Come ormai probabilmente tutti sapremo, stanotte Satoru Iwata, presidente di Nintendo, ci ha lasciati all’età di 55 anni per un cancro al dotto biliare. In questi 13 anni di operato la casa giapponese è cambiata molto, con alti e bassi, ma sempre con idee che hanno lasciato il segno.
La sua storia con Nintendo sin dagli inizi sembrava dovesse in qualche modo rompere con il passato: Iwata è stato infatti il primo presidente che non appartenesse alla dinastia dei Yamauchi.
Entrato in Nintendo nel 2000 come capo della divisione sviluppo, succede a Hiroshi Yamauchi il 31 maggio 2002, diventando di fatto il quarto presidente dell’azienda.
In quel periodo Nintendo non se la passava molto bene: dopo il parziale fallimento del Nintendo 64, un GameCube che non è riuscito a primeggiare contro la rivale PS2, le console portatili che venivano definite “ormai in declino” per la sempre maggior diffusione degli smartphone, il peso sulle spalle del neo presidente era davvero molto. Ma la forte personalità di Iwata ha saputo reinventare il videogioco, le console alla quale tutti eravamo abituati: Satoru Iwata nel 2004 presenta al pubblico il Nintendo DS.
Non starò qui a parlare di quanto questa console abbia rivoluzionato il mondo delle portatili, ma possiamo dare tutto il merito a quest’uomo, che aveva ideato una console moderna, che ha saputo conquistare tutti, dal pubblico alle software house; una console che ha venduto 154,88 milioni di pezzi in tutto il mondo.
Merito del doppio schermo? Del touch screen? Della potenza della console che, seppur discreta, ha portato per la prima volta una grafica 3D su portatile? Fatto sta che solo un anno dopo un’altra rivoluzione era pronta a mostrarsi, quella console che era appunto conosciuta con il nome in codice di Revolution, la console che è riuscita a far diventare videogiocatore chiunque grazie ai sensori di movimento, il Wii.
Dopo le due precedenti console casalinghe, serviva un cambio di passo o la situazione sarebbe diventata davvero preoccupante: il Wii riesce a far dimenticare tutto, raggiungendo un successo inimmaginabile, forse addirittura deleterio per la stessa Nintendo che poi non è riuscita a ripetersi: il Wii vende ben 101,17 milioni di pezzi.
Iwata aveva l’arduo compito di dover cambiare Nintendo: dopo tre presidenti nettamente più di stampo “manageriale“, abbiamo avuto un presidente più “videogiocatore“, una persona vicina al pubblico che lui stesso aveva divertito sviluppando diversi giochi (Super Smash Bros. Melee è stato il suo ultimo progetto da sviluppatore), con DS prima e Wii poi, Satoru Iwata aveva fatto centro e aveva fatto tornare Nintendo regina del mondo videoludico.
Un presidente vicino al suo pubblico, che aveva inventato gli “Iwata Asks“, che ha rinnovato l’informazione con i Nintendo Direct, che sapeva prendersi in giro girando diversi sketch, con uno in particolare rimasto nel cuore di tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=CzMoXr-nvc0
Non è stato tutto rose e fiori, questo è vero: negli ultimi anni sono state fatte delle scelte discutibili, a partire dal 3DS fino ad arrivare al Wii U; personalmente non mi sento di parlare di questo in un momento simile; scelte dettate dall’animo “samurai” giapponese che in fondo era presente anche in Iwata. Idee che ha portato avanti fino alla fine, nonostante le evidenti critiche da tutto il mondo videoludico, fan, software house e stampa internazionale, soprattutto dopo l’ultimo E3.
E lui lo sapeva bene; era diventata sua abitudine chiedere scusa ai propri ascoltatori nei Nintendo Direct per un gioco rimandato, o per degli annunci non esaltanti, o per un titolo cancellato: quel “please understand” era diventata una routine che spesso infastidiva il pubblico Nintendo.
Ma oggi no, oggi ti capiamo e ti perdoniamo, Mr. Iwata. Un saluto.