova console di Nintendo e che intanto mostrano le feature principali della macchina. Questa è stata la conferma per Nintendo che la strada battuta è quella buona: concentrarsi sui giocatori. Notiamo inoltre un attenzione particolare al target: nel teaser di Sole e Luna, i protagonisti erano persone di tutte le età, mentre nel video che ha annunciato lo Switch, vi erano solo persone adulte.

Inoltre, è cambiata anche la concezione di Time span in quel di Kyoto: da giugno finora, la Nintendo ha sempre pensato di scandire e di distribuire i suoi principali avvenimenti attraverso una cadenza mensile. Partiamo proprio dal mese dell’E3, di cui abbiamo parlato prima. A Luglio abbiamo assistito all’arrivo di Pokémon GO, mentre a Settembre Miyamoto è salito sul palco del key note Apple e ha presentato Super Mario Run. Ad Ottobre finalmente è stato alzato il velo su NX, mentre il mese scorso l’hype generale si è raccolto intorno ai due ultimi episodi di Pokémon su 3DS. Arriviamo ad oggi, e ovviamente viene rilasciato Super Mario Run, e recentemente Reggie Fils-Aime è stato ospite di Jimmy Fallon. A Gennaio avremo ancora a che fare con Switch, e chissà se questo ritmo si confermerà oppure verrà alzato a ridosso dell’uscita della console a Marzo, ma in ogni caso, in questa seconda metà di 2016 Nintendo ha sempre cercato di far parlare di sé. Anche ad Agosto, sotto l’ombrellone, abbiamo assistito a qualcosa che ha richiamato all’attenzione il mondo di Nintendo. Ricordate?

https://www.youtube.com/watch?v=xIFXXYAsJRU

Sebbene tutte le analisi puntino a favore di Nintendo, non abbiamo la sfera di cristallo e non possiamo dire quanto veramente i cambiamenti effettuati in questi mesi possano spingere l’utenza a dare fiducia alla grande N, ma se l’ormai imminente 2017 sembra già essere catalizzato parzialmente intorno ad essa, per larga parte è tutto merito della nuova scuola di pensiero che permea all’interno dei corridoi in quel di Redmond e Kyoto. E se cambia Nintendo, non può che giovarne l’intera industria.

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Gioco da ormai 15 e passa anni ai videogames, il più dei quali sono stati titoli di Nintendo. Ma ho anche giocato spesso alle saghe divenute classiche anche nella scorsa generazione appartenenti ad altre piattaforme. Ma Zelda rimane Zelda, una fetta del mio cuore c'ha la triforza disegnata sopra.