Tales of Arise – Recensione, la serie JRPG rinasce tra le fiamme

Dopo aver esplorato a fondo il decadente mondo di Tales of Arise, siamo ora finalmente pronti a parlarvene in questa nostra recensione.

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Recensioni Lettura da 13 minuti
8.5
Tales of Arise

Finalmente ci siamo, è arrivato il momento della recensione di Tales of Arise, nuovo capitolo della serie che, almeno nelle intenzioni, doveva rappresentare un nuovo cambio di rotta per il brand. Una vera e propria rivoluzione – non solo tecnica – che molto probabilmente accompagnerà la serie anche nel prossimo futuro. Avevamo lasciato la saga nel 2016 con Tales of Berseria, un gioco che fece della rabbia e della vendetta il focus principale. Arise non perde questo principio, ma lo contorna con tante altre sfaccettature e temi sempre molto crudi e riflessivi. A conti fatti, il nuovo titolo di Bandai Namco è davvero molto più ambizioso rispetto al passato, arrivato inoltre in un periodo videoludico dove di veri JRPG non se ne stanno vedendo poi molti. L’opera è quindi giunta proprio al momento giusto per colmare proprio quest’assenza, e nel vedere come è andata già ci sfreghiamo le mani in attesa di un prossimo Tales of.

Un mondo da salvare

Prima d’iniziare con la recensione vera e propria ci teniamo a specificare che ogni Tales of fa storia a sé, e Arise non è escluso. La storia narra di come l’Impero di Rena, proveniente da un pianeta che orbita intorno a Dahna, tenga in scacco proprio quest’ultimo grazie alle sue potenti tecnologie da oltre 300 anni. I lord di Rena che governano su Dahna tengono in schiavitù la popolazione da tempo immemore, sfruttandola per estrarre l’energia astrale necessaria per vincere la Disfida Reale. Questa sfida prevede che ogni 7 anni i cinque Lord accumulino più energia possibile, lì dove quello che ne avrà ottenuta la quantità maggiore regnerà su Rena. Ovviamente, il lavoro sporco dell’estrazione spetta ai poveri Dahnani, che dopo tre secoli di soprusi hanno completamente dimentica il concetto di libertà. Il protagonista della storia sarà Aplhen, uno schiavo con una maschera di ferro impossibile da togliere che ha perso i ricordi della sua vita passata. Lui non prova dolore ed è per questo che sarà l’unico a poter toccare Shionne, una ragazza che incontreremo nel vostro viaggio.

La giovane è stata infatti colpita dalla maledizione degli aculei, una magia che fa provare un forte dolere a chiunque entri in contatto fisico con lei; grazie a queste peculiarità, i due entreranno presto in sintonia. Inoltre, Shionne porta dentro di sé uno dei cinque nuclei elementali, precisamente quello del fuoco, simboli del potere dell’autorità di ciascun lord. Esiste un nucleo primario per l’energia astrale di ogni elemento: terra, acqua, fuoco, vento e luce. Grazie a questo potere, la fanciulla darà ad Aplhen la possibilità di brandire una spada di fuoco magica, talmente potente da raffigurare speranza di libertà per tutta Dahna. Quest’arma non può però essere impugnata da chiunque, dato che brucerebbe chiunque la toccasse, e proprio per questo Alphen, che come detto poco sopra non può provare dolore, sembra la persona giusta per possederla.

Nel corso della storia si uniranno alla vostra avventura anche altri personaggi come Rinwell, Dohalim, Kisara e Law. Vi lasciamo scoprire da soli le origini e le storie di questi personaggi, ma vi basti sapere che il team si è impegnato davvero tanto per creare dei background comunque coerenti e capaci di far emergere il carattere dei vari personaggi, con pregi e difetti ben delineati che mettono in mostra la personalità di ogni comprimario. L’intero party è composto da personaggi estremamente diversi tra loro, divisi anche da odio profondo a causa delle mostruosità avvenute in anni e anni di soprusi. Tales of Arise narra proprio il viaggio di questo gruppo di “nemici”, ma che insieme condividono un unico obiettivo: salvare il popolo di Dahna dall’oppressione di Rena una volta per tutte. La trama principale poggia dunque le sue basi su queste premesse, e dobbiamo dire che a lungo andare il team si è rivelato capace di far sentire alla perfezione il climax generale dell’avventura. Ovunque andrete troverete inganni e distruzione, gente disperata o profughi nascosti che tentano di rifarsi un minimo di vita, circondati però da mostri pronti a cacciarli e ucciderli.

Tales of Arise

Il mondo creato dalla casa di sviluppo è traboccante di orrori e difficoltà: più i Dahnani vivono, più si accorgono che la realtà è fatta solo di dolore, sofferenza e vuoto, mentre il desiderio di libertà e di una vita pacifica scatena violente guerre su tutto il creato, mentre l’odio fa da sfondo a ogni interazione interpersonale. Questi sono solo alcuni dei concetti che Tales of Arise cerca di esprime fin da subito, e in tutta la nostra esperienza dobbiamo dire che quanto manifestato non è mai stato presentato con banalità. Ovviamente ci sono punti più o meno alti della produzione a livello narrativo, personaggi scritti meglio affiancati da altri scritti peggio, ma il succo finale è che la storia prende e regge bene fino ai titoli di coda. Il ritmo stesso della trama non offre praticamente mai respiro all’utente, anche se ci sono naturalmente dei momenti in cui potrete dedicarvi a missioni secondarie o altro. Insomma, in termini di sceneggiatura generale, è impossibile non lodare il team per quanto fatto.

