SnowRunner – Recensione di un racing game estremo

Marcello Paolillo
Di Marcello Paolillo Recensioni Lettura da 5 minuti
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SnowRunner

Ci sono alcuni giochi che cercano in tutti i modi di portare una ventata di aria fresca al genere, specie quando si parla di racing game. SnowRunner, nato dalla collaborazione tra Saber e Focus Interactive (di nuovo insieme dopo i risultati ottenuti da divertente MudRunner, uscito nel 2017), cerca infatti di spingere le simulazioni off-road in un terreno inesplorato, spingendo ulteriormente le possibilità ludiche legate alla fisica e a un realismo ad altissimi livelli. Resta solo da capire quanto e come un gioco di corse “inconsueto” possa in qualche modo tentare di divertire l’utenza semplicemente mettendo da parte l’adrenalina della velocità a favore dell’accuratezza del modello di guida. Spoiler: si può fare.

ATTENZIONE, terreno impervio

Snowrunner, a una prima occhiata poco approfondita, sembra essere il consueto titolo di serie B, senza idee originali dalla sua e in grado di divertire per una manciata di ore o poco più. Una volta preso in mano il pad, però, ci si rende conto di come il titolo Saber abbia in realtà un’energia quasi insperata, ovvero il triplo (in grandezza) rispetto a quanto visto con il precedente MudRunner. Tre nuove regioni – il Michigan, l’Alaska e il Taimyr in Russia – con altrettante ambientazioni interconnesse tra loro sono infatti il nostro parco giochi tutto da esplorare. Il modello di guida e più in generale il realismo indotto dalla fisica sono accostati da design delle ambientazione sempre attento al dettaglio, sia che si parli dell’albero a bordo strada o della roccia, passando per la resa dei mezzi (su questo punto ci torneremo poco più in basso). Insomma, nulla sembra messo per caso così come nulla sembra lasciato al caso o alla cattiva gestione di un motore fisico disattento, mentre attraversiamo con gran fatica e impegno le varie ambientazioni.

Nonostante il paragone con Death Stranding possa apparire fuori luogo e alquanto forzato, vi assicuriamo che il feeling è proprio quello dell’avventura di Sam Porter Bridges, ma su quattro ruote. Il parco mezzi, dicevamo: rispetto a MudRunner i passi avanti sono davvero una dozzina, visto che avremo dalla nostra un numero davvero notevole di vetture più o meno performanti, inclusa l’introduzione di particolarissimi mezzi speciali, per un totale di circa 40 bolidi. Per portare a termine le missioni e i contratti che ci verranno assegnati potremo infatti mettere mano a un numero realmente sorprendente di mezzi, ognuno dei quali dotato di caratteristiche e guidabilità uniche, cosa questa che renderà le varie traversate delle sfide a 360°, prima di tutto contro noi stessi. Si va dal dover costruire un oleodotto o un ponte, liberare una strada da frane o smottamenti, oppure tentare di recuperare un’altra vettura finita suo malgrado in panne.

Guidare con prudenza

Sì, il fantasma della ripetitività è davvero uno dei pochi malus di un prodotto realizzato con enorme attenzione per i particolari, di causa: le varie missioni, gli incarichi e più in generale le sfide che saremo chiamati ad accettare saranno spesso molto (troppo) simili tra di loro, nonostante nessuna missione sarà davvero identica alla precedente (grazie anche e soprattutto alle particolari condizioni ambientali e del manto stradale, proprio come succedeva nelle numerose traversate di Sam nel titolo di Kojima Productions). Fortuna vuole che i salvataggi automatici faranno sparire la frustrazione di dover ricominciare daccapo una missione. Infine, lo Swarm Engine – ossia il motore proprietario di Saber Interactive, già visto nel divertente World War Z – farà sì che ogni viaggio sia un discreto spettacolo per gli occhi, grazie anche al fatto che le varie ambientazioni tenderanno a modificarsi al nostro passaggio.

SnowRunner
8
Voto 8
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Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.