Iron Harvest, l’RTS di King Art Games, approda finalmente sulle console casalinghe di nuova generazione con una Complete Edition che raccoglie tutti i DLC rilasciati fino ad oggi per il gioco. La software house ha seguito da vicino la sua creatura basata sugli splendidi lavori dell’artista polacco Jakub Rozalski, accompagnandola in questo primo anno con una serie di contenuti aggiuntivi che ne hanno migliorato l’esperienza globale e che, come avremo modo di raccontarvi in sede di recensione, hanno condotto all’approdo di Iron Harvest Complete Edition anche su PlayStation 5 ed Xbox Series X/S. La transizione da PC a console non è stata certamente esente da alcune criticità, ma l’esperienza finale ci ha convinto, soprattutto per l’enorme mole di contenuti introdotti. Scopriamo insieme come è andata la guerra strategica in tempo reale su next-gen.
Mecha e steampunk
Iron Harvest, anche in questa sua Complete Edition, è un titolo che nel suo intimo, sebbene tenti di introdurre alcune novità, rimane legato alla tradizione degli RTS più classici. Il lato artistico, uno dei punti di forza del gioco, ci catapulta in un 1920 alternativo dove 4 regni immaginari ispirati a nazioni reali sono impegnati in una guerra steampunk, che vede nei mecha gli unici mezzi in grado di assicurare un posto sicuro nel nuovo ordine mondiale. Una soluzione che si fa forza dell’impianto immaginario da cui è tratta, ma che finisce, durante la campagna principale, per perdersi un pochino per strada sul fronte della scrittura. Tuttavia, pad alla mano, ci ritroveremo all’interno di un mondo sì distopico e sui generis, ma dalle meccaniche di gameplay già viste e conosciute.
Se, infatti, le battaglie campali sono il vero cuore del titolo, con una fisica degli scontri particolarmente realistica che vede i mecha distruggere e modificare non poco il campo di battaglia, Iron Harvest pecca dal lato gestionale, con delle meccaniche purtroppo basilari per quanto concerne la gestione e la creazione della propria base e delle proprie unità. Sebbene durante i combattimenti l’impianto ludico ed il lato tecnico incantino per stile e realismo, con scontri davvero affascinanti ed immersivi, quando sarà la volta di “organizzare” la nostra guerra, potremo scegliere solo tra pochi mezzi ed edifici, con un numero esiguo di risorse tra le quali districarsi. Una scelta che potrebbe far storcere il naso agli amanti degli strategici più complessi, ma che alla fin fine si rivela funzionale al gioco e più semplice da gestire in versione console.
Cosa c’è di nuovo?
Rispetto all’esperienza del 2020, Iron Harvest Complete Edition, come vogliamo sottolineare in questa recensione, introduce importanti novità dal punto di vista contenutistico. Innanzitutto due nuove campagne e due nuove fazioni. Troveremo infatti aggiunta al pacchetto base la piccola campagna dedicata alla Rivoluzione Rusvietica, composta da 4 missioni che ci vedranno guidare il popolo contro lo Zar e il suo malvagio consigliere Rasputin. La seconda campagna, denominata Operation Eagle, sarà una corposa battaglia dedicata all’Usonia e all’alleanza con i beduini. Ma le novità non si esauriscono qui. Oltre ad un rinnovato bilanciamento delle unità e ad alcuni miglioramenti all’intelligenza artificiale e più in generale all’esperienza globale, la Complete Edition ci introduce la modalità classificata, nuove meccaniche di co-op online, nuove truppe e ben 9 nuove mappe.
Il passaggio da PC a console ha obbligato gli sviluppatori a rivedere completamente la mappatura del gioco e mi menù. Lo schema dei tasti e l’accessibilità sono stati modificati per calibrare l’esperienza al pad, e sebbene il risultato sia apprezzabile, alcuni comandi ci sono risultati veramente difficili da gestire, come ad esempio la gestione dei bersagli o i menù legati al touch-pad. Indubbiamente, la combo mouse e tastiera è ancora inarrivabile per un RTS odierno, ma con il controller Iron Harvest riesce a difendersi egregiamente. Purtroppo, dobbiamo sottolineare che nella nostra prova su PlayStation 5 l’impiego delle funzionalità del DualSense da parte del team di sviluppo è stato davvero minimo, così come minimi sono stati i miglioramenti sul versante tecnico, che al di là di caricamenti più rapidi, non hanno aggiunto al gioco tangibili upgrade, con una visione d’insieme che perde colpi soprattutto avvicinando l’inquadratura al campo di battaglia.
Un’anno dopo
Il lato quantitativo, dunque, è la vera offerta di questa Iron Harvest Complete Edition, come pensiamo di aver sottolineato in sede di recensione. Con 12 eroi giocabili, 18 mappe multigiocatore e 2 nuove campagne da aggiungere alla già corposa modalità storia, questa nuova incarnazione di Iron Harvest aggiunge tutte le novità introdotte dagli sviluppatori in questo Anno Uno, comprese le nuove unità aeree e i nuovi elementi che aggiungeranno ore e ore di gioco, sia in singolo che in multiplayer.
Sul versante tecnico, invece, non ci sono stati grossi miglioramenti. Il titolo non brillava su PC, e sugli schermi più grandi di una tv da salotto alcune texture sono ancora più stiracchiate, sebbene il colpo d’occhio complessivo risulti ancora affascinante. Purtroppo abbiamo constatato che il passaggio su console, sebbene abbia reso il titolo “giocabile” anche col pad, non ha ancora dissipato i dubbi dell’utenza, come dimostrano i server online ancora in parte disabitati. Iron Harvest rimane dunque, sostanzialmente, la stessa esperienza di un’anno fa, ma con moltissimi nuovi contenuti in più.