Harmony Fall of the Reverie è il nuovo progetto di Don’t Nod, sviluppatori conosciuti per Life is Strange. Con questo titolo i developer hanno voluto cambiare un po’ le carte in tavola per quanto riguarda lo stile grafico e il gameplay, che questa volta saranno un po’ più scarni rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere con gli altri titoli realizzati dalla software house. In che senso? Parliamone nel dettaglio nella nostra recensione di Harmony Fall of the Reverie.
Il peso delle Divinità
La storia di Harmony Fall of the Reverie inizia con Polly, la protagonista, che ritorna nella sua città natale perché sua madre è scomparsa. Mentre cerca una possibile pista in casa, trova una strana collana che trasporterà la ragazza nel magico mondo di Reverie, abitato da esseri speciali che rappresentano le aspirazioni degli esseri umani, per esempio abbiamo Power e Glory.
Polly si ritroverà nel ruolo di Harmony, e scoprirà che sua madre, in realtà, è una divinità.
La trama scorre abbastanza liscia, ed è uno dei pochi punti di vantaggio di Harmony Fall of the Reverie, questo perché se la scorrevolezza è lodevole, non lo è molto il worldbuilding, e anche i personaggi non brillano particolarmente, inclusa la protagonista. L’esposizione del rapporto non proprio perfetto con la madre è mal gestito, quando invece Don’t Nod ci ha abituati a tutt’altro, soprattutto quando si parla di rapporti genitore-figlio (un esempio lampante è quello tra Chloe e il suo patrigno in Life is Strange, scritto ed esposto in modo da far empatizzare con entrambe le parti, e i due personaggi avevano anche una certa profondità data dalle loro esperienze personali).
Questa cosa, invece, manca totalmente in Harmony Fall of the Reverie, ed è qualcosa di talmente sotto la media che distrugge anche solo la voglia di leggere i dialoghi statici che appariranno a schermo. Perché parliamo di dialoghi statici? Beh, Harmony Fall of the Reverie è molto diverso dal resto delle IP di Don’t Nod.
Siamo noi a decidere o è il fato?
Una delle cose che più ci ha attirati in Harmony Fall of the Reverie è il tema principale del gioco: il fato. Gestire una storia che parla di un elemento che è statico e impossibile da cambiare è molto difficile, visto che si andrebbero a creare dei paradossi, un po’ come quando si parla di viaggi nel tempo.
Quindi la curiosità di vedere quest’elemento trasposto in un videogioco è davvero interessante, soprattutto se il giocatore ha in mano le carte per scegliere il suo finale.
Ed è forse proprio questa la cosa che ci ha lasciato a bocca aperta, nella nostra prova, ma non in positivo. La protagonista riesce a vedere più o meno il futuro che l’aspetta, diramato come se fosse un diagramma a blocchi. Ma prima di parlare delle scelte dobbiamo fare un piccolo passo indietro: prima di arrivare ai diagrammi ci saranno dei dialoghi tra i protagonisti, dove dovrete semplicemente ascoltare e comprendere ciò che vi viene detto (e se non masticate bene l’inglese, sappiate che il gioco non è disponibile in italiano).
Dopo questa carrellata di personaggi che appaiono e scompaiono davanti a un fondale statico, dovrete prendere una scelta. Spesso le decisioni vi faranno diventare più amici di un certo personaggio, ve ne accorgerete perché sulla scelta c’è il simbolo che rappresenta un membro del cast. Così guadagnerete dei token che vi serviranno per sbloccare le scelte più importanti.
Questo tuttavia non è davvero un bene, dato che a volte sarete spinti a giocare sezioni di roleplay diverse dalle scelte che avreste fatto “blind”, rovinando l’esperienza base di un gioco che appartiene a questa categoria.
Dunque il lato positivo sta nell’allungare la durata, ma dall’altra parte abbiamo la distruzione di una meccanica chiave delle avventure grafiche. Infatti, a un certo punto non si prendono più decisioni perché “è quello che fareste”, ma semplicemente perché è quella che porta vantaggi per avanzare in questo flowchart, cosa che si fa in genere dalla seconda run in poi, magari per vedere i diversi risvolti o per sbloccare trofei.
Esteticamente affascinante
Per fortuna Harmony Fall of the Reverie è un gioco davvero affascinante dal punto di vista estetico, e presenta davvero un bel colpo d’occhio, con disegni davvero bellissimi e una palette di colori particolare, abbastanza elevata nei toni, ma che non dà fastidio a luminosità elevate.
La cura maggiore l’hanno i vari personaggi del gioco, che sono subito riconoscibili, ed è davvero come se rappresentassero anche fisicamente ciò che sono, caratteristica lodevole che denota una cura speciale per il character design da parte di Don’t Nod.
Durante la nostra prova non abbiamo trovato nessun tipo di bug o glitch, quindi tecnicamente da questo punto di vista il gioco regge bene. Per quanto riguarda l’aspetto audio non c’è molto da dire: è tutto abbastanza scarno, ma la colonna sonora fa il suo lavoro e riesce ad accompagnare le varie scene e le scelte del giocatore.
Purtroppo Harmony Fall of the Reverie non è considerabile tra i giochi che faranno la storia contemporanea di Don’t Nod. Si tratta di un esperimento, di un cambio di rotta. Si tratterebbe di qualcosa di sostanzialmente apprezzabile, se solamente non fosse così tutto piatto. È un po’ come se fosse una storia già scritta e che seguiamo solo da spettatori, e non da protagonisti, prendendo solo le scelte convenienti al progredire. Il che è un perfetto parallelismo col concetto di fato, ma non crediamo che il team volesse raggiungere questo risultato.