Fa strano pensare che oggi, nel 2024, al culmine di uno dei periodi più bui dell’industria del gaming, ci saremmo ritrovati a giocare un platform ad alta velocità (un genere non proprio moderno) su una console vecchia di ormai sette anni. Non è né sconforto e né curiosità, bensì un’innegabile sorpresa. Superata la pandemia e appurato che la formula live-service è ormai in evidente declino, ad averci accompagnato in questi giorni è stato proprio un titolo di questo tipo, una produzione che in termini di game design dimostra di volersi concentrare più sul divertire e intrattenere l’utente, e meno sulla remunerazione economica, come un qualsiasi videogioco dovrebbe fare. Ecco la nostra recensione di Penny’s Big Breakaway.
Prima di dare una reale valutazione a questo titolo, crediamo sia necessario fare un passo indietro e ragionare su come ci ha fatti sentire: tranquilli, sereni, felici, divertiti, ma anche incuriositi e nostalgici. L’ultimo aggettivo è proprio quello che li racchiude tutti, perché l’opera si rifà tantissimo non solo a Sonic Mania – per motivi che approfondiremo a breve – ma anche e soprattutto ai due Sonic Adventure. Penny’s Big Breakaway è stato sviluppato da Evening Star, studio formato a sua volta da figure che hanno contribuito a realizzare l’incredibile Sonic Mania, tra cui la mente a capo Christian Whitehead.
Strizzare l’occhio al Dreamcast
Inutile dire che, da grandi amanti del porcospino blu di SEGA, non potevamo di certo farci scappare l’opportunità di provare con mano quello che si prospettava un omaggio a tutte quelle dinamiche che rendevano caratteristica la serie.
Penny’s Big Breakaway è così un curioso connubio tra la direzione artistica di Sonic Mania, il level design di Sonic Adventure (in particolare, il primo) e un sistema di movimento che ricorda tantissimo Super Mario Odyssey. Fare l’esempio con l’ultima grande avventura 3D di Mario può sembrare strano, soprattutto se buona parte dell’animo di Penny’s Big Breakaway proviene da Sonic, ma c’è un motivo molto specifico per cui lo diciamo.
Di fatti, il primissimo evento che ci viene narrato è un incontro che Penny, una sorta di clown che ama il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento circense, fa mentre si dirige in un teatro per esibirsi di fronte al Re: nascosto in un vicolo c’è un misterioso yo-yo senziente che, a prima occhiata, la aiuterà a mettere in mostra uno spettacolo incredibile. Tuttavia, durante l’esibizione, lo yo-yo si dimostrerà fin troppo vispo, e strapperà via i pantaloni del Re, mettendolo in ridicolo di fronte al pubblico e facendolo infuriare al punto da liberare un’ondata di pinguini contro la povera Penny.
Durante la storia, la protagonista farà la conoscenza di molti altri volti più o meno importanti ai fini della comprensione della trama, che non nasconde molti colpi di scena e, anzi, finisce troppo spesso nel mostrare i segni di una scrittura pigra e poco ispirata, a partire dalla stessa scoperta dello yo-yo. Molti dei personaggi, peraltro, peccano della mancanza di una vera e propria caratterizzazione, finendo per fare da contorno in una narrazione talvolta deludente.
Ciò non toglie che le premesse della storia – i primissimi momenti narrati – riescono a contestualizzare estremamente bene tutto quello che il giocatore vivrà in termini di esperienza ludica, dall’amore di Penny per le acrobazie da circo, alle peculiari capacità dello yo-yo, fino ad arrivare all’esercito di pinguini che fanno letteralmente di tutto per catturare la sciagurata protagonista.
Rampe, acrobazie e alta velocità
La struttura dei livelli prevede infatti la necessità di arrivare a un traguardo cercando di evitare i pinguini e ottenendo un numero crescente di punti acrobazia ai fini di aumentare il risultato finale. Durante tutto ciò, Penny’s Big Breakaway mette in mostra tutte le conoscenze e capacità maturate dal team di Evening Star durante la loro esperienza con Sonic. Il level design è fatto di rampe, curve strette, tanti strapiombi, trampolini, cannoni, elementi scenici a cui lo yo-yo si può attaccare per raggiungere posti inaccessibili o aumentare la velocità.
