Dopo ben due anni passati in Early Access, Deep Rock Galactic esce finalmente con la sua versione 1.0. Con mappe procedurali, mostri spaziali e quattro nani coraggiosi disposti a (quasi) tutto per la propria azienda, Ghost Ship Games ci presenta un titolo con un suo carattere che potrebbe rivelarsi una perla per gli appassionati di FPS cooperativi.
Nani, miniere ed alieni
Come impiegati della Deep Rock Galactic, sarà nostro compito portare a termine numerose missioni ad alto rischio sul pianeta Hoxxes IV. Nel nome del profitto dovremo recuperare uova aliene, cristalli preziosi e minerali rari destreggiandoci in un dedalo di tunnel e caverne generate proceduralmente di volta in volta. Perdersi sarà quindi facilissimo, complice l’ovvia assenza di luce quando ci si trova a diversi chilometri sotto la superficie di un pianeta. Ma non temete, non saremo soli: ad accompagnarci avremo fino a tre colleghi nani, ognuno munito di un equipaggiamento unico legato ad una delle quattro classi che il giocatore di turno sceglierà. Sia che la vostra decisione ricada su uno strategico ingegnere, su un pesante trivellatore, su un veloce esploratore o un armatissimo artigliere, avrete un ruolo fondamentale all’interno del gruppo. Ogni classe è infatti molto ben bilanciata rispetto alle altre, tra capacità di danno, di movimento o di semplice supporto al gruppo.
Giocarne una o l’altra dipende quindi più dai gusti che da una stretta necessità di ruoli, dando modo ad ogni tipo di giocatore di trovare il suo posto nel party. Una buona cooperazione tra classi permette inoltre delle interazioni degne di nota, moltiplicando l’efficacia del gruppo. Ad esempio, un esploratore munito di rampino non potrebbe raccogliere un minerale posto molto in alto se non con il supporto di un ingegnere, in grado di costruirgli ad hoc delle piattaforme. Il risultato è quindi quello di un’esperienza perfetta per un gruppo di amici dato il palese indirizzo del titolo verso la cooperazione che sfocia anche nei tempi morti tra spedizioni. Se volete rilassarvi tra una missione e l’altra, la vostra stazione spaziale ha infatti un jukebox e un immancabile pub (migliorabile) dove offrire un giro agli amici. Senza esagerare, non dimenticate che siete di turno in miniera!
Da soli al buio
La musica cambia radicalmente da soli, sia per quanto riguarda la difficoltà sia per l’aspetto ludico dell’esperienza. Ghost Ship Games ha pensato anche ai giocatori solitari, dedicando un robot proprio per questo tipo di spedizioni. Il buon “BOSCO” ci accompagnerà quando non avremo compagni su cui fare affidamento, occupandosi sia di rimetterci in piedi quando moriremo, sia di combattere ed estrarre minerali. L’esperienza non è ovviamente all’altezza della controparte cooperativa ma, complice la possibilità di personalizzare aspetto e potenziamenti del robot, si dimostra comunque piacevole. Il fatto che gli sviluppatori abbiano dedicato spazio anche a chi, volente o nolente, giochi da solo è degno di nota, dato che il tallone d’Achille dei titoli cooperativi a volte diventa proprio l’impossibilità di trovare un gruppo. La generazione di mostri è molto ridotta rispetto al multiplayer, dando più respiro ma offrendo occasionalmente fin troppo tempo (a parità di difficoltà) per gironzolare tra le grotte di Hoxxes IV, con risultati quindi altalenanti ma che permettono facilmente di concentrarsi solo sulla missione.
Fattura nanica di prima scelta
Ogni nano che si rispetti è armato ed equipaggiato fino ai denti. Che facciate affidamento su un lanciafiamme, un fucile d’assalto o una semplice pistola, l’equipaggiamento a vostra disposizione sarà modificabile con una serie di potenziamenti che potremo (quasi sempre) scegliere liberamente tra una piccola rosa. Il fulcro delle prime decine di ore su Deep Rock Galactic sarà infatti quello di salire di livello con la propria classe preferita per potenziarci, incrementando l’efficacia o compensando un difetto che cozza col nostro stile di gioco. Man mano che avanzeremo, potremo poi sbloccare nuove armi tramite un’apposita serie di missioni, aumentando la varietà di opzioni a nostra disposizione.
La scelta, però, è alquanto ristretta dato che ogni classe ha al momento due armi primarie e due secondarie, con potenziamenti che seppur utili non rivoluzionano i combattimenti. L’esperienza di gioco, inoltre, tende facilmente alla ripetitività dato il suo sfumare verso delle meccaniche di “grinding“ che potrebbero annoiare un certo tipo di giocatori. Per arrivare all’endgame e alle sue novità, rappresentate dalle Immersioni Profonde e le modifiche “overclock”, dovremo infatti sudare non poco. Una volta raggiunto l’agognato livello 25 e la relativa Promozione, potremo infatti sbloccare missioni più difficili, la forgia e attività secondarie in cui incappare durante le normali missioni. Il focus diventa quindi la creazione di potenziamenti unici e oggetti cosmetici, entrambi da trovare casualmente durante le missioni più ardue. Nonostante ciò, sono previste espansioni nel corso dei mesi futuri, grazie ad una chiara programmazione dei contenuti post-lancio.