Di solito i proiettori 4K laser super accessoriati ti chiedono una cosa: tenerli fermi lì, installati e dimenticati. Tuttavia stavolta Hisense, con il C2 Ultra, ha provato a fare il contrario. È un modello home theater, sì, ma montato su una base girevole orizzontale e verticale che ti permette di puntarlo dove vuoi senza acrobazie: parete, telo, soffitto improvvisato. A questo si aggiunge il pacchetto di comodità: autofocus, auto keystone, rilevamento ostacoli, zoom ottico 1,67x. Lo poggi, lo accendi, lui sistema. È una filosofia più da “TV che proietta” che da proiettore classico.
Dentro c’è il TriChroma a triplo laser di Hisense, che è il vero cuore del prodotto: tantissima copertura colore (quasi l’intero Rec.2020), nero più profondo della media dei DLP e soprattutto compatibilità seria con Dolby Vision e HDR10+. In pratica puoi buttargli addosso qualsiasi contenuto moderno e lui lo digerisce. E con Vidaa come sistema operativo – con Netflix ufficiale, cosa non scontata sui proiettori – diventa anche un dispositivo stand-alone: niente chiavette, niente decoder.
Immagine: colore da riferimento, contrasto convincente
Per essere un proiettore “trasportabile”, il C2 Ultra è sorprendentemente brillante: i circa 2.100 lumen reali misurati bastano per serate in salotto con un po’ di luce ambientale, e al buio, ovviamente, dà il meglio. Il contrasto nativo non è da sala cinema dedicata, ma è alto per la categoria: nelle scene a bassa e media luminosità i neri sono abbastanza profondi da non “grigiare” l’immagine e le zone più scure non collassano. Solo con contenuti molto chiari – tanta APL, quindi tante porzioni chiare contemporaneamente – il rapporto si abbassa e l’immagine perde un filo di impatto, ma resta più che guardabile.
Il punto forte, però, è la resa cromatica. Il già citato TriChroma produce primari molto saturi e il proiettore arriva a coprire quasi tutto il Rec.2020: i contenuti HDR, specie quelli che spingono sui verdi e sui rossi, sembrano saltare fuori dal telo. Già out-of-the-box è piuttosto preciso (un po’ freddo, intorno ai 6.900K), ma la buona notizia è che si calibra facilmente grazie al bilanciamento a 20 punti e alla gestione completa dei colori. Chi vuole un’immagine filologica può ottenerla senza impazzire.
Portabilità sì, ma non è un proiettore “a batteria”
Hisense lo presenta come un proiettore che puoi spostare in casa e, volendo, portare fuori. È vero: i 6,5 kg non sono proibitivi, la borsa è in dotazione, la base girevole fa metà del lavoro di installazione. Ma resta un proiettore di taglia media, senza batteria, che va alimentato e che dà il meglio su una buona superficie. È più facile da usare del tipico “mattone” da home theater, però non è il proiettore da mettere in giardino al volo e via.

Consideratelo più come un proiettore domestico versatile che come un portatile. Da segnalare anche il rumore: alla massima luminosità le ventole si sentono (sopra i 50 dBA). Nulla che un impianto o il JBL 2.1 integrato non riescano a coprire durante un film, ma se vuoi usarlo vicino a te con volume basso, lo percepisci.
Uno dei fastidi ricorrenti dei proiettori smart è l’assenza della piattaforma che tutti usano: Netflix. Qui non succede: Vidaa arriva con Netflix ufficiale, più le solite app da streaming, e l’interfaccia è veloce e chiara. È un proiettore che puoi davvero usare come fosse una smart TV – HDMI 2.1 ce ne sono due, ma non sei costretto a collegare roba esterna per iniziare a vedere qualcosa.
C’è anche una buona sezione audio: 40W totali in configurazione 2.1 firmata JBL, con supporto DTS Virtual:X, più eARC completo fino ai formati lossless (Dolby Atmos TrueHD, DTS:X). Tradotto: se lo colleghi a un sistema esterno, passa praticamente tutto. Per un proiettore, che spesso si ferma al Dolby Digital 5.1, è un plus non da poco.
E per giocare?
Qui la risposta è: dipende da come giochi. Il C2 Ultra accetta segnali fino a 4K 60Hz e, in Full HD, spinge addirittura a 240Hz. In modalità ottimizzata a 1080p/240Hz l’input lag scende a valori buoni (intorno ai 13-14 ms), quindi per il PC gaming competitivo ci sta. A 60Hz siamo sui 18 ms, che è più che accettabile per console. Il punto problematico è 120Hz: senza le modalità ad alta frequenza attive, l’input lag si alza parecchio e può esserci frame skipping. La soluzione c’è (attivare High Refresh Rate e DLP Turbo), ma implica dover mettere mano ai menu e accettare qualche compromesso a 60Hz. È insomma un proiettore sorprendentemente “gaming-friendly”, ma richiede un minimo di set-up consapevole.

Rispetto a tanti concorrenti “a cubo” che hanno lente fissa, qui abbiamo un bello zoom ottico 1,67x con throw da 0,9 a 1,5:1. Significa che per un 100” puoi stare, più o meno, da 2 a 3,3 metri: non malissimo, e soprattutto con margine. Quello che manca è il lens shift: se vuoi la massima definizione, devi piazzarlo bene in asse e ridurre al minimo il keystone, perché la correzione digitale è comoda ma degrada leggermente l’immagine e può aumentare la latenza. Per un prodotto che punta così tanto sulla facilità d’uso, un minimo di shift sarebbe stato la ciliegina.
Concorrenza e posizione di mercato
Il quadro che ne esce è piuttosto netto: a questa fascia, pochi proiettori offrono insieme TriChroma, HDR completo (anche Dolby Vision e HDR10+), smart OS con Netflix, zoom ottico e base girevole. I rivali diretti o sono più “fissi” (Epson di fascia home cinema), o sono più portatili ma meno accurati (alcuni modelli Nebula), o non hanno tutta la filiera HDR. Chi cerca davvero tutto in un unico blocco trova nel C2 Ultra una soluzione quasi definitiva. Va detto che il fratello minore Hisense C2 “liscio” costa meno e mantiene molte caratteristiche, ma rinuncia a qualche licenza HDR, a un po’ di luminosità e al subwoofer integrato. Se ti interessa il pacchetto massimo e vuoi quel margine in più per ambienti mediamente illuminati, la versione Ultra è quella giusta.

