Ghost Trick: Detective fantasma – Recensione, unico ma poco moderno

Ecco la nostra recensione di Ghost Trick: Detective fantasma, riedizione del titolo del 2010 in cui dovremo indagare su un peculiare omicidio.

Lorenzo Ardeni
Di Lorenzo Ardeni - Contributor Recensioni Lettura da 8 minuti
8.2
Ghost Trick: Detective fantasma

Che Ghost Trick sia uno dei titoli più peculiari mai rilasciati da Capcom non c’è dubbio. L’opera realizzata da Shū Takumi, creatore della serie di Ace Attorney, venne originariamente rilasciata su Nintendo DS e su iPhone, rappresentando uno dei primissimi giochi Capcom per dispositivi mobile. Per chi non lo conoscesse, il gioco di cui vi parliamo in recensione è Ghost Trick: Detective fantasma è un puzzle game dalla grande impronta narrativa gialla dove, nei “panni” del protagonista, dovremo risolvere il mistero del suo omicidio. Per muoverci nel mondo di gioco dovremo prendere il controllo di oggetti inanimati e utilizzarli per compiere determinate azioni.

Nel 2010, Ghost Trick non fu proprio un successo esplosivo, sicuramente non pareggiabile ad altre produzioni del publisher, ma riuscì senza dubbio a intrattenere i giocatori con meccaniche molto interessanti e dinamiche ludiche a tratti geniali. Tanto è bastato, tuttavia, a rendere indelebile il titolo nei ricordi di chi l’aveva provato in origine, motivo per cui fa più che piacere vedere che Capcom abbia deciso di riportare in vita (se così si può dire) Ghost Trick in una riedizione con annessa una demo gratuita.

Facciamo però un incipit più approfondito per tutti coloro che non hanno mai sentito parlare del gioco. Ghost Trick: Detective fantasma ci fa diventare – non a caso – dei fantasmi al fine di risolvere l’enigma dietro alla morte del protagonista. Dato che non potremo parlare direttamente con le persone o anche soltanto camminare, per via della nostra natura spiritica, dovremo interagire con il mondo prendendo il controllo di oggetti inanimati. Per fare un esempio, potremmo comandare una bicicletta per spostarci o far prendere il volo a un ombrello utilizzando un ventilatore.

Queste non sono altro che le fondamenta dell’impianto ludico: la storia di Ghost Trick si suddivide in più capitoli e segue una specifica linearità. Generalmente, in ognuno di essi dovremo sventare un omicidio tornando 4 minuti indietro nel tempo e osservando tutto ciò che succede nell’area, fino ad arrivare al momento della morte. Così facendo, possiamo capire come fermare un sicario o come evitare che una fatalità uccida qualcuno. Alterando il presente delle persone, il protagonista Sissel scoprirà dettagli importantissimi per risolvere il suo stesso omicidio.

Ghost Trick

Ciò che rivoluziona questa riedizione di Ghost Trick è, prima di tutto, il comparto tecnico e grafico. L’opera è stata completamente rivisitata da un punto di vista grafico: ora i modelli dei personaggi e il mondo di gioco appaiono finalmente più puliti e definiti, seppur mantenendo i toni vivaci e le forme esagerate della direzione artistica che ha contraddistinto il titolo nel 2010. Non abbiamo assolutamente nulla da ridire su risoluzione e frame rate, che mostrano risultati soddisfacenti anche su Nintendo Switch. 

Tuttavia, non abbiamo apprezzato il mantenimento dello schermo di gioco sulle dimensioni del Nintendo DS, lasciando lo spazio a disposizione sui lati ad altri elementi di gameplay come la clessidra che indica quanto tempo rimane prima della morte di una persona. Avremmo preferito di gran lunga il passaggio al più moderno rapporto a 16:9 sebbene capiamo che avrebbe comportato la necessità di rielaborare alcune mappe, che si avvalevano delle minori proporzioni degli schermi per nascondere specifici elementi scenici.

