Star Wars, prima di puntare sul suo nome inglese anche qui da noi, veniva semplicemente chiamato Guerre Stellari (complice un’epoca dove parlare inglese non era così scontato nel nostro paese). Le guerre stellari, a prescindere da qualunque possibile costruzione successivamente avvenuta grazie alla moltitudine di film e alle serie spin-off, riguardano battaglie tra le stelle, nello spazio, volando. Se tutto ciò fosse troppo poco per evidenziare l’ovvio – ovvero che per essere tali queste Star Wars devono avere una componente dedicata allo spazio – anche molte delle azioni più importanti fatte dai protagonisti erano proprio legate a navi e attacchi aerei (la distruzione della Morte Nera, per esempio). Per questo sembrava strano fino a qualche mese fa pensare alla moltitudine di giochi usciti sulla saga, senza però che uno venisse dedicato ai veri eroi di questi film, i piloti delle varie fazioni. Fortunatamente Star Wars Squadrons è qui per ricordarci questo (oltre che tutti quei vecchi titoli che abbiamo amato anni fa e che ora vivono con l’anima in questo nuovo EA). Star Wars Squadrons è un gioco che esce a prezzo budget e propone, in una sorta di formula in divenire, una breve campagna, un paio di modalità online interessanti e una personalizzazione né eccelsa né scadente.
La storia è scritta nelle stelle
Purtroppo, però, ne sono bastate davvero poche: la campagna di questo Star Wars Squadrons è breve, concisa, ricca di cliché e utile più che altro a prenderci la mano. Ricorda pienamente una campagna di un qualsivoglia Battlefield, dove alla fine, in fondo, l’online è quello che conta. Breve però non vuol dire scadente; la trama infatti è ben strutturata, e ci pone in eventi inediti conseguenti il sesto episodio. L’idea è quindi quella di viaggiare nell’enorme mare che separata Episodio VI da Episodio VII, così da non scontrarsi con alcun canone ma proponendo comunque interessanti eventi. Si parla sempre di Impero e Ribelli, di cosa è giusto e sbagliato e di come queste fazioni possano cambiare nel corso del tempo. Nel gioco impersoneremo sia un pilota dei “buoni” che uno dei “cattivi”: nel farlo, ci verrà quindi proposta una narrazione non lineare, che salterà tra le due fazioni raccontandoci in toto, da entrambi i punti di vista, la trama.
Si parte più o meno con un tutorial, che fin da subito pone l’accento su un sistema ludico semplice da imparare ma difficile da padroneggiare: se infatti molti comandi sono legati ai classici giochi di volo, potremo gestire la potenza del motore per dare più spinta alla velocità, alle armi o agli scudi. Questa basilare aggiunta, che magari nel teorico potrebbe cambiarvi poco, renderà invece vitale le scelte (soprattutto nel multiplayer). Ad aiutarci, inoltre, figura un kit riparazione per la nave (in caso di danni), alcuni missili e la possibilità di personalizzare il nostro mezzo come vogliamo.
Guerre Stellari
Finita la storia, tra eventi online a durata limitata e multiplayer, si entra nel gioco vero: prima di farlo però, serve capire cosa davvero potremo fare all’interno del gioco. Star Wars Squadrons propone 4 veicoli per fazione, ognuno legato ad una classe: potremo infatti giocare come Caccia, Intercettore, Bombardiere o Supporto, e ognuno di questi ruoli avrà statistiche diverse, importanza diversa e diverse mansioni da rispettare nel team. Una volta scelto il veicolo (cosa non vincolante), potremo allora modificarlo esteticamente e in termini di armi: queste mod potranno essere apportate sbloccando nel gioco le parti o pagandole attraverso una valuta sbloccabile solo in-game, grazie ad achievements e obiettivi.
Forse a causa delll’idea del prezzo budget o per la voglia di aggiornare il gioco col tempo, il titolo presenta attualmente solo due modalità online: la prima, chiamata Combattimenti tra Caccia (DogFight), proporrà un classico 5v5 dove dovremo sconfiggere i caccia nemici, mentre la seconda, Battaglia tra Flotte, ci proporrà un 5v5 con obiettivi. Molto divertenti in prima battuta, ma finiscono con l’evidenziare la mancanza di altre modalità interessanti, rendendo il gioco un ripetersi di situazioni abbastanza trite e ritrite (seppur fortunatamente diversificate grazie alla componente online).
Tecnicamente il gioco si presenta con una grafica davvero mozzafiato (non c’aspettavamo di meno) e con un sonoro sistemato a puntino: il gioco punta molto sull’effetto visivo e auditivo, in quanto proprio le luci e i laser sono una delle meccaniche che fa immergere il giocatore nel titolo. Qualche ombra ogni tanto sfarfalla, e alcune luci sono così elevate da far troppo contrasto con le ombre (ve ne accorgerete nella visuale dentro l’abitacolo).
Il feeling
Esatto, il cuore di questo gioco è il feeling: se infatti la campagna rimane breve e le modalità per ora sono poche, salire su un caccia stellare e librarsi tra detriti di asteroidi, altre navi e nemici risulta qualcosa di davvero appagante. La possibilità di ruotare la nostra nave unita ai controlli molti intuitivi (basterà muovere il mouse per cambiare rotta) predispone al giocatore tutto il necessario per poter simulare alla perfezione le vere guerre stellari, tra colpi schivati, distruzioni dell’ultimo secondo e tanta adrenalina. Ci vorranno ovviamente un po’ di partite prima di prenderci davvero la mano, ma una volta raggiunta una buona padronanza l’esperienza di gioco sarà delle migliori, complice un sistema che si fa piacere subito ma che lascia molto nelle mani dei giocatori e della loro agilità.
Star Wars Squadrons è giocabile anche con il VR: infatti su PlayStation 4 potrete sfruttare il PSVR mentre su PC avrete compatibilità con qualunque altro visore. Peccato per la mancanza di compatibilità con l’Oculus Touch, un sistema che avrebbe permesso ulteriore immersività. La sua mancanza, oltre ad essere un po’ una beffa a chi pensava di poter muoversi completamente dentro l’abitacolo, obbliga il giocatore a sfruttare mouse a tastiera anche col visore, rendendo l’esperienza di gioco più difficile. Ovviamente su PS4 la cosa scema un po’, in quanto il DualShock è più facile da usare a “occhi chiusi”, ma alle brutte potete tranquillamente sfruttare una cloche di qualunque tipo, così da impostare i giusti comandi anche su PC e, anzi, rendere il tutto ancora più immersivo.