Il nome di Digital Tales è ormai molto noto nel nostro Bel Paese: la software house nostrana infatti ha ormai maturato una certa esperienza nello sviluppo di videogiochi, tanto da portarsi a casa ben 2 Drago D’Oro, il riconoscimento più alto in ambito video ludico all’interno del territorio italiano. Al Romics erano presenti con la loro ultima fatica, ovvero una tech demo di SBK 16 in versione mobile che sfruttava le potenzialità del Samsung Gear VR, il visore per la realtà virtuale del colosso del mobile coreano.
Il genere dei racing game è ormai la specialità dello studio milanese, in quanto già negli anni precedenti si sono cimentati nelle versioni mobile del campionato moto ciclistico su strada più seguito negli Stati Uniti. Alla fiera romana però, in cui la realtà virtuale ha letteralmente preso il sopravvento sull’intero padiglione dedicato ai videogiochi, DTales ha pensato bene di portare la sua interpretazione della VR, applicata alla ormai rodata esperienza con le moto. Il titolo sfrutta il visore di Samsung come una telecamera, e ovviamente ciò che mi hanno consigliato dall’inizio era di mettere la visuale in soggettiva per godere appieno del cosiddetto “effetto VR”. Ovviamente i controlli sono affidati al pad allegato al visore, configurato con comandi ormai tipici del racing game. Inutile dire che con il visore in testa la sensazione della velocità è senza dubbio più percepibile, grazie anche alla profondità conferita dal Samsung Gear VR.
La corsa che mi è stata concessa per la prova consisteva in due giri su un circuito accanto ad altri piloti. All’inizio ho provato a seguire la scia dei piloti in testa, ma una volta superati, senza troppa difficoltà, ho provato a saggiare le caratteristiche che implementava il visore. Sostanzialmente, in ogni momento è possibile girarsi per spostare la visuale in un punto diverso rispetto al riferimento (ovvero il manubrio della moto). Se in alcuni casi potrebbe sembrare un vezzo puramente estetico, in realtà in curva risulta utile qualora si voglia vedere per bene il punto in cui uscire e dare di conseguenza il gas.
La mia prova è finita abbastanza velocemente, come tutte le esperienze attuali che riguardano la VR, ma estremamente incuriosito e interessato, se non altro perché c’è qualcuno in Italia che sta già sviluppando per questa tecnologia che stiamo pian piano imparando a conoscere anche qua da noi. Per altre informazioni sulla realtà virtuale vi consigliamo di tenere d’occhio spesso la nostra sezione nella categoria Hardware.