Colpi di Arti Astrali

Per quanto concerne il lato gameplay partiamo col dire che il concetto di Arti Astrali non è stato minimamente variato; certo, le mosse ora sono più spettacolari e numerose, ma di base parliamo ancora di semplici attacchi che potrete eseguire durante gli scontri. Ogni membro del gruppo possiede una sua particolarità: Aplhen può usare la spada di fuoco per potenziare un’arte al costo di punti vita e fare così parecchi danni in più, Law otterrà un boost su gli attacchi quando non verrà colpito e così via. Tali unicità sono state introdotte per permettere ai giocatori di sfruttare al meglio tutti i personaggi del party in diverse situazioni, senza che la monotonia prenda il sopravvento negli scontri. Inoltre, potremo contare anche su numerose mosse speciali particolarmente utili nel caso in cui lo scontro non dovesse star volgendo a nostro favore. Il risultato finale è un sistema di combattimento particolarmente vario, rapido e divertente, votato soprattutto all’attacco.

Vi basti infatti sapere che è stato rimosso il tasto della parata, qui sostituito con quello di una molto più rapida schivata, così che possiate allontanarvi alla svelta dal nemico. Gli scontri in generale ora sono molto più coreografati e spettacolari, oltre che fluidi e divertenti. Si ha sempre la voglia di combattere, e la possibilità di cambiare in qualsiasi momento il membro controllato offre quel tocco di varietà in più che rende le fasi di lotta molto meno ripetitive e noiose. Anche il sistema di cure è stato rivisitato, ora legato ai PC (punti cura). Questi vengono consumati quando un membro del party sfrutta arti curative o di supporto, sono condivisi dal party e possono essere ripristinati con alcuni oggetti o riposando la notte. Si possono naturalmente aumentare con oggetti specifici, ma vi possiamo assicurare che durante le boss-fight sentirete di non averne mai abbastanza.

L’asticella della difficoltà generale si è alzata rispetto il passato; non si tratta di un gioco impossibile, ovviamente, e generalmente appare ancora molto accessibile, ma questa volta dovrete usare un po’ più il cervello e una migliore organizzazione, sia negli oggetti che nelle strategie di battaglia. Anche per l’equipaggiamento non c’è un mercante classico, quanto più una figura capace di creare armi a patto di portargli i giusti materiali e una sufficiente quantità di monete. Basta poco per rendersi conto che buttare al vento il proprio denaro non è una mossa saggia, dunque pensate sempre attentamente a cosa valga la pena acquistare. Tales of Arise non è un vero open world, dividendosi piuttosto in macro zone con tantissimi oggetti utili al crafting: oltre ai materiali per gli oggetti, troverete cibo per cucinare o piante capaci di aumentare alcune statistiche.

L’esplorazione è purtroppo legata solo a questi aspetti; ovviamente è presente anche qualche segreto nascosto tra le varie mappe, ma è davvero troppo poco per far venire la voglia visitare con la giusta attenzione ogni ambientazione presente. Vi ritroverete a vagare negli scenari non solo durante la quest principale, bensì anche nelle secondarie, che magari vi porteranno in qualche strano luogo, senza che però s’incappi mai in qualche zona davvero sensazionale. A peggiorare ancor di più la situazione ci pensano poi i mostri, divise in poche tipologie che tenderanno molto presto a ripetersi sia nel design che nel proprio moveset, con piccole differenze legate alla regione in cui vi starete muovendo. Essendoci 5 regioni con un habitat proprio sarebbe stato bello vedere dei nemici più diversificati, anche per sfruttare il sistema di combattimento in maniera più intricata.

Conclusioni su Tales of Arise

Da un punto di vista squisitamente tecnico Tales of Arise si difende benissimo, graficamente non fa gridare al miracolo ma tutto sommato appare comunque come un enorme passo in avanti per la serie, riuscendo quantomeno a raggiungere quelli che sono gli standard moderni. Certo, è comunque presente qualche fondale un po’ spoglio o un paio d’ambientazioni piuttosto anonime, ma nei momenti in cui l’art direction verrete sorpresi da scorci e panorami mozzafiato. L’esperienza di gioco è andata avanti fluida e senza intoppi, bug o cali di frame rate. Un plauso va inoltre fatto alle musiche, davvero ben realizzate e dall’incredibile spessore: la serie Tales of ha sempre avuto un comparto musicale di qualità, ma queste si lottano sicuramente un posto tra le migliori.

In conclusione, possiamo dire che questo Tales of Arise è davvero il punto di svolta per la serie. Non solo siamo convinti che la produzione riuscirà a saziare la fame di JRPG di qualunque appassionato, ma ci troviamo innanzi a un capitolo che può competere a pieno diritto con i migliori episodi della serie, quali Xillia, Vesperia o Symphonia. Non stiamo parlando del gioco di ruolo definitivo, quanto piuttosto di un’opera coerente con il suo genere d’appartenenza che mescola passato e futuro in un perfetto equilibrio. Siamo estremamente soddisfatti del gioco e anche piacevolmente colpiti, il team ha mostrato tanto coraggio nel voler affrontare temi quali la schiavitù, il razzismo e tanti altri nodi “spinosi” di cui è spesso difficile trattare in un videogioco. La sensazione è che si tratti di un titolo in grado di accontentare sia i vecchi che i nuovi giocatori, capace di abbracciare un pubblico ben più grande di quanto fatto in passato. Proprio per questo apprezziamo ancora di più l’aver messo in mostra una narrativa impattante, così da far rimanere ben impresso nella mente degli utenti cosa vuol dire giocare a un Tales of.

Tales of Arise
8.5
Voto 8.5
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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.