[Rubrica] Bloodborne: scofiggere i boss #4

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Rubriche Lettura da 2 minuti

A caccia grossa con Game Legends!

Boss #4

Ci troviamo ancora su queste pagine, pronti ad affrontare l’ennesimo nemico pronto a farci la pelle! Bene se le cose sono andate come dovevano, vi ritrovate alla fine di una lunghissima scalinata, proprio davanti alla Cattedrale Centrale. Preparatevi dentro vi attende:

Vicario Amelia / Vicar Amelia

Amelia è una donna che si trasforma in un cane gigante con le corna da cervo e piena di bende. Possiede diversi pattern di attacco che variano a seconda della salute (come al solito)! Questo avversario lo incontreremo intorno al livello 35/40:

  • Inizialmente tenterà di saltaci addosso.
  • Arrivata a tre quarti della salute vi assalterà con una combo che colpisce anche sui fianchi: state lontani e dopo poco potrete colpirla.
  • A volte giunge le mani e crea un attacco frontale che vi colpirà anche dalla lunga distanza.
  • Arrivata al 25% della salute tenterà di curarsi.

Tattiche E Oggetti.

Il Vicario Amelia è debole agli attacchi sulle zampe posteriori, vi sarà utile combatterla da li, specialmente se adotterete una tattica basata su due colpi rapidi di arma e uno di arma da fuoco, che la metterà temporaneamente KO in modo da darvi il tempo di effettuare l’attacco Viscerale davanti al suo muso con R1. La belva non presenta debolezze di sorta ergo va passata la fil di lama quanto più in fretta possibile. Per evitare che si curi, utilizzate l’oggetto Nebbia Stordente, utilissima nei momenti critici. Se siete supportati dagli amici uno dei due può attirarla frontalmente con l’arma da fuoco e l’altro colpirla sulle zampe.

Una volta sconfitta vi donerà il suo ciondolo, 15 mila echi di sangue e la lanterna della Cattedrale Centrale. Rompete il ciondolo per ottenere una esclusiva gemma di sangue.

Per adesso è tutto buon proseguimento con il quinto capitolo!

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.