Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale, gioco in esclusiva per Nintendo Switch protagonista della recensione di oggi, è un capitolo che ha come obiettivo quello di stravolgere parzialmente il famosissimo gioco di carte di Konami per offrire al pubblico qualcosa in grado di appassionare sia i fan che le nuove leve. Purtroppo, però, l’obiettivo prefissato dal team è stato clamorosamente mancato e l’intera produzione si è rivelata come come una cocente delusione, soprattutto considerando ciò che l’ormai sterminata serie di giochi a marchio Yu Gi Oh ha saputo regalarci. In poche parole, e come da titolo, l’ennesima delusione, soprattutto per gli appassionati del gioco.
Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale è un gioco riuscito a metà
Quand’è che rimaniamo delusi da qualcosa? Sicuramente non davanti a un prodotto, parlando strettamente di videogiochi, che si sa a priori sarà mediocre e che quindi non lascia spiazzati quando se ne ha la conferma. Su Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale avevamo invece grandi aspettative, quando abbiamo iniziato a giocarlo per questa recensione, perché dopo anni di capitoli deludenti speravamo finalmente nella svolta. Soprattutto per via del modo di duellare diverso dal solito, vero selling point di questo capitolo, che mai come ora si potrebbe dire che cambia “le carte in tavola”. Partiamo quindi proprio dalla meccanica peculiare di questo Yu Gi Oh Rush Duel, ossia il Rush Duel stesso.
Solitamente, in un duello di Yu Gi Oh classico, tra le regole base c’è il poter effettuare una sola e singola evocazione normale, evocazione per posizionamento o evocazione per tributo a turno. Un’altra regola classica è la presenza, tra le varie fasi del turno, anche della Main Phase 2 (ossia quella successiva alla Battle Phase) qualora si volessero giocare altre carte sulla base (o meno) di quello che è successo durante la Battle Phase. Queste due regole nei Rush Duel vengono completamente abolite! Non ci sta un limite alle evocazioni normali, così come non esiste più la Main Phase 2 (cancellata assieme alla Stand By Phase). Il poter fare tutte le evocazioni normali che si vogliono non è però l’unica novità di spessore, visto che la seconda è il cambiamento della meccanica di pescata. Di solito ogni giocatore, all’inizio del proprio turno, pesca una carta dalla cima del deck e la mette in mano, mentre nei Rush Duel all’inizio del proprio turno si pescano carte dalla cima del deck fino ad averne 5. Avrete quindi intuito che conviene evocare e posizionare sul terreno più carte possibili durante il proprio turno, perché meno carte si avranno in mano al suo termine e più saranno le carte pescate in quello successivo.
Questo stimolo dato al giocatore alza notevolmente il ritmo dei duelli, che come primo pregio hanno quindi quello di poter evitare ogni rischio di “brick“, termine tecnico che si usa quando un deck letteralmente s’inceppa, rallentando notevolmente l’ottenimento di carte utili. Le nuove meccaniche di pescata e di evocazione rendono anche meno necessarie le carte di consistenza, ossia quelle che appunto di solito servivano proprio a far girare il deck, dovendone quindi mettere molte meno per potersi concentrare piuttosto sulle carte mostro offensive. Non che le carte magia e trappola o i mostri di supporto ora siano inutili, anzi, però come detto non sarà più necessario metterne poi troppe. In conclusione, una rivisitazione intelligente, fresca e che rende molto più fluidi i duelli classici. Per evitare problemi di bilanciamento si è anche optato per la griglia di Yu Gi Oh Duel Links, quindi con solo 3 zone carte mostro e 3 zone carte magia e trappola. In questo modo si tiene alto il ritmo senza rischiare eserciti di mostri incontrollabili. Purtroppo, però, proprio tenendo conto della grande bontà del lavoro svolto sulle meccaniche di gioco principali, siamo rimasti tristemente delusi dal resto del gioco.
Progressione e comparto tecnico decisamente rivedibili
Se il gameplay è sicuramente il pregio principale, probabilmente l’unico, il comparto tecnico e la progressione di Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale sono invece le note dolenti in questa recensione, e nemmeno poco. Partiamo con il dire che anche questa volta, come in tutti gli ultimi capitoli dei giochi a marchio Yu Gi Oh (a parte forse Duel Links), la quality of life è pesantemente mediocre. Per quality of life intendiamo tutto quello che va dai menù di gioco agli hud fino anche solo alla navigabilità della mappa dove si sfidano NPC e si va avanti nelle missioni principali. Alcuni problemi sono unicamente tecnici, come una mappa di gioco che ha una qualità realizzativa, nonché di ottimizzazione, da gioco amatoriale. Risulta davvero difficile credere che una console come Nintendo Switch, che regge tranquillamente The Witcher 3 e Doom Eternal pur se con qualche compromesso, non possa far girare un’ambientazione come questa almeno a 30 fps stabili, eppure va inspiegabilmente a scatti. Altri problemi sono proprio di concetto, e per far capire che intendiamo facciamo un paio di esempi.
