Xenoblade Chronicles 3 – Recensione, un ultimo viaggio ad Aionios

Abbiamo giocato a fondo su Nintendo Switch il terzo capitolo dell'ormai storica saga di JRPG targata Monolith: ecco la nostra recensione.

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 6 minuti
8.9
Xenoblade Chronicles 3

Ci sono saghe che necessitano di tempo per entrare nel cuore dei giocatori, sebbene alla fine riescono a farlo nei modi e nei tempi preferiti. Quella di Xenoblade Chronicles è sicuramente una di queste. Xenoblade Chronicles 3, che oggi vi proponiamo in recensione, sin dall’annuncio si è imposto come il terzo capitolo che avrebbe impresso nella pietra l’universo creato da Monolith Software, un gioco di ruolo dal sapore innovativo e soprattutto ricco novità che era lecito attendersi da un capitolo narrativamente fondamentale per la chiusura di un cerchio.

Il conflitto

La trama del gioco è tanto semplice quanto funzionale (complici anche i personaggi), e ci innesta in un contesto in cui nulla è come sembra. Nel mondo di Aionios, due nazioni rivali, il Keves e l’Agnus, sono assediate da un conflitto che sembra essere senza fine. La prima è una nazione dove è stata sviluppata una tecnologia puramente meccanica, visto e considerato che i suoi eserciti schierano principalmente pattuglie di piccole armi mobili operate direttamente dai soldati. La seconda, invece, è una nazione che basa tutta la sua forza nell’etere, una tecnologia magica, con le sue armate che si servono di piccole armi mobili alimentate grazie a tale tecnologia.

 

Il tempo è una risorsa chiave per gli abitanti dei due regni, loro malgrado costretti ad allungare le proprie vite combattendo senza tregua per portare a termine il servizio militare obbligatorio di dieci anni. Dopo un incontro del tutto casuale, un gruppo di sei soldati di queste nazioni rivali (più precisamente tre soldati di Keves, Noah, Lanz e Yunie, e tre di Agnus, Miyo, Taion e Sena) decide di mettere da parte l’odio che li attanaglia, unendo le forze per riuscire a sventare una nuova minaccia, ancora più pericolosa della guerra in corso che imperversa ormai da generazioni. Ed è così che prenderanno il via le vicende di Xenoblade Chronicles 3, un’avventura da vivere tutta d’un fiato che non mancherà di emozionare anche chi coi JRPG ci è cresciuto.

La storia di questo terzo capitolo si riaggancia a quella dei titoli precedenti, ma riesce comunque ad essere godibile anche per chi decide di avvicinarsi al franchise per la prima volta. La caratterizzazione dei sei personaggi principali mette in risalto una visione del mondo estremamente complessa e tratteggiata, alterando momenti di leggerezza ad altri seriamente più drammatici e che non mancheranno di emozionare anche i più impavidi. Per quasi tutta la durata dell’avventura sarà facile quindi provare una forte empatia per il cast di personaggi, cosa questa che in un gioco di ruolo di matrice nipponica è fondamentale come l’aria. Un po’ meno ispirati i villain, i quali – se confrontato coi sei eroi che saremo chiamati a condurre – non rimarranno a lungo impressi nella memoria di tutti coloro che si cimenteranno nell’avventura.

https://www.youtube.com/watch?v=jhQOnhPWsVY

“Better” of the same

Per quanto riguarda le meccaniche di gioco, Xenoblade Chronicles 3 parte ovviamente dalla base rappresentata dai due episodi precedentemente pubblicati: Monolith Soft non ha stravolto nulla, bensì ha migliorato sostanzialmente quanto di buono era stato fatto in precedenza. I fan di vecchia data della serie si troveranno quindi a loro agio con un sistema di combattimento ormai oliato e funzionale in ogni sua parte. Ognuno dei membri del party può infatti scegliere una classe tra tre categorie di spicco, ossia attaccante, difensore e healer. La combinazione tra queste classi consentirà di uscire vincitori dagli scontri, considerando anche che alcuni personaggi secondari potranno essere arruolati come settimi membri temporanei del party, specie per quanto riguarda alcune missioni speciali che andremo ad affrontare.

Il sistema di combattimento in stile MMO potrà non piacere ai puristi, ma è pur vero che ormai è un tratto distintivo della serie di Xenoblade Chronicles quindi vige l’ormai noto “prendere o lasciare”. Ogni scontro si fonda infatti sull’impostare una corretta strategia, piuttosto che partire all’attacco con le proprie unità andandoci pesanti in termini di forza bruta. Per mandare a tappeto l’avversario, infatti, servirà quasi sempre un party adatto alla circostanza, cosa questa che renderà ogni battaglia sempre interessante e mai noiosa. Una delle novità più significative di questo terzo episodio è rappresentata dalla possibilità di passare da un combattente all’altro in tempo reale durante gli scontri, cosa questa che aumenta anche la quantità di tattiche a nostra disposizione.

 

Per quanto riguarda il resto, anche l’esplorazione del mondo di Aionios restituisce quel piacevole senso di scoperta e meraviglia già provato nei precedenti due capitoli del franchise, complice un orizzonte davvero vasto e un gran numero di dettagli attorno a noi. Un sistema di crafting delle gemme indossabili o di preparazione di cibi darà un senso ulteriore alle nostre traversate, le quali sono ovviamente accentuate da un comparto tecnico che spreme a dovere il chip grafico di Nintendo Switch, una console spesso ingiustamente additata per la sua presunta bassa potenza hardware. A ciò va ad aggiungersi infine anche un comparto musicale davvero molto buono, in primis grazie alla presenza di Yasunori Mitsuda (Chrono TriggerXenogearsFinal Fantasy XV), il quale va di pari passo a un doppiaggio eccezionale fomentato da un ottimo adattamento italiano, che male non è.

Xenoblade Chronicles 3
8.9
Voto 8.9
Condividi l'articolo
Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.