Quasi perfetto su Switch

Discorso analogo per i controlli, che sebbene siano stati rielaborati per accogliere l’assenza del touch screen dalle attuali console, potevano essere ripensati in modo diverso e leggermente più intuitivo. Sia ben chiaro che attualmente Ghost Trick resta molto godibile, alla pari della versione originale, ma è proprio su questo punto che è venuto alla luce un dettaglio che abbiamo amato: su Nintendo Switch potremo giocare esclusivamente con il touch screen, dimenticando completamente i tasti fisici e ritornando a una sensazione puramente classica. Apprezziamo particolarmente quando sviluppatori ed editori realizzano funzionalità esclusive per la console Nintendo, andandone ad omaggiare le peculiarità, e scoprire questo dettaglio per nulla scontato ci ha fatti sentire un po’ più coccolati.

Ghost Trick

Difatti, quasi tutte le criticità che abbiamo riscontrato durante la nostra prova del titolo sono prevalentemente dovute alla mancanza di una rielaborazione totale di Ghost Trick e non di una mera trasposizione con maggiore risoluzione e frame rate. Crediamo che Capcom abbia effettivamente intenzione di credere nel franchise ma che non abbia voluto sbilanciarsi ulteriormente con eccezionali modifiche al comparto di gameplay.

Sia ben chiaro che questo non significa che l’opera non può farsi apprezzare. Al contrario, Ghost Trick resta oggi un titolo altamente godibile per via delle sue meccaniche e dinamiche di gameplay del tutto peculiari. Citiamo anche un elemento puzzle sempre presente, che mette costantemente alla prova le capacità di problem solving e la memoria del giocatore senza mai punire eccessivamente gli errori compiuti.

L’unica reale “punizione” è la necessità di leggere gli stessi dialoghi ogni volta che riavvolgiamo il tempo, sebbene non sia qualcosa che rallenta il gameplay eccessivamente. Per quanto riguarda il comparto narrativo, peraltro, non sono stati fatti particolari cambiamenti: la trama, per quanto statica possa essere, risulta sempre molto piacevole, condita con altrettanti colpi di scena (interessanti e mai scontati) e personaggi memorabili sempre pronti a farsi apprezzare nelle loro stranezze.

Ghost Trick

Anche parlando del comparto narrativo, tuttavia, restiamo dell’idea che alcuni miglioramenti minori sarebbero stati doverosi, dato che alcuni dialoghi continuano a mostrare piccole falle, mentre a volte delle intere frasi sembrano non avere alcuna contestualizzazione. Parliamo di difetti che vengono ereditati direttamente dal passato, probabilmente causati da una localizzazione non proprio curata.

Andando a mettere da parte la nostra idea riguardante la necessità di migliorare ulteriormente l’opera, va detto che questa riedizione è attualmente la migliore per godersi l’esperienza completa di Ghost Trick. Non solo il comparto grafico è stato potenziato, ma allo stesso modo anche l’intera colonna sonora è stata ricreata da zero, ed è ora molto più moderna e definita. Inoltre, sono state introdotte una serie di interessanti opzioni per i nostalgici, come quella che offre la possibilità di giocare con la soundtrack classica. Non solo, sono stati introdotti anche alcuni contenuti extra come delle illustrazioni dettagliate di luoghi e personaggi del titolo, così come i Ghost Puzzle dell’edizione mobile e addirittura sfide inedite, perfette una volta completata la storia principale.

Ghost Trick: Detective fantasma
8.2
Voto 8.2
Condividi l'articolo
Contributor
Sono Lorenzo, UX/UI Designer di professione e recensore per passione. Con un amore profondo per le serie di Metal Gear e The Legend of Zelda, da sempre esploro il mondo dei videogiochi cercando di capire cosa rende ogni titolo unico. Oggi sono piantato su Call of Duty e Super Smash Bros., ma non perdo occasione per giocare classici come Super Metroid o Syphon Filter. Scrivo recensioni con uno sguardo critico, ma sempre con la stessa curiosità che mi accompagna da quando ho iniziato a giocare.