Quando un avversario evoca un mostro sul terreno, o attiva una carta magia o trappola, ci è permesso giustamente vederne i dettagli. Per farlo, ci viene chiesto se vogliamo vederli oppure no con un piccolo box di testo con opzioni “si” o “no”. Fin qui nulla di strano, peccato solo che il tutto diventi particolarmente fastidioso quando, finito di leggere le info della carta in questione, ci viene nuovamente chiesto se vogliamo leggerla, dovendo andare sul “no” con la levetta e dare un’altra conferma. Soprattutto nelle prime 10/15 ore di gioco, quando sono molte le carte che vogliamo leggere perché non le conosciamo, è veramente frustrante doversi districare tra tutti questi pop-up. Anche volendo disattivarli, si avrebbe il problema di perdersi effetti chiave e doverli andare a vedere manualmente mentre l’NPC avversario gioca, cosa impossibile perché se un avversario prosegue il turno ci viene chiusa la finestra di descrizione della carta. Era molto meglio nei capitoli di Tag Force su PSP, che mettevano i dettagli delle carte a sinistra, il cui testo era navigabile con la levetta analogica, non spezzando mai realmente il ritmo della partita.
Il secondo esempio potrebbe sembrare una fesseria, però in fondo la cura del sound design servirebbe anche a questo. Ogni volta che il gioco c’informa di una nuova funzione chiave, o di una qualsiasi cosa importante, assieme al box di testo che ci dà queste info si sente il suono di un campanellino, a dirla tutta anche abbastanza fastidioso. Ci sono situazioni dove di queste notifiche ne arrivano a raffica, soprattutto all’inizio quando si sbloccano molte parti di menù tutte assieme, e quindi si sente questo spam del sopracitato campanellino a ripetizione. Onestamente siamo arrivati al punto di mutare la console, buffo da dire ma vero, fino a che non ci siamo sincerati che il “peggio” fosse passato. Ci sarebbero tante altre cose da dire, come la rivedibile gestione dei menù o la totale inutilità dell’interminabile sequenza di dialoghi in alcune fasi, però se le elencassimo tutte nel dettaglio parleremmo solo della quality of life.
Chiudendo con la progressione, Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale non brilla nemmeno sotto tale aspetto, anche se di questa recensione non è nemmeno il lato peggiore. Diciamo che se il gameplay è il punto più alto e la quality of life il punto più basso, la progressione sta nel mezzo ma risulta comunque abbastanza mediocre. Perché? Semplice, perché per molte ore tutto quello che “guadagniamo” dal gioco è totalmente inutile. A differenza, anche in questo caso paragone obbligatorio, dei capitoli Tag Force per PSP o anche solo alcuni di quelli per Nintendo DS, dove il deck di partenza era abbastanza mediocre e facilmente migliorabile, in Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale è veramente rotto. O meglio, la primissima versione che avremo (quella del tutorial per intenderci) è effettivamente mediocre ma finito il tutorial avremo subito la versione riveduta e corretta. Senza entrare troppo nel merito delle singole carte, vi basti sapere che come deck ha tutto quello che si potrebbe chiedere con un gameplay come questo. Tanti mostri buoni, alcuni mostri molto buoni, un mostro signature davvero ottimo e carte magia e trappola una più forte dell’altra. Se si fanno giusto un paio di innesti a puntellare, diventa un deck molto valido.
Il problema è proprio questo, se il giocatore ha un deck forte al punto da fare terra bruciata di ogni cosa che ha davanti a sé, e se non esiste un circuito competitivo come su Duel Links che spinge a macinare NPC per farmare le carte da meta, non viene più voglia di continuare a giocare. Se poi aggiungiamo, sul finire, che dopo relativamente pochi giorni dall’uscita ci vogliono 14 tentativi di ricerca per trovare un avversario online qualsiasi (se non 25 per uno del proprio livello) allora la ricetta del gioco defunto ancora prima di nascere è pronta. Per questo non abbiamo parlato dell’online nonostante di Yu Gi Oh Rush Duel Dawn of the Battle Royale ne stiamo facendo la recensione dopo l’apertura dei server; non ci gioca nessuno e quindi ci è impossibile valutarlo come si deve. Sicuramente divertirebbe molto gli appassionati, perché il gameplay come detto brilla e non poco, ma è tutto il resto che non funziona a dovere. L’ennesimo passo falso, l’ennesima delusione per i fan. Pur se magari non insufficiente, quest’ultimo gioco di Konami sul franchise potrebbe essere l’ultimo tentativo di fare qualcosa con Yu Gi Oh a livello videoludico su console, ed è un peccato.