Dopo esserci a dir poco persi nella politica di Tamariel con gli alti e bassi di High Isle, stavolta The Elder Scrolls Online fa un piccolo significativo passo in avanti con Lost Depths. Dopo infatti un’espansione atta maggiormente a descrivere la società, facendo punto forte della narrazione ma mettendo il gameplay in secondo piano, arriva questo secondo dungeon pack, che propone un equilibrato binomio tutto da giocare, a braccetto con un aggiornamento atto a bilanciare qualche bizza di troppo. Andiamo ad analizzare The Elder Scrolls Online: Lost Dephts nella nostra recensione. Se volete recuperarla, vi proponiamo qui la recensione di High Isle.
Nelle profondità perdute
Con l’arco narrativo dell’Eredità dei Bretoni nel vivo, ma che si avvia verso una curiosa fase conclusiva con Firesong, questo pacco di DLC ci propone, oltre ad alcune missioni secondarie, i due nuovi dungeon Graven Deep ed Earthen Root Enclave, che saranno giocabili solo se avrete raggiunto il livello 45. La particolarità di questi due dungeon è che saranno ben caratterizzati e diversi tra loro, mettendoci di fronte a due distinti tipi di profondità, ma collegati entrambi in un certo senso dal tema della “natura”. Nel primo che vi abbiamo citato ci troveremo ad esplorare una rovina nanica situata sott’acqua, un posto non proprio ospitale, ma assolutamente affascinante e con una storia da raccontare. Earthen Root Enclave invece ci porterà a scoprire segreti nascosti nella profondità della terra, passando dai boschi.
L’atmosfera che questi due creano è senza dubbio uno dei punti di forza, e probabilmente si tratta dello stacco maggiore rispetto ai dungeon che abbiamo giocato con High Isle: personalità, caratterizzazione, e soprattutto una storia da raccontare (e lore) che vorremo continuare a scoprire man mano, con interesse.
La longevità dei dungeon non è elevatissima, soprattutto se siete giocatori esperti e ben livellati: c’è comunque l’eccezione del livello di sfida che sceglierete da voi stessi che farà parecchio la differenza. I giocatori novizi, grazie all’update di cuoi sopra, vedranno più facile colmare le distanze dai giocatori più esperti in termini di bilanciamento, ma non significa che avranno vita facile. Tra i due, Earthen è senza dubbio quello che risulterà più longevo e che regalerà un livello di sfida maggiore, complice anche la presenza di più boss facoltativi.
Novità da non sottovalutare
Nonostante non ci troviamo di fronte a una mole di contenuti gigantesca, possiamo dire che le nuove aggiunte hanno saputo farsi rispettare. A parte un po’ di malcontento per alcune quantità di danno inflitto “limate” dagli sviluppatori, ad accompagnare i due dungeon sono arrivati anche nuovi oggetti, nuove creature da affrontare, e nuove missioni, ma soprattutto è stata la qualità a far ben sperare. Se ci mettiamo poi che le ricompense delle varie attività “valgono la candela”, non avremo neanche la sensazione di giocare tanto per la gloria.
Graven Deep ed Earthen Root Enclave sono davvero piacevoli da giocare, e soprattutto differenti tra loro, cosa che è mancata con molti dei vecchi DLC, e senza vergogna nel dirlo probabilmente vanno a posizionarsi nella lista dei migliori rilasciati in questa fase, nonostante il livello di difficoltà che può tendere verso l’alto (cosa che in realtà a noi ha stuzzicato parecchio). Siamo lontani dai fasti gloriosi? Ancora abbastanza, ma vedere che i passi in avanti ci sono, mentre ci avviciniamo alla chiusura dell’arco narrativo, ci ha rimessi in sesto con un po’ di sano ottimismo. Se un passo dopo l’altro continueremo in questa direzione, ce lo dirà il tempo. Menzioniamo infine che il gioco di carte interno a TESO, Tales of Tribute, sembra avere vita più lunga rispetto alle nostre previsioni, con qualche aggiunta e qualche ritocchino che di certo hanno giovato.