Cotton Reboot è la versione riveduta di uno shoot ‘em up storico, Cotton – Fantastic Night Dreams, che vide la sua prima comparsa nel lontano 1991 in Giappone, e poneva i player nei panni di una giovane streghetta dai capelli rossi all’interno di un universo pregno di umorismo nipponico e animato da battaglie contro centinaia di avversari e proiettili su schermo. Abbiamo quindi avuto modo di testare e di stilare la recensione per la versione rimasterizzata in HD del gioco per console PlayStation 4 e la nostra prova ci ha riservato alcune sorprese positive e qualche dubbio.
Un cabinato digitale nel 2021
Quando parliamo di Cotton Reboot non possiamo tralasciare una piccola ma importantissima premessa in questa sede di recensione, parliamo infatti di un gioco appartenente ad un genere di 30 anni fa con tutti i suoi punti di forza e i suoi problemi intrinsechi, che devono trovare un proprio contesto nel mondo del gaming attuale. Infatti, stiamo parlando di un prodotto molto particolare e che potrebbe far felici coloro che hanno molta esperienza nei videogiochi, come in parte anche per i novizi, ma allo stesso tempo deludere entrambe le porzioni di pubblico.
In questo reboot, alcuni elementi cardine dei vecchi cabinati sono stati adattati ai nostri tempi ed è quindi possibile puntare a raggiungere punteggi sempre più impressionanti sfidando quelli di altri migliaia di giocatori sparsi per il mondo, grazie ad una serie di punteggi e classifiche condivise, tutte molto dettagliate per ogni singola modalità di gioco e livello di sfida. Proprio a questo proposito possiamo notare come l’attualizzazione di questi contesti molto specifici, come le classifiche delle piccole sale giochi, lascino (a nostro personale avviso) “il tempo che trovino”, almeno al giorno d’oggi, se non corredate da un impianto ludico al passo.
Stiamo infatti parlando di un bacino d’utenza che è ovviamente immensamente maggiore rispetto a quello dei singoli piccoli negozietti degli anni 90. Ne consegue che il livello di sfida si innalza in modo esorbitante anche solo per sperare di raggiungere un posto a metà della classifica regionale. Riconosciamo comunque che questo fattore sia estremamente soggettivo, perché alcuni player potrebbero invece apprezzare un sistema come questo, già presente in molti prodotti. Tuttavia, nei prossimi paragrafi vi spiegheremo più estensivamente il perché questo sistema non ci ha convinti in toto.
Un gameplay in parte al passo con i tempi e in parte ancorato al passato, per Cotton Reboot
Il gameplay presenta alcuni cambiamenti rispetto alla precedente iterazione degli anni 90, che è comunque possibile trovare all’interno del gioco con il nome di X68000 Mode. Tuttavia, le nuove introduzioni non risolvono alcuni problemi cronici del genere. Dopotutto Cotton Reboot si è presentato in fase di recensione come uno di quegli storici titoli che facevano di uno stick e una coppia di tasti le combinazioni sufficienti per proseguire nell’avventura. Questa caratteristica comporta la presenza di alcuni elementi tipici del genere come ad esempio l’impossibilità del player di direzionare il fuoco del personaggio in altre direzioni che non siano quella dello scorrimento laterale da sinistra a destra.
Questo significa che potrebbe capitare di trovare nemici ubicati dietro la nostra posizione, e potendo “sparare solo in avanti” saremo assolutamente impossibilitati a contrattaccare gli attacchi dei nemici posti alle nostre spalle. Certo, esiste sempre l’opzione della schivata manuale dei colpi in arrivo, ma anche questa caratteristica non è sempre utilissima nell’inferno di proiettili da cui il sottogenere dei bullet hell è caratterizzato. Siamo quindi molto lontani dalla complessità e dal bilanciamento del sistema di shooting di giochi moderni, al punto che titoli come Enter the Gungeon – che addirittura hanno un sistema di spawn casuale – riescono a mostrare un livello di sfida più “giusto” nei confronti del player. Infatti, in Cotton Reboot capita molto spesso di trovarsi in situazioni quasi completamente senza speranza, e che richiedono una velocità e abilità invidiabile per essere completate, almeno nella teoria.
Un gioco teoricamente impossibile eppure facilissimo
Arriviamo quindi al punto sulla questione delle classifiche “più o meno fine a sé stesse”. Infatti, nonostante quanto detto prima sulla difficoltà del gioco, Cotton Reboot viene incontro al giocatore ponendo una caratteristica estremamente lontana dal concetto primitivo dei giochi arcade, vale a dire quella delle “vite infinite”. Non stiamo scherzando, in Cotton Reboot è possibile continuare le proprie battaglie anche una volta esaurito il tipico terzetto di vite, con l’unico elemento negativo di perdere una parte dei punti esperienza guadagnati, che sono necessari per l’ottenimento di punteggi veramente competitivi da confrontare con altri player in giro per il mondo tramite le classifiche.
In poche parole, chiunque abbia una minima esperienza nel genere e soprattutto un buon grado di pazienza può, con relativa semplicità, completare tutti gli stage anche al livello di sfida più alto, ma con lo svantaggio di piazzarsi nella classifica ai posti più in basso in assoluto, se la propria performance dovesse essere costellata da innumerevoli game-over. Questo elemento può anche avere una chiave di lettura positiva, perché aumenta parzialmente l’accessibilità di un gioco estremamente di nicchia e particolarmente relegato a meccaniche superate, come quella del fuoco unidirezionale. Eppure, questo elemento potrebbe scontentare alcuni degli hardcore gamer che, precisiamo, comunque possono ignorare la funzione e ricominciare manualmente la partita dopo ogni sconfitta.
La grafica che ci porta avanti e indietro nel tempo
Nulla da dire invece sulla componente tecnica di Cotton Reboot, che in sede di recensione si è mostrata come pienamente all’altezza del compito, capace di rituffarci in un universo coloratissimo e pieno di esplosioni e caos su schermo. La nuova revisione grafica del gioco si è ben distinta in definizione e stabilità e la componente audio si è ben integrata alle modifiche. Dobbiamo precisare però che in alcuni contesti la nuova veste visiva presenta un numero talmente alto di proiettili colorati e di oggetti contemporaneamente presenti sul display al punto da arrivare a confondere i player meno allenati, che potrebbero facilmente prendere danni, scambiando per propri i proiettili e gli attacchi simultanei dei nemici più forti.