Cosa sarebbe successo se i membri del Hellfire Club avessero completato la loro campagna? Welcome to the Hellfire Club offre finalmente questa risposta. Basato sulla campagna mai conclusa da Eddie Munson, lo starter set trasporta i giocatori in un mondo sospeso tra realtà e immaginazione, con dungeon inesplorati, e ricco di misteri e pericoli. Ogni tiro di dado diventa un passo in quella storia incompiuta, trasformando l’esperienza di gioco in un viaggio collettivo dentro e fuori dal tavolo.
Con Welcome to the Hellfire Club, Wizards of the Coast amplia il catalogo di D&D 2025 con uno starter set che arricchisce di riferimenti alla cultura pop anni ’80 – ma soprattutto ovviamente alla mitologia di Stranger Things – la formula classica che già conosciamo, integrandosi pienamente nell’ecosistema della nuova edizione. La scatola nasce con un obiettivo chiaro: essere un punto di ingresso immediato e didattico per chi si avvicina al gioco, offrendo anche spunti interessanti per i Dungeon Master più esperti, curiosi di esplorare il design della 2025.
Nostalgia e Futuro
La prima cosa che risalta è il tono. Welcome to the Hellfire Club presentare un’avventura, che tuttavia assume anche il ruolo di catalizzatore sociale. Non vuole soltanto introdurre il regolamento, ma anche ricreare la sensazione di far parte di un gruppo, di un circolo, di una piccola comunità di gioco. L’estetica ispirata ai club di appassionati degli anni ’80, con uno stile più evocativo che citazionale, crea un filo narrativo coerente che accompagna i nuovi giocatori nel mondo del GdR più giocato al mondo, senza appesantirli con regole. Lo Starter Set invita chi lo apre a sedersi al tavolo con lo stesso spirito di chi varca la porta di una sala giochi o di una ludoteca per la prima volta.
Il set è ricco e ben confezionato: 4 libretti d’avventura, 91 carte tra incantesimi, oggetti e mostri, 72 pedine cartacee, 2 poster mappa, un blocco per l’iniziativa, uno schermo del DM, un poster dedicato all’Hellfire Club, 15 schede precompilate più schede vuote, 11 dadi e una guida introduttiva. L’estetica è dichiaratamente retro: illustrazioni e layout richiamano i manuali dei primi anni ’80, evocando immediatamente l’immaginario di Eddie Munson e del club di Hawkins. Non è un vezzo nostalgico, ma una scelta funzionale: lo stile contribuisce alla leggibilità, alla chiarezza delle scene e a creare un’atmosfera coerente con il tema. La qualità dei materiali è alta, con carte che alleggeriscono la gestione al tavolo e mappe ampie e pulite che diventano strumenti versatili per il DM.
La struttura delle Avventure
Le quattro avventure, The Vanishing Gnome, Scream of the Crop, Devil. Metal. Die! e Ballad of the Rat King, accompagnano i personaggi dal livello 1 al 3. Sono storie brevi e dichiaratamente lineari, pensate per introdurre dungeon, incontri sociali, minacce progressive e creature iconiche. La linearità, sebbene limiti la libertà narrativa, garantisce ritmo e chiarezza. Ogni modulo ha obiettivi espliciti e scene ben scandite, ideali per sessioni di un paio d’ore, che le rende un approccio perfetto per i neofiti; per i DM esperti, invece, rappresenta una base solida da arricchire con snodi opzionali, sub-quest e personalizzazioni.
Il cuore dell’esperienza è l’avventura, che sorprende per solidità e fluidità. Welcome to the Hellfire Club propone una storia accessibile ma mai banale, ricca di spunti e momenti in cui il gruppo deve prendere decisioni significative. La costruzione degli incontri e delle situazioni è pensata specificamente per facilitare il lavoro del Dungeon Master alle prime armi, con indicazioni chiare e agganci narrativi disposti con logica. Il risultato è un flusso di gioco scorrevole, che riduce al minimo i tempi morti e mantiene alta la sensazione di progressione nei giocatori.
Quale Starter Scegliere?
Uno degli aspetti più interessanti nel valutare Welcome to the Hellfire Club, è osservare come si posizioni rispetto allo Starter Set precedente Heroes of the Borderlands. Quest’ultimo, pur essendo un buon prodotto introduttivo, aveva una struttura fortemente guidata e un’impostazione che strizzava l’occhio al board game. Le tre avventure presenti in Heroes of the Borderlands possono essere affrontate indistintamente ed in maniera autonoma; invece, le quattro avventure di questo starter set sono veri e propri capitoli di un’unica storia. Il risultato è una sensazione più ruolistica, più dinamica, più fedele a ciò che il gioco diventa oltre lo starter set.

E per i DM Esperti?
È qui che questo set mostra la sua vera forza. Le mappe e gli spazi vuoti si prestano a essere trasformati in sandbox, con PNG ricorrenti e side-quest. I blocchi di statistiche semplici sono perfetti per esercizi di encounter building, permettendo di introdurre varianti, terreni attivi o puzzle tattici. La natura episodica delle avventure consente di usarle come prologo di campagna o come toolkit per testare le nuove regole con gruppi inesperti. È un invito a far parte di un club, a condividere un’identità di giocatori che si ritrovano, magari la sera, attorno a un tavolo da gioco. Il valore aggiunto del kit, rispetto al passato, è proprio l’atmosfera. Più che un manuale introduttivo, è un rito d’ingresso. L’operazione resta elegante e misurata, mai invadente, ma sufficiente a dare un sapore distinto all’esperienza.
Nel complesso, Welcome to the Hellfire Club rappresenta un’apertura convincente per la linea 2025 di D&D. Non è rivoluzionario, ma è raffinato, accessibile, narrativamente coinvolgente e sorprendentemente efficace nel cogliere lo spirito del gioco. Per i nuovi arrivati è una porta d’ingresso chiara e accogliente; per i veterani, un esempio concreto della direzione che Wizards sembra voler dare alla nuova edizione di D&D. Un invito semplice ma potentissimo: “Benvenuti. Tirate Iniziativa.”

