Huntdown – Recensione del titolo targato Easy Trigger Games

Huntdown ci avrà soddisfatto o ci troviamo di fronte a un'operazione nostalgia tutto fumo e poco arrosto? Scopritelo nella nostra recensione.

Paolo Saccuzzo
Di Paolo Saccuzzo - Staff Writer Recensioni Lettura da 6 minuti
7.5
Huntdown

Inutile girarci attorno o negarlo, gli anni ’80 sono uno dei periodi storici più importanti e influenti della storia, e l’atmosfera che si respirava in quegli anni vive ancora oggi attraverso innumerevoli revival di franchise e saghe di allora (che quasi mai riescono a rendere giustizia ai capostipiti) e a prodotti che cercano di spingere forte sul fattore nostalgia. I videogiochi non sono di certo da meno in tal senso e molti sviluppatori, soprattutto in ambito Indie, hanno puntato forte sulle esperienze retrò dei loro titoli, ovviamente con alterne fortune. In questo panorama fatto di “nostalgia canaglia”, i ragazzi di Easy Trigger Games hanno deciso di dire la loro e dopo ben quattro anni di sviluppo, Huntdown ha finalmente visto la luce in fondo al tunnel. Sarà riuscito questo sparatutto a scorrimento laterale a soddisfarci? Oppure ci troviamo di fronte all’ennesima operazione nostalgia tutto fumo e poco arrosto?

Io ho visto cose…

Huntdown, fin dal menù, incarna perfettamente tutto ciò che concerne le tipiche atmosfere anni ’80; entrati nel mondo del gioco si viene investiti da ogni tipo di stereotipo legato ai film fantascientifici di quel periodo. Abbiamo delle multinazionali distopiche, gang con indosso abiti improbabili e strade in cui regna disordine, sporcizia e povertà. Da questo punto di vista, Huntdown ha sicuramente fatto centro trasponendo in maniera quasi maniacale ogni tipo di cliché che l’immaginario collettivo di questo meraviglioso periodo storico ha da offrire, soprattutto in ambito cyberpunk.

HuntdownNel gioco saremo chiamati a impersonare i panni di tre cacciatori di taglie, il cui compito sarà quello di riportare ordine tra le strade. Anna Conda, John Sawyer e Mow Man, questi i nomi dei tre protagonisti, dovranno farsi largo in livelli bidimensionali privi di qualsivoglia tipo di labirinti o complessità nel level design, ma comunque estremamente divertenti e appaganti. Huntdown fa infatti della semplicità il suo cavallo di battaglia. Nel titolo targato Easy Trigger Games non si sta fermi un attimo, tra salti, sparatorie, scivolate, schivate per evitare i colpi nemici e attacchi dall’alto. Huntdown è un titolo frenetico, tipico dei giochi di questo genere, e per quanto sia anche disponibile un sistema di coperture non ci sono mai dei momenti di stanca. Inoltre i tre personaggi principali avranno ognuno delle caratteristiche peculiari. Anna Conda sarà armata di pistola a raffica, il cyborg John Sawyer utilizzerà un revolver lento e potente, mentre il robot Mow Man farà uso di una pistola a fuoco rapido. Inoltre, ognuno dei tre avrà anche una specifica arma secondaria, rispettivamente un tomahawk, un boomerang e dei pugnali da lancio.

In Huntdown saremo chiamati ad affrontare venti livelli divisi in cinque aree di gioco, ognuna delle quali è presidiata da una specifica gang, tutte caratterizzate da un proprio stile, tra punk, motociclisti ed esperti di arti marziali. In nemici che si metteranno sul nostro cammino faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote, sia utilizzando oggetti contundenti che armi da fuoco, a bordo di moto, mech giganteschi e tanto altro. Oltre all’arma che il nostro personaggio avrà a disposizione a inizio livello, potremo utilizzare anche le bocche da fuoco e gli oggetti da mischia che faranno cadere i nostri nemici, tra mitragliatrici, lanciagranate, bazooka, cannoni laser, spranghe, mazze e lanciafiamme. Immancabili, ovviamente, i boss di fine livello, i quali rappresentano la vera sfida dell’offerta, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati (quattro in tutto). Il trial and error, durante le boss fight, sarà una costante in tal senso. Il titolo propone anche una discreta rigiocabilità grazie ai collezionabili presenti nei vari livelli di gioco e in generale non risulta mai ripetitivo, grazie sia alla varietà di nemici che al gran numero di armi a disposizione. A rendere l’esperienza ancora più piacevole è senza ombra di dubbio la presenza della modalità cooperativa locale, anche se purtroppo il titolo è sprovvisto di una componente online.

Conclusioni

 

Huntdown, come avrete di certo capito, non propone nulla di davvero innovativo, ma a conti fatti non era questo l’obiettivo degli Easy Trigger Games, i quali hanno creato un titolo che nella sua semplicità ricalcasse fedelmente atmosfere e cliché degli anni ’80 attraverso un gameplay semplice ma efficace. Il lato dove il titolo arranca leggermente  è però quello tecnico; per quanto la produzione sia comunque molto gradevole grazie alla grafica che rievoca fedelmente i videogiochi a 16 bit, in-game sono evidenti dei fondali non sempre riusciti e un comparto audio funzionale ma facilmente dimenticabile nella sua banalità, sia per quanto concerne gli effetti sonori che per gli accompagnamenti musicali.

Huntdown

A parte questo, però, Huntdown rimane un titolo estremamente divertente e appagante, e seppur l’avventura principale duri soltanto cinque ore circa a difficoltà Normale, grazie alla sua rigiocabilità promette di regalare ulteriori ore di divertimento, anche in compagnia di un amico. In definitiva, siamo davanti a un titolo che non rivoluzionerà in alcun modo il mondo dei videogiochi ma che nella sua semplicità intrattiene grazie ad un funzionale sistema ludico e alle atmosfere anni ’80 perfettamente ricreate.

Huntdown
7.5
Voto 7.5
Condividi l'articolo
Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.