Non solo, in perfetto stile Sonic, gli scenari presentano percorsi differenti per raggiungere il traguardo. In questo modo, il team di Whitehead è riuscito a ricreare perfettamente ciò che avviene nel level design dei titoli del porcospino. Ciò offre al giocatore modi sempre nuovi per riscoprire i livelli, come aree nascoste e ottenimento premi, o tornare per cercare la via più veloce per completare lo scenario nel minor tempo possibile.
Questa dinamica, oltre al fatto che la possibilità di muoversi in uno scenario 3D e non 2D, permette al giocatore di non seguire sempre una strada specifica e – grazie a un discreto sistema di “premiazione della curiosità” in stile Super Mario Odyssey – lo invoglia costantemente ad esplorare l’ambiente mettendo alla prova le sue capacità con lo yo-yo. Su questo punto, tuttavia, dobbiamo anche specificare che data l’estrema somiglianza degli elementi scenici e l’eccessiva semplicità nell’arrivare in aree che dovrebbero essere irraggiungibili, è molto facile perdersi o dimenticare la direzione corretta.
Tutti i livelli, peraltro, presentano delle sfide da parte degli abitanti del regno che hanno bisogno di aiuto per completare alcuni compiti. Che sia distruggere delle casse o portare un oggetto in un punto specifico senza subire danni, l’aggiunta di queste brevi missioni riesce sempre a spezzare la concentrazione, donando a Penny’s Big Breakaway quella varietà che serviva per non incappare nella ripetitività.
Peccato che spesso ad essere troppo simili tra di loro sono proprio queste sfide, seppur la loro brevità aiuta ad alleviare quella sensazione di deja-vu. Citiamo anche la possibilità, grazie a una buona dose di esplorazione, di trovare dei luoghi speciali dove dovremo mettere a dura prova le nostre capacità di movimento e rappresentano una sfida per utenti più esperti.
Ciò che ci ha convinti maggiormente del titolo, tuttavia, sono proprio i comandi di Penny e del suo yo-yo, grazie al quale può compiere delle azioni rapide e che, se combinate, possono offrire dei momenti davvero degni dei capisaldi del genere. Le opzioni a nostra disposizione saranno uno scatto in avanti, l’appiglio in aria stile altalena, e la possibilità di cavalcare lo yo-yo come fosse una motocicletta. L’affiancamento di Penny’s Big Breakaway a Sonic Adventure non è casuale proprio per questo motivo in quanto il giocatore, concatenando queste azioni, potrà non solo accumulare combo acrobazia e ottenere punti maggiori, ma anche ottenere sempre più velocità.
Tra grandi pregi ed evitabili difetti
Ci siamo divertiti tantissimo nel cercare di andare sempre più veloci per raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile e siamo sicuri che molti altri come noi cercheranno di scalare la classifica nelle prove a tempo. Insomma, si tratta sicuramente di una meccanica vecchia come il Mega Drive, ma il team di Evening Star è riuscito a mettere in piedi un gameplay che funziona veramente bene.
Il più grande difetto della produzione, purtroppo, è un comparto tecnico poco stabile: non parliamo di risoluzione e frame rate, che non ci hanno mai dato problemi nonostante le alte velocità, bensì di frequenti bug e incertezze nelle collisioni che hanno finito spesso per farci volare via dalla mappa o vedere le parti mancanti dei modelli poligonali. Addirittura, ci sono capitati spesso dei bug che creavano dei soft-lock e ci hanno costretti a riavviare il gioco, segno che forse qualche mese di sviluppo in più avrebbe fatto bene.
Prima di giungere a delle conclusioni, va fatta una menzione d’onore al comparto artistico e alla soundtrack del titolo, che si rifà tantissimo a quanto visto in Sonic Mania (incluse le transizioni da una scena e un altra), ma creando sempre il giusto distacco per dare l’idea di trovarsi in un mondo circense, giocoso ed estremamente colorato. In entrambi i casi, che sia la colonna sonora o gli scenari, c’è spesso poca diversificazione tra i vari sottolivelli, che hanno sempre gli stessi elementi, gli stessi colori, le stesse canzoni. Questo è un peccato, se si considera che uno dei maggiori punti di forza delle zone di Sonic Mania è proprio la grande diversità tra un’area e un’altra, ma capiamo si tratti di un elemento che molti neanche noteranno.