Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition – Recensione, il destino è da riscrivere

Vi proponiamo la nostra recensione di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition, un classico del gaming ripensato per i giorni nostri.

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 7 minuti
7.5
Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition

Prima di analizzare Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition in recensione, è doverosa una piccola panoramica: ai tempi della prima PlayStation a 32-bit non erano pochi i giochi di spessore che purtroppo non varcavano i confini giapponesi e americani, finendo per rimanere del tutto inediti in Europa. Basti pensare al primo SaGa Frontier, riportato in auge da una recente remaster ad alta definizione, seguito da giochi di ruolo come l’epocale Xenogears, uno dei JRPG targati Square Soft migliori di sempre. Ai tempi, più precisamente nel lontano 1999, vide la luce anche un altro titolo sui generis, un sequel non ufficiale di un altro, grande classico, questa volta dell’epoca a 16-bit, ossia Chrono Trigger. Contrariamente al suo predecessore, Chrono Cross cambiava completamente registro, proponendo una storia, dei personaggi e un character design nuovi di zecca.

Sviluppato dallo sceneggiatore e regista Masato Kato assieme ad altri programmatori che hanno lavorato a Chrono Trigger, tra cui il direttore artistico Yasuyuki Honne e il tecnico del suono Minoru Akao, Chrono Cross si impose ai tempi come uno dei giochi più atipici tra quelli sviluppati dal noto developer nipponico. La presenza del compositore, Yasunori Mitsuda, assieme al design dei personaggi a cura di Nobuteru Yūki, convinse critica e pubblico (d’oltreoceano), sebbene con gli anni Square Soft – divenuta poi Square Enix – non riprese mai in mano il franchise realizzando un terzo capitolo o convertendo in versione PAL il suo classico. Ora, però, con Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition il publisher che ha dato i natali a saghe come quella di Final Fantasy ha deciso di dare modo anche a noi europei di godere delle avventure di Serge, e noi lo abbiamo provato per voi in sede di recensione.

Un destino da riscrivere

Partiamo subito dal presupposto che Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition è, poco sorprendentemente, una versione del gioco ripensata per le piattaforme di gioco odierne. Non parliamo quindi di un remake, bensì di una riedizione (quasi) identica a quella originale, inserendo al suo interno tutti gli elementi che decretarono il successo del titolo in Giappone e, poco dopo, nel mercato nord americano. Di che gioco parliamo? Chrono Cross è, come avrete capito fin troppo bene, un classico JRPG a turni, genere tanto in voga alla fine degli anni ’90. Seguendo solo di sfuggita la storia del primo Chrono Trigger, il gioco segue le vicende di un ragazzo di nome Serge e della giovane ladra scavezzacollo di nome Kid. I due dovranno unire le forze il giorno in cui Serge finisce suo malgrado in una realtà alternativa, un mondo parallelo in cui l’eroe scopre di essere morto misteriosamente tempo addietro.

Partendo da questo presupposto narrativo, il gioco finiva per essere la “solita” grande epopea fantastica targata Square, fondata su un sistema da gioco di ruolo fin troppo rodato col tempo, sistema che la The Radical Dreamers Edition riprende in toto. Oltre 40 volti differenti possono infatti accompagnare il protagonista e i suoi alleati, proponendo di tanto in tanto alcuni bivi che permetteranno di fare la conoscenza di eroi sempre differenti. Ciò renderà piuttosto variegata ogni partita, vista quindi la possibilità di mettere in piedi party sempre diversi e con abilità uniche differenti, variegando un gameplay fin troppo ancorato alla tradizione, che dopo oltre 20 anni potrebbe risultare fin troppo consueto.

Chrono Cross ci immerge in un mondo di gioco da esplorare a piedi o in barca, con un sistema di navigazione che permetterà di setacciare le zone attorno all’isola, tra cui villaggi, aree inesplorate e dungeon veri e propri. Per il resto, parlare con gli abitanti del posto per procurarsi oggetti e accettare incarichi, andrà di pari passo col il confrontare avversari di vario genere. In questo caso, interviene poi il classico combat system a turni, sebbene non siano presenti i fin troppo celebri incontri casuali; i nemici sono infatti visibili sulla mappa muovendosi all’interno delle location, aspettando che sia il giocatore a decidere se ingaggiare o no uno scontro (salvo boss fight di rito o imboscate).

Chrono Cross

 

La rimasterizzazione del gioco Square ha reso necessaria una rinfrescata grafica non indifferente, seppur non sostanziale: come accaduto con alcune recenti remaster, splendidi sfondi prerenderizzati e personaggi 3D alla Final Fantasy vanno a braccetto col chara design di Nobuteru Yuuki (Escaflowne), forte ora dello splendore dell’alta risoluzione e di modelli poligonali più dettagliati. L’atmosfera che si respirerà per la maggior parte del tempo sarà quella di frizzanti e coloratissime ambientazioni tropicali, sebbene le cose andranno ad oscurarsi man mano che ci avvicineremo al gran finale (o sarebbe meglio dire finali, visto che ve ne sono 8 differenti). Per i più nostalgici, inoltre, sarà possibile optare per i modelli dei personaggi originali, assicurandosi così un’esperienza più vicina a quella vista sulla prima PlayStation (con tutti i “difetti” visivi del caso), così come le opzioni per ricreare un’esperienza il più possibile vicina a quella originale, grazie anche a un aspect ratio in 4:3.

Una nota stonata – è proprio il caso di dirlo – di cui non possiamo non prendere atto in recensione, è però legata al fatto che per Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition Square Enix ha deciso che non sarà possibile selezionare fra la colonna sonora originale e la sua versione rimasterizzata, visto e considerato solo quest’ultima sarà inclusa nella nuova versione disponibile negli store digitali dal 7 aprile. Fortunatamente, le tracce del compositore Yasunori Mitsuda (autore anche delle OST di Xenogears e di Xenoblade Chronicles) sono comunque di buon livello, pur non raggiungendo i fasti di altre partiture musicali di classici Square, magari ad opera di Nobuo Uematsu o Hitoshi Sakimoto. Nota: The Radical Dreamers Edition include nel pacchetto anche Radical Dreamers – Le Trésor Interdit, un’avventura testuale a bivi pubblicata in Giappone nel 1996 (su Super Nintendo, via Satellaview), utile a spiegare alcuni retroscena dell’universo di Chrono nella sua interezza.

Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition
7.5
Voto 7.5
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Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.