Fields of Green – Recensione del nuovo titolo di Vangelis Bagiartakis

Lorenzo Natalini
Di Lorenzo Natalini Recensioni Lettura da 5 minuti
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Fields of Green

Fields of Green è un gioco da 2 a 4 giocatori di Vangelis Bagiartakis, pubblicato nel 2016 da Artipia Games. L’autore è già noto per titoli del calibro di Kitchen Rush, Dice City ed Among the Stars: proprio quest’ultimo titolo viene ricalcato da Fields of Green, il quale si discosta dall’ambientazione ma ne riprende molte meccaniche.

Drafting game di Vangelis Bagiartakis, autore di Among the Stars

Dinamiche di Fields of Green

La meccanica principale di Fields of Green, è costituita da un draft molto simile a quello di Among the Stars: la partita si svolge in quattro round di gioco, durante i quali i giocatori andranno a draftare le carte dalla loro mano, scegliendone una da costruire (o da vendere) e passando le altre.
In Fields of Green, tuttavia, sarà necessario impostare un motore da sfruttare nel corso della partita: le carte rappresentano campi (che produrranno cibo durante il raccolto), bestiame (che trasformerà in monete il cibo prodotto dai campi), edifici e strutture (che pagheremo in monete e che forniranno punti a fine partita, rispettando determinate condizioni). Esistono anche altri due tipi di carte, sempre disponibili nel corso del gioco: i silos (in cui riporre le scorte di cibo) e le torri-serbatoio (requisito per la realizzazione e l’attivazione dei campi).

La meccanica di engine-building funziona, ma non ci convince: prima di tutto, perché la catena campi > cibo > animali > monete > edifici/strutture è sempre la stessa, per tutti i giocatori ed in ogni partita. La differenza sarà nell’ottimizzazione, ma il bello dei giochi di engine-building è anche il poter seguire delle strade diverse, cosa che Fields of Green non rende possibile. Le valutazioni sulla scelta delle carte, sull’ordine in cui andranno attivate e sul quale sarà il prossimo elemento da costruire incidono sulla lunghezza delle partite, rendendole troppo lunghe per la profondità offerta dal titolo. Terminato il draft, la fase di attivazione si svolge rapidamente soltanto se i giocatori sono d’accordo sul portarla avanti in contemporanea: se pensate invece di osservare l’attivazione del vostro vicino (magari perché è alla sua prima partita e potrebbe commettere errori) anche qui i tempi andranno ad allungarsi.
Abbiamo visto come edifici e strutture offrano punti in certe condizioni, ma riuscire a giocare una carta determinante al posto ed al momento giusto è perlopiù una questione di fortuna e di conoscenza del mazzo. Una pianificazione in Fields of Green è molto difficile, a causa dell’impossibilità di “tenere da parte” una carta ottimale per la nostra strategia, senza quindi poterla costruire in un secondo momento (come invece avviene in altri giochi di engine-building con carte, ad es.: Race for the Galaxy).

Fieelds of Green: board del gioco a fine partita

Ambientazione e componenti

I componenti di Fields of Green sono di media qualità: pur apprezzando i token e la resistenza delle carte, non ci sono piaciute le illustrazioni, che si assomigliano troppo fra di loro quando riguardano carte dello stesso tipo. Ciò rende spesso necessario andarsi a leggere (almeno) il nome della carta, mentre il singolo colpo d’occhio, in un gioco come questo, dovrebbe essere sufficiente per distinguerla dalle altre.
Lo spazio richiesto sul tavolo è enorme, un piano 80×120 bastava a malapena per le nostre partite a 4 giocatori e l’introduzione dell’espansione “Grand Fair” (uscita quest’anno) di board aggiuntive e del quinto giocatore è pura follia. Questo difetto, già presente in Among the Stars, non è stato minimamente migliorato: anzi, data la rilevanza del punto in cui alcune carte vanno giocate, e considerato che ad inizio partita non possiamo sapere in quale direzione si estenderà la nostra tenuta, saremo più volte costretti a spostare manualmente le carte già giocate verso lo spazio ancora libero, causa fine del tavolo o eccessiva vicinanza ad un altro giocatore.
L’ambientazione, per quanto ci riguarda, è piatta e noiosa: un altro notevole passo indietro rispetto ad Among the Stars.La nostra tenuta personale a fine partita

Fields of Green: la pagina ufficiale del sito Artipia Games , la pagina del gioco su Boardgamegeek

Fields of Green
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